16. Cicatrici del passato.

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Quando Niall mi chiamò dalla cucina per avvisarmi dell'arrivo della pizza che la mia mente si ricollegò alla realtà.
Avevo riletto la dedica che mi aveva scritto qualche anno prima così tante volte che ormai mi era stata impressa a fuoco all'interno del cervello. Tra le dita mi ero girata e rigirata l'anello che Niall mi aveva regalato, un bellissimo solitario in oro bianco, con un diamante al centro. "Questa è una promessa Liz, per sempre" aveva detto una mattina di Novembre.
Avevamo così tanti progetti noi due... Volevamo sposarci dopo la pubblicazione dei suoi due album da solista, ma soprattutto, volevamo dire al mondo che stavamo insieme appena dopo la pausa degli One Direction, ma ciò non fu possibile. Ripensavo a tutto il male che mi aveva fatto, a quanto avevo sofferto e non riuscivo a dimenticarlo.
L'amore.

Il motivo per cui volevo aprire il diario, la frase che avevo scritto per un mio testo - che secondo la mia mente Niall aveva utilizzato - non l'avevo trovata, forse me l'aveva detta o l'avevo semplicemente immaginata; tanta fatica inutile.
Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano, sistemai le cose nella scatola in maniera molto ordinata, e raggiunsi Niall in cucina, che mi aspettava seduto sullo sgabello vicino al bancone. "Scusami, mi sono un po' distratta" arrossii. Sapeva cosa contenesse la scatola, o almeno poteva immaginarlo, non ci voleva un genio. Mi sorrise e senza essere invadente disse: "Dai mangiamo, sennò si fredda."

Restammo in silenzio per un po', con la tv accesa appesa alla parete che ci faceva da sottofondo. Ad un tratto Niall si alzò andando verso il frigorifero.
"Vuoi una birra?" mi chiese alzandola a mezz'aria.
Scossi la testa. "No Nì grazie, non posso bere per via dei farmaci." dichiarai. L'espressione sul suo viso si fece immediatamente seria, come se avesse dimenticato la cosa più ovvia del mondo. Lo sentii mormorare un "Oh giusto" prima di ritornare a sedersi. "Quante volte al giorno prendi le medicine?" chiese addentando un altro pezzo di pizza.
"Ho iniziato con tre volte al giorno dopo i pasti, ora invece le prendo dopo colazione e dopo cena. Per adesso prendo solo antidolorifici, le vitamine le ho ridotte perchè comunque ho ripreso a mangiare—" lo vidi annuire e istintivamente mi toccai la cicatrice sotto il seno. Non sentivo dolore, ma avvertivo la sua presenza. Sarebbe rimasta sempre lì insieme alle altre.

Mi incantai a guardare un punto impreciso sul tavolo e Niall parve preoccuparsi. "Qualcosa non va? Stai male?" disse avvicinandosi. Iniziai a battere le palpebre più volte, mentre lo osservavo imbambolata come una scema. "No scusa, mi sono incantata, pensavo..." Niall si rilassò ma non azzardò a chiedermi cosa mi passasse per la testa e gliene fui grata.

*

"Sai cosa stavo pensando?"
Eravamo stesi sul divano, con una coperta a coprirci le gambe. Niall mi guardò interrogativo a quella domanda, non sapendo esattamente cosa aspettarsi considerando che stavamo guardando il film Pretty Woman.
"Vorrei farmi due tatuaggi... Sai per coprire almeno queste due cicatrici orribili che mi ritrovo ora." sospirai e lo sguardo del ragazzo che avevo vicino si fece preoccupato. "P-posso vederle?" mi chiese, cercando approvazione nel mio sguardo. Annuii. Scostai la coperta dalle mie gambe e, alzando il pantaloncino sulla gamba sinistra, gli mostrai la cicatrice rossa di 6 centimetri che avevo sotto l'attaccatura degli slip, altezza coscia. Era guarita teoricamente, ma il colore rosso non era ancora sparito del tutto - per quello ci sarebbe voluto un po' di tempo. Niall avvicinò la mano come per toccarla, ma poi la ritrasse. Puntò i suoi occhi blu nei miei prima di dire: "Potresti tatuarti quella rosa che ti piaceva tanto."

Ricordai a quando per un periodo i ragazzi della band ogni giorno si presentavano con un tatuaggio diverso, ed io andai in fissa per una rosellina stilizzata. Non ebbi mai il coraggio di farla perchè ero una cagasotto assurda, peggio del ragazzo che mi trovavo di fronte.
"Si infatti—" risposi ed iniziai ad alzare la maglietta per mostrare l'altra cicatrice delle stesse dimensioni. "Qui invece potrei tatuarmi una parola o una frase... Qualcosa di significativo, che dici?" Niall mi guardò imbarazzato alla vista del reggiseno che spuntava da sotto la maglietta. Però mi aveva visto così tante volte nuda che non capii il suo avvampare. Si avvicinò nuovamente e quella volta sfiorò la cicatrice sulle costole, sotto il seno destro, facendo così piano che non percepii nemmeno il suo tocco. Con la maglietta ancora alzata tra le mani e le sue dita sospese a mezz'aria verso la mia gabbia toracica disse: "Ti fa male ora?" "No, ma ogni tanto avverto un leggero fastidio, una sorta di formicolio come se volesse ricordarmi il motivo per cui si trovi qui—" rabbrividii a quel ricordo e istintivamente lasciai cadere la maglietta per farmi ricoprire il ventre. L'espressione di Niall si tramutò da preoccupata ad arrabbiata, oramai sapevo il perchè.
"Vorrei sapere cosa cazzo ci hai trovato in quello lì!" tuonò ad un tratto facendomi sussultare. Il blu dei suoi occhi si era fatto più scuro, come se un velo li avesse ricoperti. Mi fece quasi paura.
"Probabilmente quello che hai trovato tu in Hailee e chissà chi altro." risposi con nonchalance alzando le spalle e puntando lo sguardo nel suo in segno di sfida.

Cazzo. Non poteva proprio permettersi di parlare, perchè mettere in mezzo quella storia?
"Scusa..." mormorò rivolgendo lo sguardo al televisore.
Quella situazione era molto scomoda, sarei voluta scappare in camera, ma non volevo allontanarmi da lui. Il mio corpo era sempre stato attratto dal suo come due magnetici di poli opposti.
L'attenzione del moro fu attratta dalla vibrazione del suo cellulare. Lo guardai incuriosita mentre leggeva un messaggio.
"Louis mi chiede se il barbecue possiamo farlo domani a pranzo. Per te va bene?" Feci spallucce. "Certo, va benissimo. Tanto cos'abbiamo da fare?"
Niall mi sorrise un po' forzato, ed iniziò a messaggiare con il nostro amico.
"Portano loro la carne hanno detto. Domattina vado a fare un po' di spesa: carbonella e altro. Vuoi venire?" chiese posando il telefono sulle gambe. "Meglio di no. Non vorrei ti cacciassi nei guai con il tuo management se mai dovessero uscire nostre foto—" lo punzecchiai alzandomi dal divano con gli occhi che mi bruciavano. Era la storia più vecchia del mondo. Mi guardò imbambolato per qualche secondo, non sapendo esattamente cosa controbattere. "Vado a dormire Niall, sono un po' stanca. Buonanotte."
Lo sentii mormorare debolmente "Buonanotte Liz" mentre mi chiudevo a chiave nella mia stanza.
Mi sentivo una cretina. Le lacrime che avevo avvertito poco prima iniziarono a scendermi sulle guance, senza sapere il perché. Spostai la scatola ai piedi del letto e mi infilai sotto le coperte.

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