1. Il risveglio.

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Ero finalmente a casa. La mia casa, il mio letto, il profumo dei gelsomini posti sul davanzale della finestra e la fioca luce del sole che trapassava le tapparelle. Percepivo in lontananza le voci dei miei genitori impegnati a parlare con qualcuno.
Mi sentivo ancora intontita.
Tutti i farmaci erano ancora in circolo nelle mie vene ed il mio corpo era ancora dolorante dopo quasi un mese in terapia intensiva. Avvertivo il bisogno di trovare la forza, e soprattutto il coraggio, di alzarmi da quel letto per affrontare la realtà che mi circondava, ma forse non era ancora arrivato il momento.
Volevo chiamare mia madre per farle sapere che ero sveglia, ma dalla bocca mi uscì soltanto un debole gemito. No, non ci riuscivo. Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dalla stanchezza e dal ticchettio dell'orologio sul comodino.



Incubi.
I miei incubi erano sempre gli stessi: schiaffi, parolacce, pugni, urla, un paio d'occhi che si tingevano di rosso ed un coltello.
Basta, urlava il mio cervello, dovevano smettere. Dovevano andare via. Quei demoni continuavano a tornare, non mi davano pace.

Basta.
Dovevo svegliarmi.
Aiuto!
Provai ad urlare mentre correvo per strada, ma ero sola. Non c'era nessuno lì che potesse salvarmi.
Aiuto.


Sentii scuotermi leggermente il braccio.
"Liz, Lizzie..." la voce di mia madre arrivò alle mie orecchie, soffocata dalle lacrime.  Aprii lentamente gli occhi e la vidi china su di me, con gli occhi gonfi e mio padre al suo fianco.
"Mamma..." sussurrai.
Ero sudata, tremavo e avevo le lacrime agli occhi. Gli incubi non smettevano.
"Tesoro siamo qui, è finito tutto... Siamo qui." mi abbracciò forte mentre mio padre mi accarezzava la testa.
Erano lì.

Everything comes back to you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora