Kezia la gitana.

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Galoppi su un meraviglioso cavallo Baio.
La sua lunga, elegante coda oscilla,
come un pendolo che ha perso il suo baricentro.
Mi incanto a guardarvi.
Il bambino e l'animale si sono fusi.
Tra di voi si è  aperto un canale di comunicazione,  intimo, arcano.
Non proferisci parola, ma siete un tutt'uno, uniti nel profondo.

Mi guardo attorno.
Le righe, una volte rosse,del tendone del circo dove sei cresciuto,ora sbiadite, assumono tonalità rosate.
La scritta RAMIRO ALVATEZ, quello che dovrebbe essere tuo padre, non si legge più.
Riconosco questo paesaggio.

Piccoli cespugli spinosi accompagnano l'entrata di un cimitero
Sul lato destro una statua.
Il monumento ai caduti con la sua ghirlanda di perenni fiori appassiti, al centro.
Sulla sinistra la vecchia merceria della signora Maria .
È il paese dove è nata la nonna ad un chilometro da qui.

Si avvicina una figura.

È Kezia,la gitana dal sigaro sempre in bocca e dalle lunghe sottane dai colori sgargianti.
Spirali di fumo la accompagnano.

E' lei la donna che,nel silenzio della notte,
lontana dagli occhi di tuo padre,
quando il mondo del circo si fermava e nemmeno una luce avrebbe potuto illuminarle il volto, è lei che veniva da te.

La unica...la sola .

In mano una ciotola ricolma di brodo caldo, dove sospesi galleggiavano grossi tranci di carne succulenta.
Ti portava nutrimento, insieme a interminabili  attimi di calore, e tu, come un assettato si attacca alla bottiglia ,ti attaccavi al suo collo sperando non se ne andasse più.
Ora compiaciuta ti osserva.

Un cane  ti vede abbaia.

Cerca di liberarsi dalla catena.
Scendi da cavallo e lui, gioioso, ti gira attorno.
La catena si arrotola alle tue gambe.
Un ferro sporgente,si infila  nell'incavo del ginocchio sinistro, facendoti quella profonda cicatrice

CHE IO GIÀ SAPEVO CHE AVEVI QUANDO CON QUEL BALZO SEI SCESO TIMIDO DAL SALICE .

Lo chiamavano DONO # WATTYS 2019 #Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora