Una sagoma tra le fronde

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Non riesco a rimanere sul divano,
Mi sento sola,neanche Biko mi è d'aiuto russa e io ho paura.
Mi arrotolo nella coperta e infilo
le ciabatte .
La porta è rimasta spalancata; entra un vento che mi pizzica le gambe,la corrente fa battere la porta sul
corridoio,un tonfo sordo mi rimbomba attorno.
Mi esce un grido strozzato dalla gola.
《Nonn...nnaaaaa!.》
Corro fuori, ho il cuore che vuole esplodere .
Non ti vedo 《Nonnaaaaaa!.》

Sei ferma ai piedi del salice ,lo sguardo rivolto verso l'alto.

Lo stendino che stava ai suoi piedi si è ribaltato, nella corsa ho inciampato,ho perso pure una ciabatta.

La luna trapassa le fronde diradate dal tempo di questo vecchio albero.
Tra i rami più folti in alto, si muove qualcosa.
Anche Biko,con il tonfo, si è svegliato.
Si accoccola ai piedi della nonna ,il muso rivolto verso l'alto,
non abbaia.
Adesso che i miei occhi si sono abituati alla oscurità, percepisco chiaramente una sagoma;è piccola, sembra quella di un bambino, rimane china .
Avverto nitida,netta,tutta la sua tristezza,è come un pugno nello stomaco .
E talmente violento,imprevisto quello che sto sentendo che vacillo,le gambe mi cedono,
sono costretta a sedermi a terra per non cadere.

Lo chiamavano DONO # WATTYS 2019 #Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora