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Coppia: Non ve lo dico MUAHAH

Tema: Libero

Rating: Rosso 🔴

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Dire che quel posto era confusionario sarebbe stato un eufemismo. Appena entrato San si sentí stordire, il soffitto altissimo lo lasciò a bocca aperta come la vastità dei saloni. Gente elegantissima si spostava da una parte all'altra chiacchierando e ridendo, camerieri sfrecciavano tra le persone e servivano qualsiasi cosa, dal cibo ai cocktail.

San si sentiva minuscolo, quasi ebbe timore a scendere le scale del casinò e buttarsi tra tutta quella gente, ma la donna anziana al suo fianco non gli diede scelta. Chiuse le sue dita grinzose ma ancora forti intorno al polso del ragazzo, poi lo tirò con se.

Lasciò la presa solo quando finalmente furono in quella che a San parve la zona più affollata dell'enorme stanzone, tanti tavoli dalla forma quasi ovale erano disposti ordinatamente. La donna andò spedita verso uno di questi, libero c'era soltanto un posto.

Con eleganza si sedette sullo sgabellino, poi si voltò verso di lui.

«Stai dietro di me, non andare in giro, guarda come si fa e impara.» Impose prima di tornare girata verso al tavolo.

San non ebbe nemmeno il tempo di rispondere perché lei non lo guardava più, con le gote ormai rosse si guardò in giro, in particolare guardò le facce degli altri giocatori che erano seduti al tavolo. Sembravano tutti superare la quarantina tranne uno che non poteva nemmeno aver più di venticinque anni.

La partita di poker iniziò quasi subito dopo il loro arrivo, evidentemente aspettavano di occupare tutti i posti prima di cominciare a giocare.

San cercò di concentrarsi sul gioco ma la cosa durò circa due minuti; non ci capiva niente ma sopratutto si stava annoiando. Guardandosi intorno notò di non essere l'unico accompagnatore, quasi tutti i giocatori avevano qualcuno dietro alle spalle che seguiva meticolosamente il gioco e delle volte provava addirittura a consigliare la prossima mossa.

Tutti gli sguardi erano puntati sulle fiches ammassate al centro del tavolo tranne due. Il primo era quello di San, che per essersi accorto della cosa non stava sicuramente seguendo la sfida; il secondo era quello di un ragazzo giovanissimo davanti a lui. Quest'ultimo era evidentemente l'accompagnatore dell'unico giocatore under quaranta, gli teneva le mani posate sulle spalle e gliele massaggiava lentamente.

I suoi occhi erano puntati su San e lo stavano mettendo terribilmente a disagio, il moro cercò di tornare a guardare il tavolo da poker ma continuò a sentirsi osservato. Alla fine ricambiò lo sguardo.

Cosa voleva? Che diavolo aveva da guardare?

San stava iniziando ad irritarsi parecchio quando la lingua del biondo davanti a se sgusciò fuori dalla sua bocca, passò lentamente sul labbro inferiore e poi sulla punta del canino.

Il moro sgranò gli occhi, e quello cosa era stato? Pensò che il tizio fosse matto, spostò la propria attenzione altrove ma pochi secondi ed era tornato a fissare lo sconosciuto davanti a se. Quello sorrise ampiamente e si mordicchiò il labbro inferiore. San pensò che avesse dei denti perfetti, un sorriso splendido.

Arrossì per quei pensieri - o forse lo aveva già fatto per gli sguardi dell'altro? - e si portò una mano in faccia, tentando di nascondere l'imbarazzo.

Il biondino si abbassò verso la testa del giocatore che stava accompagnando, gli sussurrò qualcosa all'orecchio prima di sorridere contento e tornare dritto. L'altro ragazzo, quello evidentemente più grande, sollevò gli occhi dalle carte che stringeva tra le mani e guardò anche lui San, che per tutti quegli sguardi stava diventando del colore della giacca fiammante dei camerieri.

𝘼𝙏𝙀𝙀𝙕 𝙊𝙉𝙀 𝙎𝙃𝙊𝙏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora