Why

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Chuuya's p.o.v.

Mi risvegliai, ero legato ad un tronco, no era un palo molto spesso, liscio e freddo, non riuscii ad utilizzare la mia abilità per liberarmi, strano. "Dove mi trovo?" Sussurrai, era un luogo a me sconosciuto quello, non sapevo dove mi trovassi. "Sei nel bunker di 'Lei'." "Chi è lei?" Chiesi, non avevo paura, provavo solo... Ribrezzo. "La donna che ti ha rapito" "e tu chi sei? Fatti vedere codardo!" Un uomo sulla trentina uscì dalla penombra, aveva il naso bruciato e un marchio sul collo, una sorta di due buchi neri, con un disegno rosso, sembrava che uscisse del sangue. Appena si accorse che stavo guardando il marchio lo coprì nervosamente, come se avesse avuto paura di mostrarlo, anzi, sembrava che lo detestasse. "Non guardare il nostro marchio" "che intendi dire con nostro? Ci sono degli altri come te?" Lui fece una risata nervosa, si sentiva in colpa e lo mascherava con essa "non solo, ma anche tu ce l'hai" "c-cosa?" Mi guardai intorno, lo cercavo, ma non riuscivo a vederlo, "sembri disperato! Ecco, tieni" disse facendomi guardare allo specchio: avevo un marchio identico a quello di quel tizio, però si trovava sotto il mento. "Allora, ti piace?" Cominciai a dimenarmi, volevo menare a sangue quel brutto figlio di putt*** che aveva osato toccarmi. "È inutile... Oh giusto! Stavo per dimenticarmene! Il tuo amico Dazai è con 'lei' ora" il mio cuore saltò un battito, cominciai a piangere e a dimenarmi sino a farmi sanguinare le mie mani che stavano legate dietro la mia schiena. "DOV'È?!" "Ma come? Ti preoccupi per quel suicida mentre tu stai per saltare in aria?!" "DIMMI DOV'È?!" "è all'agenzia, insieme al capo..." La sua attenzione fu catturata da un messaggio, mise la mano destra nella tasca e tirò fuori un telefono piccolo, aveva inciso delle piccole lettere: "al mio fratellone!" Così c'era scritto. Uno sguardo scokkato comparve sul suo volto, lasciò cadere il telefono per terra e prese in mano la pistola. Tremava era spaventato e i suoi occhi erano iniettati di sangue "L'AVETE UCCISA VOI LURIDI BASTARDI!" mi sparò in una gamba, poi nell'altra, intanto urlavo dal dolore "avete ucciso la mia sorellina... LA MIA SORELLINA È MORTA PER COLPA VOSTRA!" un altro sparo, questa volta sulla spalla. Sì sentì un rumore e l'uomo cadde a terra, intanto piangevo come un bambino, le ferite d'arma da fuoco bruciavano e l'uomo prima di svenire sussurrò "IT". Uno scenario spaventoso mi si presentò davanti: Dazai impiccato con tutta l'agenzia che piangeva sotto di lui, Atsushi si girò e urlò conto di me "L'HAI UCCISO TU! È COLPA TUA!" Continuai a guardare la scena, le lacrime mi scendevano sulle guance "non può essere... Lui è..." Un dolore lancinante mi attraversò il petto per poi diffondersi per tutto il corpo, non sentivo più i dolori per gli spari, Atsushi cominciò ad avanzare verso di me con aria minacciosa, l'agenzia lo seguì. Mi scrutò, trasformò la sua mano in zampa e mi afferrò il collo cominciando a stringere, "NON DOVRESTI NEMMENO ESISTERE!" urlò "MUORI!" urlarono tutti.
                               ...
"Buon compleanno Chuuya!!!" "Smettila Dazai!" "Ma è il tuo compleanno Chu! Ti ho fatto pure il regalo!" I miei occhi brillarono di desiderio e con un sorriso strafottente dissi "ah sì? Allora dov'è?" "È una cosa che non è concreta" allora avevo 8 anni e non capivo bene il significato delle cose, dei gesti, e delle parole. "Se non è concreta non è un regalo, no?" "Fidati, ti piacerà" detto ciò mi prese per la mano e mi trascinò fuori dall'edificio dove ci trovavamo, correva e a tratti io gli urlavo dietro "Dazai! Rallenta!" Lui rideva, la cosa più pura e intoccabile del mondo, il suo sorriso. Lui si girò verso di me e mi chiuse gli occhi con le mani, "devi tenerli chiusi, mi raccomando!" "Che senso ha?" "Fidati di me!" Non avevo nemmeno idea di dove ci trovassimo perché ero troppo concentrato ad ascoltare la sua risata. "Ok, ora puoi aprirli!" Stetti al gioco e aprii gli occhi, uno spettacolo mi si presentò davanti: un albero. "Mi hai portato qui per un albero?" "Non è un albero normale!" Detto ciò si avvicinò e staccò un pezzo di corteccia, e a seguire sì staccò un intero pezzo, creando un entrata. "Un nascondiglio!" "Ta-dan! Ti piace?" Disse arrossendo leggermente "è bellissimo! grazie..." Dissi sussurrando l'ultima parola, sperando che non mi avesse sentito ma un leggero bacio si adagiò sulla mia guancia seguito da un "non c'è di che Chu! Ora entra pure!" Entrai, era tutto buio, poi luce, tante lucine colorate erano attaccate al soffitto dell'albero cavo, vidi vari oggetti per terra: un tappetino rosso, una carta geografica arrotolata, delle puntine e un cupcake con una candelina affiancata da un accendino. Dazai mi corse accanto e accese la candelina facendo segno poi di mettermi a sedere vicino a lui, "è ora che tu esprima il tuo desiderio Chu!" Annuii e dopo aver pensato intensamente soffiai sulla candelina "cosa hai desiderato?" "Non si può dire sennò non si avvererà! Ora mangiamo dai!" Diedi un morso al cupcake, una sola parola per descriverlo: delizioso. Glielo porsi e lui ne diede un morso, la panna gli si attaccò al naso e scoppiai a ridere, "cosa hai da ridere?" "Il tuo naso!" Sui sì guardò la punta del naso leccò la panna, "tu ne hai un po'sulla guancia" disse ridacchiando "dove?" Mi passai le mani sulle guance "ce l'hai ancora! Fermo!" Mi di avvicinò e con un dito la tirò via, "grazie..." "Prego! È ora di decidere!" "Cosa?" "Dove andare dopo essere andato via dalla port-mafia!" "Che ti dice che io voglia andarmene?!" Dissi incrociando le braccia, anche se volevo davvero andarmene, lui divenne serio "lo vedo nel tuo sguardo, so che vuoi andartene di qui" ci pensai su un po' poi risposi "dove andremo?" Un sorriso si creò sul suo volto "la prima tappa la deciderà il festeggiato!" "Ok! Allora... Sono indeciso..." Chiusi gli occhi e puntai il dito su un punto a caso della cartina.  Riaprii gli occhi e guardai dove avevo messo il dito "complimenti Chu! La nostra prima tappa sarà Roma!ti piace?" "Va benissimo!" "Perfetto!" Prese le puntine e attaccò la cartina all'albero, puntando poi Roma con una puntina. "Dazai?" "Sì?" "Perché avevi detto che questo non era un regalo concreto? L'albero mi sembra abbastanza concreto." "Vedi Chu... Io non ti ho regalato l'albero, né tantomeno il rifugio, ma ti ho regalato la speranza e la possibilità di andarcene di qui... Capisci?" "Direi di sì" "vedi... Non è importante dove ci troviamo ma è importante solo se stiamo insieme" una lacrima di commozione scese sulla mia guancia e mi affrettai ad asciugarla ma un altra cadde, seguita da altre. "Chu? Sei triste? Ti ho fatto arrabbiare?" "No idiota!" Mi affrettai a rispondere mentre altre lacrime scendevano, "oh, tieni!" E mi porse un fazzoletto di stoffa. "D&C? Che significano?" "Oh, quelle..." Disse grattandosi il capo "era l'altro tuo regalo, sono la D di Dazai e la C di Chuuya. Ti piace?" Disse con sguardo innocente, quando le lacrime sembravano aver smesso eccole di nuovo fare capolino sui miei occhi. "Bastardo, mi hai fatto piangere di nuovo" lui realizzò "sono di felicità quelle?" Disse indicando una lacrima che mi attraversava il viso "ma va?! Hai capito ora?" Continuai ad asciugare le lacrime ma delle mani mi presero il viso facendomi scontrare contro delle bellissime iridi marroni, "non devi nascondere la felicità, e nemmeno la tristezza, perché è quello che ci rende umani. Guardati Chu, SEI una persona fantastica e piena di talento, non aver paura di nascondere le tue emozioni". Ricominciai a piangere a quel punto Dazai mi abbracciò e cominciai a battere dei pugni contro il suo petto, "sei cattivo Dazai, mi hai fatto piangere..." "Prego" disse sghignazzando. Quella sera non tornammo a casa, rimanemmo lì, abbracciarti a raccontarci i nostri sogni, dove saremmo stati e cosa saremmo stati, mai avremmo immaginato quello che sarebbe successo.
                               ...
"MUORI!" urlò ancora Atsushi, in effetti era vero sarei dovuto morire, ma non quel giorno, "NO!" urlai e attivai Corruzione, le manette si spezzarono e spinsi via Atsushi, con un calcio poi lanciai via l'intera agenzia. Creai un gravitone gigantesco, non riuscivo più a controllarmi, stavo per lanciarlo quando una mano mi toccò il viso e mi fece tornare alla normalità. Dazai stava davanti a me con un sorriso preoccupato, "Chuuya..." Sussurrò, i dolori delle ferite d'arma da fuoco si sentirono di nuovo più forti di prima e urlai per il dolore. Caddi in avanti e Dazai mi prese urlando poi "YOSANO!" Con la mano insanguinata gli toccai la guancia sussurrando "ho sempre e solo desiderato che tu stessi bene" sorriso debolmente e svenni mentre Dazai urlava.
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Mi risvegliai nell'infermeria con affianco Dazai dormiente, era bello sapere che fosse vivo. "Daz..." Sussurrai e lui alzò la testa di scatto facendo notare che non aveva dormito dalle evidenti occhiaie, una lacrima scese sulla sua guancia "Chuuya..." Sorrise dolcemente e gli sorrisi, lui afferrò la mia mano e la strinse. "Per quanto ho dormito?" "Due giorni" "mhh, e tu da quando non dormi?" Dissi facendo riferimento alle occhiaie "...due giorni" "ah, ok" dissi sorridendo divertito. "Chuuya, abbiamo completato l'incarico, abbiamo catturato coloro che facevano esplodere le bombe e abbiamo liberato gli ostaggi/kamikaze" "bene..." "Chuuya? Cosa c'è?" "Mi ha mostrato quello di cui ho più paura" dissi tremando e piangendo "credevo di non aver paura di niente e ora... Il realizzarlo... È molto difficile per me" "Chuuya, cosa hai visto?" Abbassai lo sguardo sui lenzuoli bianchi "tu morivi, ed era colpa mia... Ti avevo portato al suicidio... E... E..." Cominciai a singhiozzare, portai le mani in viso per coprirmi, non volevo che mi vedesse così. Una mano mi fece togliere le mani dalla faccia, non volevo guardarlo in questo stato "Chuuya, guardami" chiusi gli occhi "ti ricordi quello che ti ho detto? Non devi avere paura di essere triste e nemmeno felice" in quel momento scattó la mezzanotte "Buon compleanno Chuuya". Era una notte di aprile, il 29 aprile, quella notte Dazai mi stette abbracciato continuamente e non riuscii a dormire per il cuore che continuava a battere all'impazzata per quello che il moro mi aveva detto poco prima di cadere tra le braccia di Morfeo: "se la paura che io muoia è quella che ti terrorizza, allora io non morirò mai, né per mano mia né di quella dei nemici".

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