Capitolo 4

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"Di dov'è?" Chiesi nuovamente.
"Cansas"
Andiamo da lui" dissi.
Presi il libro mia madre, mio padre per mano e chiusi gli occhi.
"Portaci da lui" dissi per poi teletrasportarci davanti una casetta in mezzo al nulla.
"Sei troppo impulsiva" disse mia madre.
"Come te d'altronde" rispose mio padre.
"Stai zitto" disse lei dandogli uno Schiaffo sul braccio.
"Ahi"
"Fatela finita, entriamo" dissi incamminandomi.
Misi una mano avanti per bussare ma la porta si aprì prima rivelando una figura bassetta e cicciottella.
E

ra un uomo di mezz'età, sembrava un po' stordito, sicuramente si era appena svegliato.
"Salve" dissi, lui stropicciò gli occhi, mi guardo e poi guardò dietro di me dove vi erano i miei genitori.
"Oh per mille balene, cosa ci fanno fuori da casa mia il Re, la Regina e la Principessa degli inferi?" Chiese con una faccia sbalordita.
"Perché ci ha portato da un pirata?" Chiese mia madre sussurrando all'orecchio di mio padre, mio padre la guardò confuso e poi scosse la testa divertito.
"Sei la solita, Kathy" disse mio padre.
"Come fa a sapere chi siamo?" Chiesi.
"Oh Principessa Maya, io sò molte cose ma ora prego entrate pure e mettetevi comodi".
"Grazie" entrammo nella casa ed andammo nel salotto dove ci mettemmo seduti su un divano da tre posti, io mi misi al centro per evitare che i miei genitori facessero casino.
"Allora Principessa..."
"Mi chiami Maya, Signor Fontain"
"Va bene, Maya.
Ma chiamami Albert.
Comunque che cosa ti preoccupa?
So che possiedi molti poteri e so che uno di questi ti preoccupa."
"Si è un potere che ho sviluppato questa mattina.
Abbiamo cercato informazioni in tutti i libri della biblioteca e solo uno faceva riferimento al mio nuovo potere.
Il suo libro."
"Non del tutto, il suo libro mostrava varie teorie ma nessuna di queste rispecchiava quel potere" disse mio padre.
"Con tutto il rispetto Sire, siete sicuro di aver letto tutto con attenzione?"
"Ecco ora lo uccide" disse mia madre bisbigliando.
"Si sicuro" disse lui serio.
"Vediamo il libro" rispose il signor Albert.
"Si, eccolo qui" dissi passandogli il libro.
"Allora, quali sono stati i sintomi che hai avuto?"
"È cominciato tutto dai miei occhi,
erano diventati improvvisamente gialli.
Mi era venuto un leggero mal di testa, non ero del tutto cosciente di quello che stavo facevo, sembrava come se il mio corpo e la mia mente fossero divisi in due.
Sembrava come se una parte di me volesse prendere il sopravvento sull'altra.
È stata davvero una sensazione strana" dissi persa tra i miei pensieri.
"Non è stata colpa del nuovo potere" disse lui.
"E di cosa allora?" Chiesi confusa.
"Della tua vera natura".
"Natura?... Io sono una demone"
"Questo è vero ma non è esatto"
"Cosa?" Chiesi scioccata.
"Una parte di te lo è ma l'altra no"
"Che cosa vuoi dire?" Chiese mia madre.
"Maya, te sei una dei pochi ibridi rimasti al mondo ed una dei più potenti" mi disse Albert.
"Una dei pochi ibridi?" Domandai stupita.
"Mi correggo, siamo due dei pochi ibridi rimasti" disse lui.
"Pure te sei un ibrido?"
"Si, mio padre era un demone e mia madre un angelo."
"Cosa è successo agli altri ibridi?" Chiesi.
"Molti anni fa' un uomo dei cieli, sterminò tutti gli ibridi esistenti o quasi tutti." Fece un leggero sorriso.
"Ci nascondemmo tutti nel mondo umano ma trovò la maggior parte di noi e li uccise.
Adesso quelli rimasti in vita si contano sulle dita".
"Come si chiamava?"
"Si chiamava Caunter"
"Perché ha fatto tutto questo?" Dissi con voce tremante.
"Al tempo venivamo considerati abomini.
Il frutto dell'amore di due specie opposte.
Caunter voleva un mondo perfetto, distrusse tutto quello che ritenne "imperfetto", compresi i miei genitori."
"Mi dispiace per la tua perdita" disse mia madre.
"Ormai è passato tutto questo tempo ma grazie, Regina Katherine.
Sa ho sentito molto parlare di voi, Regina Katherine.
Una donna dal cuore puro che ha rubato il cuore dell'essere più oscuro" disse con lieve sorriso.
"Fa pure rima" mi bisbigliò all'orecchio mio padre.
Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa divertita.
"Sei il solito papà"
"Lo so, grazie Maya" disse sorridendomi e dandomi una pacca sulla spalla.
"Comunque stavo dicendo, Caunter credeva di essere il più potente al mondo finché non scoprì un potere che apparteneva a noi ibridi."
"Potere?" Chiesi.
"Era più un dovere, era una cosa che dovevamo custodire per mantenere la pace fra i mondi."
"E cosa dovevamo custodire?"
"Intendi dire chi dovevamo proteggere" disse lui e poi continuò.
"Eravamo e siamo tutt'ora i custodi dell'equilibrio"
"L'equilibrio di cosa?" Domandai confusa.
"Dell'equilibrio del male e del bene".
"Quindi l'equilibrio era una persona?" Chiesi sbalordita.
"Si era una persona"
"E questa persona come faceva a diventare l'equilibrio?" Chiese mia madre.
"Non ci diventava, lei ci nasceva e lo portava dentro di sé per il resto della sua vita." Spiegò lui.
"E perché proprio quella persona?" Chiesi.
"Quando il bene e il male si fondono insieme creano una specie nuova, chiamati ibrido cioè noi.
Gli ibridi sono destinati a proteggere la persona che ha in sé l'equilibrio anche a costo della loro vita." Spiegò Albert.
"Quindi io sono destinata a proteggere l'equilibrio come te?"
"Immagino di sì"
"E chi è questa persona?"
"Oh mia cara, ce l'hai proprio davanti". Disse con un sorriso
"Sei te?" Chiese mio padre.
"Proprio così"
"E perché sei da solo?
Non dovresti essere protetto?" Chiesi.
"Io sono più che protetto, nessuno sa dove mi trovo, nessuno apparte voi" rise.
"E come fai ad avere la certezza di essere l'equilibrio?" Chiese mia madre.
"Come fai te a sapere di essere la prescelta.
Come Maya fa a sapere di essere un ibrida.
Lo senti dentro è un potere molto forte ed è quasi impossibile non accorgersene." Disse lui.
"Dobbiamo andare Maya"disse mio padre.
"Va bene.
Albert fammi sapere se ti servirà aiuto, manderò qualcuno a proteggerti immediatamente" dissi.
"Grazie Principessa Maya.
Sono sicuro che ci rivedremo molto presto" disse lui.
Io e miei genitori ci prendemmo per mano,
"È stato un piacere Albert" disse mia madre.
"Il piacere è tutto mio, Regina Katherine, Sire, buon viaggio"
Ci teletrasportammo nella sala del trono,
"Questa cosa deve rimanere tra noi" dissi.
"Come vuoi" disse mia madre.
"Grazie per avermi accompagnata" li abbracciai e mi teletrasportai in camera mia.
"Che giornata particolare".

DANGEL: L'equilibrio del male e del beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora