La Dea Madre e il Dio dalle corna

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Stai evocando il vento, che porta energia, che porta la forza alle tue parole.

Il vento, che spazzera'via paure e malvagità.

VENIRE VENTUS SINERE SENTIRE...

I cerchi che fai con il braccio,ora li rivolgi al cielo.

Nella stanza permea una strana euforia.

Il braccio volteggia nell'aria,nella mano il tuo vecchio altarino.

Lo appoggi a terra ...al centro della stanza.
Intagliate sul bordo di legno,misteriose figure;un cavallo con un'ala spezzata, una donna in ginocchio che prega, un serpente che si morde la coda.

E tu attenta.

L'occhio del serpente deve sempre... vedere,sempre...guardare,sempre...puntare il nord.
Sollevi in alto...come il prete con l'ostia consacrata. ...una figura panciuta.
Emozionata,la accarezzi.

Emblema di antica saggezza,di trasformazioni e profonde rinascite, la DEA MADRE,ti guarda.

Lei il tramite per entrare nel tuo... mondo.

Il mondo degli spiriti buoni,il mondo degli spiriti bianchi.

Accanto riponi il DIO DALLE CORNA.
I suoi occhi dorati..scintille che... creano,che... procreano,che generano che... rigenerano ogni piccola, minuscola, vivente, creatura.
Lui il vecchio protettore delle streghe.
Per la chiesa...Diavolo,per te, un DIO buono di carità.
Sei completamente dentro,immersa nel tuo mondo.

Ma io nonna ho visto la mamma!.
Io voglio parlarti di lei!.
Devo chiederti un sacco di cose...devo dirti di quella siringa, di un limone tra le sue gambe,di un cucchiaio tra le pieghe dei jeans.
Devo parlarti dei suoi occhi nonna, dei suoi capelli distesi nel prato.

E so,che non posso parlare ora,so che è sacrilegio interrompere il rito ma...-《Nonnaaaaa!.》
Grido.
I tuoi occhi,quelle gocce di mare che mi han sempre guardato con immensa dolcezza...ora sono braci...lapilli...lapilli di fuoco che bruciano.
E io non ho più il coraggio di fiatare.

E tu,Janko ...con incanto  la guardi.

I suoi movimenti, i cerchi le braccia ... tu in un...religioso silenzio.
Poi piano,per non spezzare la magia sussurri ....《beber!.》
Non capisco .
《Agua》
《Acqua? vuoi dell'acqua?.》
Povero Janko, non ti abbiamo nemmeno pulito.
Il sangue....ora secco, ti incrosta il mento,non ti abbiamo dato da bere, e chissà quanta fame avrai.

Io persa nel mio viaggio, la nonna immersa nel suo mondo.

Ti mostro un crostino di pane.
《Hai fame Janko? lo vuoi il pane?.》
Neghi ....gli occhi cercano nonna.

Poi,un colpo ...forte alla porta.

Biko abbaia rabbioso.
Un altro colpo, ora è più forte.
La nonna che non sente o....non vuole sentire.
I colpi insistenti,martellano...rimbombano

Janko d'istinto... ti copri la testa.

Spengo con un soffio che trema, le candele che abbracciano il piccolo altare.
È buio...buio totale.
A tentoni, mi avvicino alla tenda, con la mano ne sposto...un piccolo lembo.

Lo chiamavano DONO # WATTYS 2019 #Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora