This is all I know

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Perché mi ha baciata, no?

Perché mi ha baciata e non avrebbe dovuto farlo.

Non con me.

Non per poi uscirsene con i suoi modi di merda.

"Mi ha baciata" dico velocemente, assumendo una delle espressioni più intimorite che abbia mai avuto.

I suoi occhi si spalancano di colpo, e la sua bocca si dischiude involontariamente.

"COSA?!" strilla il ragazzo, mentre il suo viso diventa ancora più esterrefatto.

Disperatamente esterrefatto.

"Ma che ne so Nash! È tuo amico, non mio! Non dovresti essere così stupito del suo comportamento se vi conoscete così bene!" inizio a farfugliare io, sentendomi tremendamente in un pasticcio.

Gli occhi del ragazzo tornano alla normalità, mentre inizia a premere le labbra tra loro.

Si porta la mano sul mento, fissando un punto preciso sul volante, per poi scuotere la testa più volte.

"Non mi stupisce il fatto che ti abbia baciata, Lil. Mi stupisce il fatto che non abbia ancora capito che con te non lo può fare" ribatte lui, mentre nel suo tono stavolta traspare un profondo fastidio.

"Mi stupisce il fatto che ancora non abbia capito che tu non sei Josie, e non sei tutte quelle altre ragazze con cui si diverte a giocare" continua poi, sbattendo appena la mano sul cruscotto.

Josie.

"Josie è quella bellissima ragazza bionda, vero?" chiedo io, ricordandomi di quella perfetta ragazza che due mesi fa è entrata nell'aula che io e Mendes stavamo pulendo.

"Si è lei, anche se dopo averla conosciuta bene non sono neanche più in grado di dire che sia bella" sputa Nash, storcendo il naso.

Giuro che a volte mi metterei a piangere per l'intelligenza e la sensibilità di questo ragazzo.

"Almeno tu nell'universo" affermo di rimando, facendolo suonare quasi come un canto di chiesa.

Nash ridacchia un attimo, per poi tornare gelidamente serio.

Si volta verso di me, mentre io cerco di ignorare quanto sia agghiacciante la sua espressione in questo momento.

"Ci vado a parlare" esordisce seccamente, e qualcosa nella sua voce mi dice che non sarò di certo io a fermarlo.

Cristo Santo, che casino.

"Che hai intenzione di dirgli, Nash?" chiedo titubante, senza poter evitare di essere un tantinello preoccupata.

Questo ragazzo è tanto buono e caro, ma francamente non ho ancora idea di come sia quando qualcosa non gli va decisamente a genio.

Madre santa, ho un pessimo presentimento.

"Ho intenzione di dirgli come stanno le cose, e ho intenzione di farlo adesso" risponde schiettamente lui, per poi aprire con un gesto secco lo sportello della macchina.

Mi lancia le chiavi ed un'ultima occhiata, incamminandosi verso il retro della scuola.

Mi guardo un attimo intorno, spaesata, fino a che non incrocio con lo sguardo la moto parcheggiata di Mendes.

Guardo l'orario dal telefono, accorgendomi che siamo venti minuti in anticipo rispetto al suono della campanella.

In un primo momento aggrotto le sopracciglia, confusa: sono uscita di casa alla stessa ora di tutti gli altri giorni, ma tutti gli altri giorni arrivo in orario a stento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 22, 2019 ⏰

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