Suonò ai vicini, che la accolsero ancora in casa.
<<Hanno detto di sì>> disse Kira.
<< Allora accomodati.>>
Kira si tolse ancora la giacca, la sciarpa e le scarpe.
Gionny e Stefy erano già seduti a tavola. Da quel che Kira aveva capito, loro padre lavorava come militare ed era in servizio tutta la settimana, perciò tornava a casa solo un paio di giorni a settimana.
Anche lei si sedette.
La donna servì ai tre della pasta. Poi si sedette.
Iniziarono a mangiare, e Roberta iniziò a fare delle domande a Kira.
<<Quindi tu ora sei in quarta elementare,giusto?>>
<<Si.>>
<<E dove vai a scuola?>>
<<Nel mio vecchio paese.>>
<<Ti trovi bene lì?>>
<<Abbastanza.>>
<<Sei felice di essere venuta ad abitare qui?>>
<<No>>
<<Perché?>>
<<Mi mancano i miei amici...>>
<<E non ti andrebbe di conoscere qualcuno qui?>>
<<Per ora no.>>
<<Ad halloween farai qualcosa?>>
<< Non penso>>
<<Se ti va puoi unirti a noi.>>
<<Chiederò a casa.>>
<<Ti piace la pasta?>>
<<Si>>
<<Sai già dove farai le medie?>>
<<Sempre nel mio vecchio paese.>>
<<Vuoi qualcos'altro da bere?>>
<<No grazie,l'acqua va bene>>
<<Magari ti sentirai ancora con i tuoi vecchi amici.>>
<<Lo spero>>
Dopo tutta quella conversazione, le lasciò un attimo di tregua per riprendere fiato.
Kira mangiava un boccone alla volta, e masticava piano, ma con forza ogni volta che abbassava i denti. Quella pasta era davvero buona.
Pure Stefy mangiava lentamente, dando ogni tanto delle occhiatacce alla bambina.
Gionny mangiava molto velocemente, con un sorriso fornito di fossette stampato sulla faccia.
Kira teneva lo sguardo basso sul suo piatto.
Forse, quel piccolo, orribile, inutile paese che disprezzava così tanto non era poi così male.
Però sentiva molta nostalgia del vecchio paese. Era come se avesse perso una parte di sé.
In quel momento era felice, eppure le veniva da piangere.
Poi la donna cominciò a farle altre domande, a cui lei rispondeva con semplici "si" o "no" senza nemmeno sapere cosa le si stava chiedendo.
Finito il primo, seguì una bistecca.
Naturalmente Kira, anche se cercava di nasconderlo, era dall'inizio della cena che si sentiva in imbarazzo. Era strano rispondere a un'immensità di domande che chiedevano di lei e della sua vita mentre tutto avevano lo sguardo puntato su di lei e sulle sue risposte. Cercò come sempre di sopprimere,di nascondere quell'emozione.
Il resto della serata passò con Gionny che raccontava vicende stupide facendo ridere tutti.
Successivamente Kira tornò a casa. Mentre attraversava la breve distanza che separava la sua abitazione da quella dei vicini, sentì tutto in freddo dell'inverno farsi strada tra i suoi indumenti, e lo senti quasi raggiungerle il cuore,dove l'inverno era presente tutto l'anno.
Guardò il balcone della casa dalla parte opposta della strada.
La madre e il bambino non c'erano più.Vi starete chiedendo cosa ci sia di tanto importante in quella madre con quel figlio. "Cosa c'entra con la nostra storia?" Vi siete forse chiesti. Sono allora qui per rispondere dicendo apertamente che non serve a nulla. "Allora perché è presente?" Sarà la vostra successiva domanda. Ha un significato,questo è sicuro. Quando ho scritto quella vicenda,ho sentito in me che qualcosa mi aveva colpito in essa,qualcosa di profondo era nascosto in quelle poche righe che avevo scritto. Mi ha dato una sensazione forte e intensa, che in qualche modo mi ha fatto riflettere. Ha un significato, e forse nemmeno io so coglierne il senso profondo e vero che nasconde. Forse questa è la dimostrazione che nemmeno noi ci conosciamo così bene come pensiamo, che c'è una parte in noi nascosta con un significato identico ad essa, come c'è quel significato che non si trova in quella donna vedova con il suo bambino.
STAI LEGGENDO
Amici come prima
RomanceA iniziare con "c'era una volta" sembra quasi una favola, e per certi versi può anche considerarsi tale. Una favola diversa, non di quelle classiche. Una favola in cui non c'è nessuna principessa da salvare, e in cui non c'è nessun principe pronto a...