Capitolo 20

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"Si beh io vado... E comunque i miei capelli sono molto più lunghi " gli feci l'occhiolino e poi mi teletrasportai al mio albero.
Dovevo pensare un po' a me stessa e a quello che volevo.
Lasciarmi andare o no?
Seguire il mio cervello o seguire il mio cuore?
Lasciarmi trasportare dalle emozioni o restare sui miei passi ed essere solo la Principessa e non la Principessa che sbava alla vista di un ragazzo.
Passo un po' di tempo, rimasi lì da sola ed in pace.
"Maya" mi chiamò Mindy per poi correre verso di me.
"Che paura" dissi toccandomi il petto.
"Dimmi" continuai.
"Scusa se ti ho spaventata ma è ora di pranzo e mi hanno mandata a cercarti."
"Ora di pranzo?" Chiesi stupita, ero rimasta lì per un'ora e mezza.
"Si" mi sorrise.
"Andiamo, allora" dissi alzandomi da terra e ci incamminammo.
"Ti vedevo pensierosa all'albero, come mai?"
"Pensieri su pensieri" risposi in poche parole.
"Del tipo?"
"Beh, ho paura di espormi troppo, di essere delusa, sai quando sono molto triste o arrabbiata è come se vedessi tutto nero.
Non sono una via di mezzo, sono nero o bianco, buona o spietata" dissi quasi in un sussurro.
"Ti capisco perfettamente, vale lo stesso per me.
Forse è perché siamo ibride"
"Si può essere in effetti" dissi pensando.
"Comunque io quando devo scegliere, preferisco seguire il cuore" disse lei in un sorriso.
"Perché?"
"Perché so che se seguo il cuore, alla fine sarò felice" disse con un sorriso per poi incamminarsi al suo posto.
Mi misi seduta al mio posto e cominciai a mangiare.
"Maya, ehi, torna nel nostro mondo" disse mia madre.
"Eh?" Dissi guardandola.
"Ti stavo parlando ma non mi stavi ascoltando"
"Scusa avevo la testa altrove, stavi dicendo?" dissi, sentii lo sguardo di Riven bruciare su di me.
"Ti stavo informando che venivamo io e le zie a farti i capelli e a truccarti" mi disse con un sorriso.
"A che ora?" Ricambiai il sorriso.
"Alle, 15:00, te l'ho detto a colazione, sei sicura di star bene tesoro?" Chiese mia madre un po' preoccupata.
"Si sto bene, sono solo un po'... Sto bene, tranquilla" dissi con un sorriso tirato.
Il pranzo era finito e quindi le persone cominciarono ad alzarsi.
Mia madre mi guardò non convinta, stette per parlare ma dissi.
"Se volete scusarmi, vado in camera"  non dessi nemmeno il tempo di dire qualcosa ai miei genitori che mi teletrasportai via da lì.
Mi misi sul letto, la mia testa stava per scoppiare per l'ansia e la confusione che vi era dentro che addirittura delle lacrime mi bagnarono il viso.
POVS KATHERINE
Non mi desse nemmeno il tempo di finire di parlare che si teletrasportò.
"Cosa le è preso?" Chiese Lucifero confuso.
"Non lo so, vado a parlarle" dissi per poi andare verso le scale.
"Vostra Maestà, aspetti" disse correndomi incontro Mindy.
"Dimmi" chiesi dolcemente.
"Prima ero andata a cercare Maya per ordini del Re e l'ho trovata al suo albero.
Sembrava sotto pensiero, le ho chiesto che pensieri la tormentassero e mi ha detto qualcosa sulla paura di esporsi troppo ed essere delusa alla fine"
"Come immaginavo, devo andare da lei ma grazie di avermelo detto e chiamami pure Katherine" dissi in un sorriso.
"È stato un piacere, Katherine" rispose ricambiando il sorriso.
Mi teletrasportai davanti la sua camera e bussai.
POVS MAYA
Un bussare mi risvegliò dai miei pensieri.
"Avanti" dissi senza nemmeno sapere chi fosse ma per fortuna era mia madre.
"Tesoro" disse mia madre venendomi incontro.
"Perché sei qui?" Dissi asciugando alcune lacrime traditrici.
"Perché sei mia figlia e tu perché piangi?"
"È complicato"
"Mindy mi ha detto quello che le hai detto, che hai paura ad esporti troppo ed essere delusa e ferita."
"Allora non c'è bisogno di spiegarti"
"Beh non devi avere paura, non serve a niente, se commetterai un errore lo affronterai e ti rialzerai più forte di prima.
E se hai paura di esporti troppo per quello che so io, allora non ti devi preoccupare"mi disse con un sorriso.
"Posso farti una domanda?"
"Dimmi tesoro"
"Quando hai capito di... amare papà?"
Ci pensò un secondo e poi rispose.
"Da subito, da quando i nostri occhi si sono incrociati per la prima volta, i suoi occhi avevano qualcosa di... diverso da tutti quelli che avevo visto prima di quel giorno.
Tuo padre era la persona più spietata di tutti, eppure ogni volta che mi guardava mi sembrava un semplice ragazzo che aveva smarrito se stesso.
Il suo sguardo tutt'ora è diverso da tutti per me." Finì di parlare, aveva uno sguardo sognante quando parlava di mio padre.
"Non ho mai visto due persone completarsi come vi completate tu e papà" sorrisi.
"Magari se ti lasciassi andare, chissà...
Potresti avere anche te una persona che ti guardi come se fossi l'unica tra mille" sorrisi a quell'affermazione.
"Si, magari potrei sciogliermi un po" dissi ridendo.
"Alcune volte mi ricordi tantissimo tuo padre, aveva paura di dirmi quello che provava... Diceva di essere un mostro e che io non avrei mai potuto amare un mostro ma guardaci adesso" disse indicando me poi se stessa.
"Avrei voluto vederlo a quei tempi" risi.
"Ti avrebbe adorata, così simile a lui da non sembrargli vera" sorrisi.
"Ah, ho saputo che ieri Riven ci ha sentite, mi dispiace e mi dispiace pure per quello che ha fatto Valentina" disse un po' imbarazzata.
"Non fa niente, se non ci avesse sentite non mi avrebbe fatto questo" dissi guardando il bracciale.
"Ne sei sicura?"
"In che senso?"
"Nel senso che magari sapeva già che farti"
"Non capisco" dissi confusa.
"Sei tutta me... guarda il colore della pietra" disse indicando il mio bracciale.
"L'azzurro?"
"Te vedi l'azzurro dei suoi occhi ma vedi questa parte più chiara?
Magari..."
"Gli ha ricordato i miei occhi" dissi in un sussurro.
"Esatto" disse per poi accarezzarmi i capelli.
"Vado da tuo padre a dirgli che stai bene e torno fra poco con le altre"
"Va bene" dissi con un sorriso.
"Tu intanto fatti una doccia rilassante e aspettaci con l'asciugamano ancora in testa" disse dandomi un bacio sulla fronte ed andando verso la porta.
"Va bene e mamma... Grazie" le sorrisi.
"Di niente tesoro, ci sarò sempre per te" mi sorrise ed uscì dalla mia camera.
Andai in bagno e mi infilai in doccia e tutti i problemi mi scivolarono addosso.
Mi era tornato il sorriso e tutto grazie a mia madre.
Non so cosa farei se non l'avessi con me.

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DANGEL: L'equilibrio del male e del beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora