Capitolo 1 (pt 1)

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C'era una volta una bambina.
Iniziando con "c'era una volta" sembra quasi una favola,vero? E da una certa prospettiva potrebbe anche esserla. Una favola diversa, non di quelle classiche. Una favola che mette in luce le parti più oscure dell'amore. Una favola in cui non c'è la bellissima principessa bionda occhi azzurri a cui tutti siamo abituati. Al suo posto abbiamo una bambina castana, sia occhi che capelli, che porta un paio di occhiali e non ha un bel carattere. Come potete immaginare, questa bambina non ama i vestiti colorati o troppo eleganti. Assolutamente no. Tutto il suo armadio era formato da pantaloni e magliette nere, molte delle quali comprate in reparti maschili di negozi sconosciuti al resto del mondo. Non amava le cose da ragazze. E forse questa bambina non si poteva definire nemmeno "ragazza". Era più paragonabile quasi ad un animale. Ovviamente nessuno la chiamava "animale", perciò tutti la consideravano un vero maschiaccio. E lo era eccome.
Era quella persona che saltava e correva nel fango fresco come un cane, senza pensare a niente o a nessuno, sporcandosi completamente. Saltava nella terra, correva nei campi e giocava con gli insetti più strani che potesse trovare. Solo ciò che i maschi nel suo paese facevano.
E non parliamo di quando si faceva male cadendo sull'asfalto. Non era come le sue amiche che solo per un piccolo graffio scoppiavano in lacrime. Lei aveva come minimo tre volte al giorno, e ogni volta si apriva in due entrambi le ginocchia e invece che lamentarsi si metteva a ridere, e con lei poi pure le persone che erano presenti, che poi la aiutavano a rialzarsi. Siccome appunto cadeva più volte al giorno, spesso cadeva e ricadeva sulle croste ancora aperte e sanguinanti sulle ginocchia, aggravando la ferita.
Quante volte era caduta in bicicletta gareggiando con il suo vicino di casa, Nicolaj, facendo a gara a chi faceva più sgommate...
Insomma,questa non è la solita principessa a cui siamo abituati fin da piccoli.
Questa principessa era in realtà una guerriera. Aveva solo nove anni, ma aveva già capito che la vita non era semplice,che avrebbe sempre dovuto affrontare nuove battaglie e difficoltà,a cui spesso avrebbe perso. Per questo era diversa dalle altre sue coetanee. Aveva come qualsiasi in più, qualcosa che la distingueva da tutte le altre.
Ma ora torniamo alla nostra storia.
C'era una volta una bambina di nome Kira. Questa bambina aveva appunto nove anni e doveva andare in quarta elementare. Lei aveva una specie di demone interiore che le impediva di essere felice. Riusciva a trovare tristezza ovunque. Non lo faceva apposta, le veniva spontaneo.
Si era appena trasferita in un paese vicino a quello in cui abitava prima, e per questo si sentiva sola. Non aveva amici, non aveva nessuno li. Trasferendosi aveva lasciato le persone a lei care, e ne sentiva davvero tanto la mancanza.
Quando la casa era ancora nuova e non ancora arredata, lei si nascondeva nella sua camera e scoppiava a piangere.
Come sarebbe scappata da quella situazione? Non aveva vie di fuga.
L'unica compagnia che aveva era Lyo, il suo cane. Spesso lei gli parlava,anche se lui non poteva capirla. Lyo era un cane di mezza stazza, ed era completamente nero,tranne una macchia bianca sul petto e altre piccole macchie mattoni sulle zampe. Era l'unica cosa che le restava.
Nel suo nuovo paese oltre a lei ci abitavano ormai da anni i suoi zii e i suoi nonni materni, che continuavano a ripeterle: "Dai,esci! Fatti qualche amica e vedrai che ti divertirai anche qui!" Ma lei non ne voleva sapere di uscire di casa. Sarebbe stata sola tutta la vita piuttosto che stare con la gente di quel maledetto paese.
Eppure,sotto sotto, sapeva benissimo pure lei che aveva bisogno di conoscere qualcuno e farsi consolare. Ma allo stesso tempo non voleva nessuno, voleva dimostrare a tutti quanti e a se stessa che non aveva bisogno di nessuno, che se la sarebbe cavata da sola. Ma se qualcuno la avesse stretta in un abbraccio, lei sarebbe scoppiata in lacrime. Perché lei voleva farsi nuove amicizie, ma aveva paura. Di cosa? Non lo sapeva nemmeno lei.
Quello che sapeva era che odiava quel maledetto paese in cui avrebbe trascorso i prossimi anni della sua vita. Voleva scappare da tutto e da tutti, per vendetta, o per paura. E nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.

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