VII CAPITOLO

33 4 3
                                    

Oggi devo trovarmi con Valmir.
Prendo la corriera, salgo e mi siedo in fondo come al solito.
Poco prima che la corriera parta sale una ragazza in lacrime, la riconosco subito: è Alice.
Vedendomi la ragazza mi corre incontro e si siede accanto a me per poi riscoppiare a piangere <<Che è successo?>> le chiedo preoccupato <<Un casino, avevo pensato di venire da te per la notte, ma non ti avevo avvertito e non volevo darti fastidio, così ho preso questa corriera per tornare a casa, ma sei qui>> spiega velocemente con la voce rotta dai singhiozzi <<No, no, no, tu non dai mai fastidio, sei la mia ragazza, io ci sono per te>> le dico dandole un bacio sulla fronte <<La tua ragazza?>> chiede, io mi blocco <<Scusa, pensavo che dopo la chiacchierata di ieri io e te fossimo, nel senso...>> balbetto spostando il braccio che avevo appoggiato sulle sue spalle <<No, a me va bene>> dice prendendomi il braccio e rimettendolo attorno alle sue spalle, faccio un sospiro di sollievo <<Che è successo? Racconta>> dico <<Mia mamma, non la sopporto più, davvero, è insopportabile e ci ho litigato per l'ennesima volta>> singhiozza. Vorrei poterle dire tutto quello che ho scoperto io, che io non ce l'ho nemmeno una madre perché la mia è morta ed io non ne sapevo nulla, vorrei poterle dire che mio padre ormai beve solo birra e nient'altro. È assurdo avere una relazione con una ragazza che non sa nulla di me.
Alice continua a spiegarmi ciò che è successo <<Se vuoi puoi fermarti a dormire da me>> la rassicuro alla fine <<Non darà fastidio ai tuoi?>> mi domanda, faccio cenno di no con la testa. Alice fa uno piccolo grido acuto con la voce <<Ti adoro>> mi dice mentre mi da un bacio <<Ma tu dove stai andando?>> chiede <<Oh, devo vedere un... Amico?>> cerco di spiegare fallendo miseramente.
Arrivati scendo ed Alice va verso casa sua, a quest'ora i suoi non ci sono quindi può prendere le cose per la notte e ritornare alla stazione mentre io incontro Valmir.
Inizio a camminare verso la piazza.
Vedo Valmir qualche metro avanti a me di spalle al telefono e nello stesso momento mi arriva una chiamata, è lui. <<Dove sei?>> chiede appena rispondo senza nemmeno lasciarmi il tempo di dire "pronto" <<Girati deficiente>> dico in tono aspro, vedo il ragazzo girarsi e mettersi a ridere mentre io chiudo la telefonata.
<<Allora, perché siamo qui?>> chiede <<Perché mi dispiace per ciò che è successo l'altro ieri>> dico <<Non era mia intenzione dire quello che ho detto, ero nervoso per ciò che è successo alla festa e quindi ho riversato le mie frustrazioni su di te, non pensavo davvero ciò che ho detto>> dico <<Io ti avevo detto anche in chiamata che non importava>> mi tranquillizza <<Non eri serio>> dico convinto <<Saprai tu, comunque che è successo alla festa?>> domanda curioso, mi vedo costretto a raccontare ciò che è accaduto e, velocemente, inizio a spiegare. <<Brutta storia>> dice Valmir appena ho finito di raccontare <<Già, ora ci sto insieme, ma non so se provo davvero qualcosa per lei, capisci?>> chiedo e lui annuisce <<Ti va un Hubble Bubble?>> mi domanda dopo qualche attimo di silenzio <<Ci sta>> rispondo.
Ci dirigiamo verso il negozio, io ordino un Hubble Bubble Tea al limone con le bubble alla fragola, Valmir lo prende al mango con le bubble alla banana. Quando bisogna pagare faccio per tirare fuori il mio portafoglio, ma lui mi blocca <<Pago io>> dice <<No, devo sdebitarmi ti ho detto>> dico, ma lui ormai ha già pagato. Appena usciamo lo ringrazio e so già che continuerò a ringraziarlo per tutto il pomeriggio.
Durante tutto l'incontro non faccio che ridere. È strano come con lui oggi mi sia dimenticato di qualsiasi mio problema.
Ci fermiamo in un vicolo per sederci, siamo stanchi. <<Non pensi mai a cosa siamo noi, che ci facciamo qui?>> chiede <<Che filosofo>> rido <<Io a volte penso che il mio obbiettivo sia raggiungere un luogo o una persona con cui dimentico i miei dilemmi interiori quando ci parlo>> dice guardando il cielo, è disteso su una panchina ed ha la testa appoggiata sulle mie gambe <<Beh, io oggi pomeriggio mi sono sentito così sai>> dico con non so quale coraggio.
Valmir si volta verso di me per poi sedersi e guardarmi negli occhi. Si avvicina a me lentamente, io resto immobile. Mi appoggia le mani sulle spalle mentre continua ad avvicinarsi.
Lo squillo del mio telefono ci interrompe, è Alice che mi avverte che la corriera passa fra poco <<Scusa, io devo andare>> borbotto e me ne vado senza nemmeno salutarlo.
Cos'è appena successo?

~I Will Have Your Heart~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora