Capitolo 20

1.3K 69 0
                                    

-Novità in casa Barcellona-

Capitolo 20

E' una giornata frenetica al Joan Gamper.

E' pieno di giornalisti, televisioni, radio per l'ultimo discorso di mio nonno e poi ci sarà la mia presentazione.

Sono presenti tutti i grandi del calcio, il presidente della Fifa, i collaboratori, la dirigenza, e la squadra del Barcellona.

Nel ufficio del nonno c'è aria tesa, sono davanti lo specchio cercando di sistemarmi i capelli per la milionesima volta, mentre nonno sistema la cravatta a nonno, dopo quasi 60 anni di matrimonio, è come ai vecchi tempi.

Sono innamorati proprio come 60 anni fa, a volte mi fanno una tenerezza assurda, quando si prendono per mano, e si scambiano dolci baci, senza malizia. E nonno la chiama ancora amore. Lo dice sempre il "mio amore."

Sorrido a quel pensiero, sperando che un giorno io possa avere la stessa fortuna. Che succeda anche a me.

Ho un pantalone stretto blu, una maglietta bianca a maniche corte con lo scollo a V, la giacca elegante sempre blu, con lo stemma piccolo del Barҫa. Le mie fedeli Loubontin più alte del solito.

-sei bellissima Luce- dice nonno prendendomi per mano e conducendomi fuori dall'ufficio.

Camminiamo a braccetto fino alla sala enorme delle conferenze. Entriamo e parte un applauso, sono tutti in piedi, ad applaudirci. Più che altro sono per nonno. Ci sediamo sulle poltroncine in pelle dietro alla scrivania, permettendoci la visuale di tutto. Neymar è seduto su una sedia nella mia verticale, è davanti i miei occhi, e mi sorride per darmi conforto.

Indosso i miei occhiali da vista prima che nonno inizi il suo discorso, mi stringe la mano e inizia a parlare.

-avevo preparato un discorso, ma sfortunatamente per l'emozione l'ho dimenticato- dice ridendo e facendo ridere gli altri - oggi, sono 40 anni che il Barcellona è sotto la mia guida. Erano tempi duri, ma con lo sforzo e l'aiuto di mia moglie io sono diventato quello che sono oggi- si commuove e io gli stringo la mano.

-ho avuto un infarto recentemente, e non ce la faccio più, sono stanco, l'età comincia a farsi sentire anche per me. Ho paura a mettere in vendita il Barcellona. Perché io ho costruito tutto dal nulla, voglio qualcuno che porti avanti la mia tradizione. Quel qualcuno l'ho trovato,anzi trovata. Mia nipote Luce. Ho sempre avuto grandi aspettative da lei, ha sempre amato il calcio fin da bambina, non l'ho mai vista, mai con delle scarpette da ballo in mano, sempre un paio di scarpini consumati e quel pallone di cuoio scucito, che portava da per tutto e io ancora conservo- mi vengono i brividi a quei ricordi -io sono sicuro che lei è la persona perfetta, ha carattere, e sa gestire benissimo le situazione.

Lei è la mia degna erede, la persona di cui mi fido ciecamente, il mio tesoro, ed anche se sarà l'unica donna, di certo non si farà problemi. So che è raro vedere una donna al comando di una squadra, l'ultimo esempio risale al 2011, la presidentessa Rosella Sensi, del noto club AsRoma, andata al vertice dopo la morte del padre, Franco Sensi, grande uomo e mio grande amico. Sono sicuro che incanterà tutti, è degna di fiducia, e io credo in lei- finisce il suo discorso, e sono felice di questo. Ora so che tocca a me

-per cominciare, buongiorno a tutti. Non mi voglio dilungare troppo. Ti ringrazio nonno per quello che mi hai insegnato, ti renderò fiero lo giuro. Per il resto spero di non deludere nessuno, apprezzerò ogni tipo di consiglio e accetterò tutte le critiche che mi serviranno per andare avanti. Ho 19 anni ma so di poter imparare tanto- si alzano tutti in piedi ad applaudire.

Firmo le carte, investita da mille flash. Poi la foto finale, io e nonno in piedi vicini che ci tendiamo la mano. Lo abbraccio alle fine.

Ci spostiamo tutti verso i campi da gioco per fare la foto do gruppo. Nei corridoi c'è un gran vociare, e tanta gente che mi fa i complimenti. Passo davanti alle porte dello spogliatoio, quando si apre la porta e una mano mi afferra per farmi entrare, sto per lanciare un urlo quando mi accorgo di chi si tratta..

Sono con la schiena al muro con lui messo davanti a me, con la mano destra appoggiata al muro.

-come ti devo chiamare ora? Presidente, capo o boss?- dice con finta voce seria

-scemo-dico spingendolo e ridendo, lo ritiro verso di me e ci baciamo, un bacio vero, pieno di passione. Non mi accorgo del tempo che passa, e dopo un po ci stacchiamo, guardo il mio Rolex.

-CAZZO NEYMAR!- gli urlo in faccia facendolo spaventare

-che c'è? Che è successo?- domanda preoccupato

-è mezz'ora che siamo qui e dobbiamo farci la foto- annuncio

-MERDA!- urla lui

Mi prende per mano, e mi trascina fuori correndo. Arriviamo ai campi senza fiato ancora mano per mano

-eccovi! Ma dove eravate finiti?- domanda Leo ridendo, e mio nonno che ci guardava attento

-scusate piccolo imprevisto, ci siamo- dico avvicinandomi agli altri

-piccolo imprevisto eh?- domanda Dani Alves con voce maliziosa, abbassando e alzando le sopracciglia contemporaneamente.

-coglione- gli do una gomitata ridendo.

Ci mettiamo tutti in posa, sto in mezzo tra tutti i maschi e alla mia sinistra ho Neymar. Mentre il fotografo fa il conto alla rovescia, Neymar mi fa girare, verso di lui e mi bacia mentre parte il flash della macchina fotografica.

«eccomi qui con questo nuovo capitolo. Vi piace? Questa storia sta per arrivare al termine, ma ne inizierò un'altra. Mi è sempre di aiuto il vostro supporto! Adoro tutte voi che leggete le mie storie»

Un bacio

•BENNY❤️

Football, Psychology and LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora