5 - Dopo

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Luke Hemmings. In carne ed ossa.

Lo studiai attentamente mentre facevo un passo verso di lui, cercando di darmi un minimo di contegno. Non era necessario che sapesse cosa mi stesse passando per la testa.

Era ovviamente cresciuto ancora dall'ultima volta. Le spalle erano ben piantate e aveva perso l'asciuttezza tipica degli adolescenti. Una leggera barba gli nascondeva le guance e i capelli, una volta sempre lisci e alzati, se ne stavano mollemente ricci sulla sua fronte. Indossava dei benedettissimi skinny jeans neri e una camicia quasi del tutto sbottonata, coperta da una giacca di jeans. Quella vista fu quasi sufficiente per farmi tornare sobria, a dirla tutta.

Feci un altro passo avanti, domandandomi se non mi avesse riconosciuto. Ma che cazzo, Hemmings!

Raddrizzai le spalle e continuai a guardarlo, mentre lui mi osservava con un'espressione indecifrabile. Poi gli caddero al contempo sia la mascella sia la sigaretta dalle dita.

« Elliot. » disse piano « Lils. » ripeté con più convinzione.

« Io mi sono tenuta lontana dalle cattive abitudini. » indicai con la testa la sigaretta abbandonata sul pavimento.

Fece un altro passo verso di me e io cercai di ignorare sia i brividi che mi scuotevano la schiena e mi attanagliavano lo stomaco, sia l'istinto di fuga che cercava di spingere le mie gambe a scattare nella direzione opposta.

In un battito di ciglia mi ritrovai circondata dalle braccia muscolose di Luke, e di riflesso gli strinsi le mie attorno alla schiena. Poggiai la guancia sul suo petto e ne sentii il calore attraverso il tessuto leggero. Percepivo il suo viso fra i miei capelli, e temetti che potesse scoppiarmi il cuore da quanto forte stava battendo.

« Lili, Lili, Lili... » ripeteva fra sé e sé come una preghiera. Mi strinse ancora di più e mi sollevò da terra. Sentivo un groppo in gola che minacciò di sciogliersi in lacrime quando mi posò e mi allontanò per guardarmi in viso.

« Ciao, Luke. » dissi riprendendo fiato.

« Ehi. » rispose, allungando una mano per scostarmi i capelli ribelli dal viso.

« Che accidenti ci fai tu qui? » chiesi, riprendendo un attimo lucidità. « Io ho parlato con Calum prima e era a Londra e... » dissi tutto d'un fiato, l'agitazione che montava dentro.

« È il compleanno di mia cugina, Emily. Sono tornato apposta per lei. »

Cazzo. Ecco chi era il fantomatico cugino che era apparso prima. Come avevo fatto a non ricordarmene?

« Lils, stai gelando! » lo vidi sfilarsi la giacca e posarmela sulle spalle, restando in maniche di camicia e facendo bella mostra dei muscoli che aveva acquisito. Concentrati!

Infilai le braccia nelle maniche e mentre rigiravo i polsini, diedi un'annusata alla giacca. Sì, aveva ancora lo stesso profumo. Mi frugai il cervello per trovare qualcosa si sagace da dire, nel tentativo di alleviare il nervosismo che sentivo crescermi dentro.

« I tuoi vestiti sono sempre stati meglio a me. » dissi, fingendo di scuotere i capelli. Lo vidi osservarmi con espressione a metà tra lo stupito e il divertito.

« Li hai tagliati alla fine. Non mi piacciono. » scherzò, aprendosi in un sorriso divertito.

« Stupido. » risposi, mollandogli un leggero pugno sul braccio.

Stavo per aggiungere altro, ma fui interrotta da due ragazze visibilmente alticce, che avevano riconosciuto Luke e lo avevano avvicinato per chiedergli una foto. Iniziarono a dargli da dire e a toccargli le braccia, e decisi che non volevo davvero assistere.

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