È venerdì, sono in ansia per la festa di Valmir, non so nemmeno bene perché.
Non credo sia il caso di mettermi in tiro come per la festa di Riccardo.
<<Io esco, torno tardi>> dico entrando in camera di mio padre. Sta dormendo. È rannicchiato sopra il letto, magari ha freddo. Lo copro con una coperta. Quando lo vedo così mi chiedo se davvero un uomo del genere possa arrivare a livelli di violenza molto alti. È debole, fragile. Potrei prenderlo in una mano e schiacciarlo. Fin da piccolo ho sempre saputo di averne la possibilità, ma non l'ho mai fatto.
Torno in camera, mi metto un paio di blue jeans e una semplice maglia bianca, con la scritta "suicide" nera sopra. Mi infilo delle banali scarpe da ginnastica nere.
Esco di casa e chiudo la porta. Mi dirigo verso la stazione delle corriere e salgo su quella che mi porterà vicino a casa di Valmir.
Arrivo, raggiungo casa sua seguendo le indicazioni che mi ha mandato su WhatsApp.
Giunto davanti al portone dell'abitazione esito qualche secondo per poi suonare il campanello, dopo un respiro profondo.
Da dentro la casa proviene della musica ad alto volume, c'è anche rumore di passi e da fuori percepisco il chiacchiericcio.
<<Arrivo!>> sento una voce da dentro l'abitazione. Dopo pochi secondi Valmir mi apre la porta.
<<Oh, ehi... Benvenuto>> dice sorridendo.
Entro in casa, c'è fin troppa gente per un'abitazione così piccola. Molti ragazzi sono già ubriachi e sono solo le 21.30.
<<Dimmi che c'è qualcuno che conosco, ti prego>> chiedo a Valmir <<Beh, ci sono io>> risponde ridendo lui.
In realtà la serata passa in fretta, conosco un tipo che si chiama Antonio. Beviamo insieme e dopo qualche bicchiere di troppo lui inizia a raccontarmi cose che non avrebbe dovuto raccontare. <<Sai, Valmir mi ha parlato di te... Lui, pensava che tu...>> prova a dire, ma Valmir sente il discorso e ci raggiunge <<Anto, sei un po' ubriaco, eh?>> dice per poi mettersi tra me e lui <<Nah, Tommaso mi prendi un'altra bottiglia di birra?>> chiede Antonio <<Si, dove sono?>> chiedo io <<Lascia, ti accompagno io>> e così dicendo Valmir mi afferra per un braccio e mi porta nel seminterrato. Scendendo le scale mi sale un brivido, non so perché. Arrivati noto che quelli di Valmir hanno una vera e propria cantina, piena di liquori e alcolici vari.
Afferro una bottiglia di birra che mi sembra simile a quella che aveva in mano prima Antonio, ma in quel momento sento la porta della taverna chiudersi.
Merda.
Valmir sbuffa e si dirige verso la porta, inizia a bussare forte <<Aprite, coglioni!>> urla, ma dopo poco si ferma affranto.
Si siede sulle scale. Lo raggiungo e mi siedo accanto a lui.
<<Sai, non pensavo che venissi oggi>> dice <<Cos? Perché?>> chiedo spaesato <<Per quello che è successo, sai io non pensavo che...>> prova a dire, ma si blocca prima di finire la frase, mi osserva. Mi avvicino involontariamente. Le mie mani prendono la sua mandibola. Lui si avvicina e incrocia le dita dietro al mio collo. Avvicinandomi chiudo gli occhi. Le nostre labbra si sfiorano lentamente in un bacio calmo. È come se il tempo si bloccasse, ma pian piano Valmir inizia a mordermi il labbro inferiore. Il mio cuore inizia a battere più velocemente. Cazzo, non ho mai provato nulla di simile. Il ragazzo gioca con i riccioli sul retro della mia nuca mentre continua a baciarmi. Ma d'un tratto sentiamo il rumero di una serratura che si apre. Io e Valmir ci stacchiamo immediatamente.
I suoi amici ci fanno uscire e appena attraversata la porta mi allontano il più possibile dal ragazzo. Tutto ciò è assurdo. Non mi piacciono gli uomini, non mi piace lui.
Dopo qualche minuto immerso nei miei pensieri incrocio lo sguardo di Valmir che mi lancia un'occhiata provocante. Merda.
Esco dalla casa camminando a passo veloce, aumentando la velocità fino ad arrivare a correre sentendo in lontananza la voce di Valmir urlare <<Tommaso! Fermo!>>, ma ormai sono lontano e non tornerò indietro.
Cosa è successo? Mentre lo baciavo era tutto così... perfetto. Semplicemente perfetto. Ed ora? Alice, Valmir, me stesso.
Cosa dovrei fare ora?
Mi volto per controllare che non ci sia nessuno a sentirmi per poi urlare. Ho talmente bisogno di scaricare tutta la mia confusione.
Eppure, anche in tutto questo casino, me ne rendo conto.
Io lo desidero.
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~I Will Have Your Heart~
Teen FictionQuesta è la storia di un ragazzo inconsapevole dei suoi sentimenti e della sua sessualità. Tommaso vive una vita non molto semplice, padre violento, non ricorda il volto della madre, ma tra un pensiero e l'altro capisce una cosa: è innamorato di un...