Capitolo numero otto. -sei lo stesso bellissima.

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Justin mi portò in un ristorante in spiaggia, era tutto bellissimo.

Stavamo mangiando tranquillamente, quando improvvisamente venne a piovere.

-Andiamo via da qui.- disse freddo.

-Cosa? E dove andiamo?- domandai confusa.

-Tu sicuramente a casa tua.- disse alzandosi dal tavolo. Perchè faceva così? Avevo sbagliato qualcosa?

-Potresti alzare il tuo culo dalla sedia? Voglio andarmene.- rispose scontroso.

Mi si riempirono gli occhi di lacrime, ma abbassai il viso, non gli avrei fatto vedere che stavo per piangere.

Alzai lo sguardo al cielo e ricacciai le mie lacrime dentro.

Eravamo nella sua macchina, nessuno dei due parlava.

Decisi di parlare. -Perchè ti comporti così?- domandai.

-Così come?- domandò confuso.

-Non lo so, da... Nulla.- dissi sospirando.

-Se stai parlando, finisci la frase, stupida.- disse ringhiando.

Lo guardai con le lacrime agli occhi. Perchè si comportava così?

-Perchè ti comporti da completo stronzo, eh? Ti hanno ucciso il gatto?!" Urlai.

-Non alzare la voce con me!- urlò anche lui.

Lo guardai con delusione, vide che avevo gli occhi pieni di lacrime e mi guardò mortificato.

-Buonanotte.- dissi per poi uscire dalla sua auto.

#justin'spov.

-Buonanotte.- non capii a cosa si riferiva, ma poi notai che eravamo arrivati sotto casa sua.

Ero un completo idiota, non mi meritavo nemmeno una come lei.

-Vaffanculo Jason.- dissi sballando i pugni sul volante.

Dovevo assolutamente sfogarmi: Milliar.

Le mandai un messaggio veloce:

"Milliar preparati, stasera si va a casa mia." Le inviai.

"Subito cucciolo." Rispose.

Sbuffai infastidito, odiavo quando mi dava certo soprannomi del cazzo.

Lei credeva che io provavo qualcosa per lei, povera.

Arrivai sotto casa sua e scese, aveva un corpetto di pizzo che risaltava le sue terre rifatte e un pantaloncino che non copriva nulla.

Entrò in macchina e inizio a baciarmi il collo. Iniziai ad eccitarmi, ero pur sempre un ragazzo.

-Fermati.-Le dissi duro. Non mi ascoltò, infatti mise una mano sul mio pacco e iniziò a muoverla.

Aprii il mio sportello e andai nei sedili posteriori, in pochi secondi fu anche lei lì.

I vetri erano neri, nessuno poteva vedere cosa stavamo facendo.

Iniziai a baciarla con foga, e lei continuò a strusciare la sua mano sul mio pacco.

Iniziai a strusciare la mia parte intima con la sua, gemeva come una cagna.

-Oh sì Jason!- urlò con una voce di papera.

Iniziai a stancarmi della stessa cosa, così iniziammo a spogliarci.

In pochi minuti fummo senza vestiti.

Iniziai a baciarle i seni e lei mise le mani nei miei capelli.

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