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Simona's pov

Mi sveglio e guardo l'ora. Sono le 12. Nel mio letto c'è il mio ex, non ricordo molto della festa di ieri sera, ero parecchio ubriaca.

"Buongiorno piccola" dice lui

"Ehm"

"Non ricordi nulla vero?" Ride lui ed io annuisco

"Peccato, è stato bellissimo" si alza dal mio letto e si riveste, ora ricordo qualcosa, tipo io che sbronzissima piango sul tetto, lui che mi consola, io che lo bacio e infine lui che mi prende in braccio, mi porta in camera mia e facciamo quel che facciamo.

"Dove sono le mie stampelle?"

"Credo sianl sul tetto, te le vado a prendere e poi me ne vado"

"Grazie" sorrido e il ragazzo esce dalla mia stanza, prendo in mano il cellulare e guardo le storie di ieri sera. Nelle storie di mio fratello ci sono solo io ubriaca, ma la storia più interessante è l'ultima: io nel mio letto  con quel babbo che dorme abbracciandomi.

"ELIAAA CHE CAZZO HAI POSTATO" grido e mio fratello entra in camera mia ridendo, ma subito si gira dall'altra parte

"Ti voglio bene, ma vestiti che siamo in ritardo"

"Le tue stampelle" dice ritornando Marco, me le lascia in mano, mi da un bacio sulla guancia ed esce, Elia lo guarda male e lui spaventato scappa letteralmente via.

"10 minuti e ci sono" dico mettendomi  l'intimo, lui annuisce ed esce dalla mia stanza

-

"Questa è casa mia" dice mio fratello mentre usciamo dal garage. Abbiamo trovato un po' di traffico, quindi siamo arrivati alle 17 anziché per le 16.
Giardinetto, abbastanza piccolo, con un gazebo in legno e una panchina vicino all'entrata della casa. Entriamo e dentro. Gli unici aggettivi che mj vengono in mente sono "piccolina, tenera e accogliente". Non è arredata in modo pretenzioso, è semplice. Alcune foto sparse sono coperte, probabilmente sono quelle con Giulia. A piano terra c'è il salotto, la cucina, la sala da pranzo e un bagno, al primo piano ci sono 3 stanze. La prima di mio fratello, la seconda con 2 divani e un televisore enorme e infine l'ultima.

"Spero ti piaccia" dice mio fratello aprendomi la porta.

Entro in camera e rimango a bocca aperta. Le pareti sono verdeacqua, il letto ad una piazza e mezza come piace a me, con le lenzuola nere. Un armadio a parete completamente nero, una cassettiera del medesimo colore e la nostra prima foto incorniciata e appogiata sopra. Qualche lacrima mi scende, mi volto verso di lui e lo abbraccio forte.
La cosa più bella è che il letto è situato sotto una finestra enorme, come ho sempre voluto avere il letto.
Dalla parte opposta del letto, una scrivania in legno sempre tutta nera.

"Grazie"

"Figurati"

"Stanno arrivando i miei amici così mi aiutano a portare i tuoi scatoloni in camera, poi mentre tu ti sistemi noi prepariamo il festino" annuisco e lo abbraccio ancora.

Scendiamo in cucina e ci facciamo una birra, poco dopo il campanello suona. Ad Elia si apre un sorriso enorme, poi va alla porta ed apre.

"Entrate ragazzi, mi siete mancati" dal vivo sono ancora più carini.
Gionata viene verso di me e mi da un bacio sulla guancia

"Noi due dobbiamo parlare" mi sussurra e poi si allontana

"Lei è mia sorella Simona" Elia si avvicina a me ed io imbarazzata sorrido a tutti.

"Loro sono Luca e Francesco" Capo Plaza si avvicina a me e mi stringe la mano mentre Ava mi sorride timidamente

"Finalmente conosciamo la famosa sorellina" dice Plaza sorridendomi ed io arrossisco.

"Diego e Mirko" indica poi Izi e Rkomi che mi sorridono e mi danno un bacio sulla guancia

"E infine lui è Paolo" il famoso produttore Charlie Charles si avvicina a me, mi stringe la mano e mi bacia la guancia, poi mi sussurra un 'sei bellissima' io arrossisco e poi finisco la mia birra.

"Okay sorellina andiamo a prendere gli scatoloni, tu sali" annuisco e vado verso le scale.

"Vuoi una mano?" Mi chiede Gionata

"Volentieri" dico voltandomi verso lui,  si avvicina a me e mi prende in braccio, con la coda dell'occhio vedo Paolo fidarci apatico e poi uscire dalla porta di casa. Gionata sale le scale con me in braccio, poi ritorna giù, mi prende le stampelle e me le porge.

"Grazie" andiamo verso la mia camera, lui si sdraia sul mio letto ed io mi siedo accanto a lui. Lo guardo un po' negli occhi, ma lui non fa altro che stare in silenzio.

"Volevi dirmi qualcosa?"

"In realtà no, volevo stare solo un po' solo con te"

"Davvero?" Dico io sfidandolo con gli occhi.

"Scusami, non sarebbe dovuto succedere" dice lui

"Non preoccuparti, io di certo non ero in me, è tanto se ricordo cosa sia successo" dico distaccatamente, lui sembra offendersi perché si alza dal letto e si siede accanto a me.

"Però te lo ricordi" si avvicina a me, sento il suo respiro sulla mia pelle e il mio fiato si accorcia, poi sentiamo tossire e lui si allontana da me.
Ci giriamo verso la porta, Paolo sta lì a fissarci.

"Scusatemi" aggiunge, sembra quasi arrabbiato, o forse è la sua espressione normale, non lo so.

"Tranquillo" dico io

"Appoggia pure per terra" dico alzandomi con le stampelle

"Ma sei scema? Hai le stampelle, lo metto sulla scrivania"

"Grazie" dico io timidamente. Il ragazzo mi guarda brevemente negli occhi, ma è una delle sensazioni più belle del mondo. Non so come spiegarlo, è come se dicesse tutto e niente nella stessa volta.

MY KOMPAREMA // DREFGOLDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora