« Facciamo pace? »
Lo guardai dritto negli occhi, azzurri e limpidi come sempre. Studiai il suo viso, la piccola ruga di preoccupazione che gli solcava la fronte, le labbra strette e pallide, i capelli chiari che lo incorniciavano. Le braccia gli pendevano rigide ai lati del corpo, le mani strette a pugno. Tremavano anche loro.
Ispirai a fondo nel tentativo di non far tremare la mia voce.
« Pace? Cosa abbiamo, 6 anni? » sbuffai. Vidi subito i suoi occhi chiari allargarsi, chiaramente non era quella la risposta che si era aspettato.
« Lili- »
« No. Niente 'Lili'. Luke, mi hai spezzato il cuore. E poi lo hai calpestato e ridotto in briciole. Cosa ti aspettavi, di potermi ignorare per anni, di poter mettere da parte tutto quello che ti ho dato e che non ci fossero conseguenze? » parlai, la mia stessa voce estranea alle mie orecchie, troppo fredda per essere la mia. Era Luke che avevo di fronte, la mia persona, qualcuno che conosceva ogni anfratto di me stessa, qualcuno che avrei sempre protetto da tutto. Non era possibile che fossi io a star pronunciando quelle parole così ciniche e fredde. Fui quasi sul punto di gettare la dignità alle ortiche, volevo solo coprire la distanza fra di noi e stringerlo a me, ma non potevo farmi questo. Non potevo cedere così, in un istante. « Ci ho messo anni a smettere di sentirmi così vuota senza te, e non posso farmi questo. Non posso farlo a me stessa, capisci? »
Ero definitivamente in lacrime ormai. Luke aveva sempre avuto questo effetto sul mio cuore di ghiaccio, mi tirava fuori ogni sentimento che potevo aver cercato di reprimere.
Il problema, forse, era proprio questo. Stare intorno a Luke mi rendeva vulnerabile, apriva il vaso di Pandora delle mie emozioni nascoste, e io non ero pronta ad affrontarne le conseguenze. Potevo prendere in giro tutti, ma non il mio subconscio: sapevo che non mi sentivo in grado di riallacciare i rapporti con Luke perché ero una schifosa codarda che odiava affrontare i suoi sentimenti, e non perché fossi ancora arrabbiata con lui. Diamine, come si faceva a restare incazzate con Luke, quando ti guardava con quegli occhi angelici e l'espressione contrita? Sapevo per certo che le sue scuse erano genuine.
Il problema, alla fine dei conti, ero io. E pregai che lui non mi smascherasse.
« Elliot, per favore. Non farlo, non...no. Ti prego. » mormorò il ragazzo seduto affianco a me, e mi trovai costretta a distogliere lo sguardo. Quando ero diventata così di pietra?
« Ho sbagliato a venire qua con te. Pensavo di...ma ho fatto una cazzata. Portami a casa, Luke. » risposi, costringendomi fisicamente a distogliere lo sguardo dal suo viso disperato. Mi alzai in piedi, spazzolai il fondo dei jeans e cercai di ingoiare il groppo che mi si era formato in gola.
In silenzio ci avviammo verso l'auto, e sempre in silenzio affrontammo il tragitto fino a casa mia.
C'erano così tante cose che avrei voluto dirgli, ma non potevo. Non ci riuscivo. E mi odiavo per questo, ma non sapevo come altro comportarmi. Luke aveva sempre tirato fuori il meglio di me, il mio lato più solare e energico affianco a lui sembrava risplendere anche di più, ma ora c'era il mio cuore spezzato fra di noi, a creare una barriera di freddo e diffidenza che non volevo far sciogliere.
Avrei anche potuto scegliere di perdonarlo, fargli fermare la macchina e abbracciarlo e permettergli di rimettere tutto a posto, ma poi come avrei affrontato la sua inevitabile partenza?
Luke parcheggiò davanti casa mia, spegnendo l'auto. Con la coda dell'occhio vidi che si era girato verso di me, ma restai stoica e non ricambiai il suo sguardo, nonostante lo percepissi caldo sulla mia pelle come il tocco della sua mano. Sapevo che sperava dicessi qualcosa, ma non potevo.
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No Vacancy
FanfictionThere's no vacancy, no empty rooms Got no vacancy ever since I met you No vacancy cause of you Used to be that I felt so damn empty Ever since I met you, no vacancy