L'ultima volta che lo avevo visto era stato un giovedì di inizio estate, all'aeroporto. In partenza per il Londra, inutile dire quanto tutti fossimo orgogliosi. Non lo sapevo che sarebbe stata l'ultima volta in cui avrei potuto scompigliargli i capelli e guardarlo con complicità.Avevo smesso di tenere il conto da quanto tempo fosse passato dalla nostra ultima conversazione. Il primo periodo lontani le cose erano andate bene, ma poi erano inevitabilmente precipitate. I messaggi e le chiamate di Luke si erano fatti sempre più rari e poi erano cessati del tutto, lasciandomi lì come appesa ad un filo che nessuno teneva più all'altro capo. Infine, quando era tornato a Sidney non mi aveva trovata ad aspettarlo: io ero a Roma come ragazza alla pari, a cercare di negare a me stessa il motivo vero della mia fuga. Dopotutto, lui ora era una star e io appartenevo al passato, faceva male ammetterlo ma non ero mai stata il tipo di ragazza che si piange addosso. Il legame di amicizia che ci aveva legati per praticamente dieci anni evidentemente non aveva significato abbastanza per lui, e non avevo intenzione di obbligare nessuno ad essermi amico. Avrei fatto di tutto per Luke a 16 anni, e questo aveva compreso anche lasciarlo perdere di buon grado.
Luke mi aveva messa da parte e io me ne ero fatta una ragione. O quasi.
***
Era un venerdì pomeriggio. Me ne stavo beata con Cammie in giardino, stese a leggere in uno degli ultimi soli della stagione.
Alzai lo sguardo dalla pagina e osservai mia sorella: se da piccole eravamo state quasi identiche, crescendo il nostro aspetto fisico era cambiato e ora era difficile che gli sconosciuti capissero all'istante che eravamo gemelle. Capelli più scuri e occhi chiari io, lei era più alta e muscolosa, mentre io per quanto mi sforzassi non riuscivo a mettere su muscoli neanche a pagamento.
La vita ci stava sorridendo al momento. Negli anni precedenti avevamo passato entrambe periodi pessimi, a causa del deficiente che ci aveva messe al mondo. La relazione di Cammie con Calum, che andava avanti dai primi anni del liceo, era stata la sua roccia in quei momenti, e lei era stata la mia dopo la partenza di Luke. Dovevo cosi tanto a Camden, ero disposta a fare qualsiasi cosa per lei.
Il settembre successivo ci saremmo trasferite insieme negli Stati Uniti, io per frequentare la UCLA, dove avevo in mente di laurearmi in Traduzione e Interpretazione, lei per cercare lavoro come editor per una rivista di moda con cui aveva preso contatti finita la specializzazione dopo il liceo. Nel frattempo, da quando ero tornata dall'Italia mi ero dedicata a perfezionare il mio talento per la fotografia, facendo alcuni servizi per un blog online.
Notai come stesse giocando soprappensiero con la collanina regalatale da Calum per il loro anniversario, non mi ricordavo più se fosse stato per il terzo o per il quarto. La loro relazione era un po' come quelle storie da libro romantico, e quando eravamo più piccoli e uscivamo tutti insieme era stata soggetto di prese in giro da parte un po' di tutti quanti. In realtà, arrivati a questo punto la invidiavo, perché era riuscita dove io avevo fallito così miseramente: aveva lottato per la persona a cui teneva e alla fine l'aveva spuntata lei. Doveva essere bello, essere così innamorati.
Nel settore relazioni io facevo decisamente schifo, al contrario. Rifuggivo l'idea di impegnami seriamente con qualcuno, troppo appassionata dell'idea di libertà e indipendenza che avevo coltivato per me stessa. Non sarei finita come mia madre.
Non che evitassi completamente i ragazzi, semplicemente avevo la tendenza ad avere storie con una data di scadenza. Ad esempio, nei due anni in Italia avevo frequentato un ragazzo di nome Marco, bello di una bellezza tipicamente mediterranea: moro, occhi scuri, parlantina inarrestabile. Quando ero ripartita ci eravamo lasciati senza troppi rimpianti da parte mia. Sapevo affrontarli gli addii. Ogni tanto ci sentivamo ancora, rispondendoci ad una storia su Instagram o taggandoci in qualche meme su Facebook, ma nessuno dei due si illudeva che ci fosse altro dietro.
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No Vacancy
FanfictionThere's no vacancy, no empty rooms Got no vacancy ever since I met you No vacancy cause of you Used to be that I felt so damn empty Ever since I met you, no vacancy