3 - Dopo

70 13 10
                                    

Aprii l'acqua calda e mi infilai sotto il getto, massaggiandomi i muscoli tesi delle spalle e imprecando quando lo shampoo mi finì nell'occhio. Vent'anni suonati e ancora non ero in grado di lavarmi come si deve. Cosa c'era di sbagliato in me?

Uscii e mi avvolsi intorno un asciugamano, per poi districarmi i capelli con le dita. Li asciugai rapidamente, senza preoccuparmi eccessivamente della piega, sapendo già che mi si sarebbe rovinata a causa del sudore e del calore opprimente che ci sarebbe stato nella discoteca. In camera, infilai un paio di jeans neri a vita alta e una canotta di raso rossa, non avendo nessuna intenzione di pensare a qualcosa di più elaborato. Mi truccai gli occhi con il mio tratto di eyeliner distintivo e le labbra dello stesso colore della maglia.

Scesi le scale e notai che mia sorella aveva appena chiuso la chiamata con Cal, e che quindi doveva ancora prepararsi. Sbuffando, mi lanciai sul divano e presi a fare zapping distrattamente, senza prestare davvero attenzione alla tv. Quando finalmente, dopo circa due ore e sei secoli approdò anche mia sorella in sala, non potei fare a meno di notare quanto fosse bellissima, come sempre.

Feci finta di sventolarmi con la mano per farmi aria, ottenendo il risultato di farle alzare gli occhi al cielo.

« Muovi il culo da quel divano. Ci attende una serata importante. » disse con gli occhi che le brillavano. « Tra l'altro ho cambiato idea. Sono secoli che non ci ubriachiamo insieme, quindi ora stappiamo lo champagne buono di mamma e diamo inizio alle danze. Più tardi chiamiamo un Uber. » esclamò Camden eccitata, attraversando il salone con due rapidi passi per trascinarmi letteralmente giù dal divano. Ridendo, collegai il telefono allo stereo e feci partire una playlist a caso, per poi iniziare a ballare in mezzo alla stanza mentre Cam versava il contenuto di una bottiglia scura in due bicchieri di vetro. Si avvicinò a me, agganciò il braccio al mio e guardandomi dritto negli occhi annunciò il primo brindisi della serata « Ai nuovi inizi! »

Due ore dopo e diversi bicchieri più tardi, scendemmo ridacchiando dalla macchina del nostro autista Uber in un vicolo laterale, poco lontano dal locale dove Camden aveva deciso che saremmo andate, ma già da lì si sentiva chiara e forte la musica vibrante di bassi. Facemmo la fila per entrare e ci ritrovammo all'interno, in una sala grande illuminata di una luce rossa soffusa.

Presi Cammie per un braccio e la trascinai a ballare in pista, ma lei mi fece cenno di dirigerci direttamente al bar.

« Una di noi due dovrebbe restare sufficientemente sobria Cam. Per accertarsi che non ci rapiscano , sai » sbuffai.

« Ma no! » borbottò, facendo labbruccio « Dobbiamo bere insieme! » ripeté con un tono lamentoso e concitato, come se fosse di vitale importanza che lo facessimo.

All'improvviso, un braccio mi si posò sulle spalle, facendomi voltare.

« Cosa ci fate voi qua?! » una voce acuta mi trillò nelle orecchie, e mi ritrovai stretta in un abbraccio soffocante. La riconobbi subito.

« Emily! Oh mio Dio, è un secolo che non ci vediamo! » gridai eccitata. Eravamo molto amiche al liceo. Si staccò dall'abbraccio e la vidi traballare.

« I miei amici mi hanno portata fuori a bere! È il mio compleanno! » urlò, chiaramente già ubriaca.

La abbracciai di nuovo e le tirai le orecchie per farle gli auguri.

« Ragazze, vi pago da bere! Cosa prendete? » decise saltellando sul posto, facendo scintillare il vestitino argenteo che indossava.

« Una vodka e redbull per me. » rispose Cammie, strizzandomi l'occhio come a dire 'ho vinto io'.

Roteai gli occhi al cielo e optai per la prima cosa che mi passava per la mente « Tequila sunrise! »

Recuperammo i nostri drink, flirtando solo modestamente con il barista, e ci dirigemmo tutte e tre a ballare al centro della pista, finché Emily non riconobbe una persona all'ingresso.

No VacancyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora