You don't care, right?

3.1K 144 83
                                    

Sono passati diciassette oziosi giorni da quando quel delinquente, quel buzzurro, quel pirata della strada di Mendes ha tentato di farmi fuori.

O meglio, da quando io ho tentato di finire sotto le ruote della sua moto.

Dettagli.

Ma non è questo il punto, dannazione.

Il punto è che sono finite le vacanze di natale.

Cristo.

E sapete qual è la peggior cosa in tutto questo?

Che quel giorno, dopo essere tornata a casa con il vetro del telefono spaccato, non c'era una pizza ad aspettarmi.

C'era una frittata.

Una fottuta frittata con le patate.

Sul serio?

Come posso reagire io davanti ad una scontatissima frittatona, quando mi era stata promessa una prelibatissima pizza, metà diavola e metà margherita?

Male.

Molto male.

Ora che ci penso, credo che le delusioni culinarie siano un vero e proprio colpo al cuore, di quelli devastanti eh.

Sono come una verifica a sorpresa durante l'ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze.

Se ve lo state chiedendo, è successo davvero.

Ma se non ve lo state chiedendo, ve lo racconto lo stesso.

Ebbene si, cruda realtà, ricordo tutto distintamente come se fosse ieri:

È una tempestosa giornata di Dicembre, il vento gelido mi sferza il volto quasi come a volermelo strappare, lo zaino pesa come un bue mannaro ed io a stento riesco a camminare fino al cancello della scuola e.........no, non proprio.

Cioè, quasi.

Comunque sia, le cose andarono in questo modo:

Apparentemente sarebbe una giornata come tutte le altre, se non fosse per il fatto che oggi è l'ultimo sacrosanto giorno di scuola.

L'ultimo.

E dopo?

L'estate?

No beh, l'estate no, altrimenti sarebbe già partito il ballo della vittoria con tanto di coro, probabilmente sopra il cruscotto dell'auto della prof di biologia, impugnando una mazza da baseball giusto per incuterle timore.

Santo cielo, non la sopporto proprio.

Poi qualcuno dovrebbe seriamente farle aprire gli occhi, perché quel rossetto arancione le sta da schifo.

Ma veramente da schifo.

Comunque sia, abbandono l'immagine del mio possibile ballo della vittoria per raggiungere l'aula di filosofia, popolata da una mandria di bufali zompettanti.

Oh, la gioia dei quasi vacanzieri.

Quasi.

Lo zaino pesa davvero come un bue mannaro, e a dirla tutta comincio seriamente a spazientirmi di questo.
Che poi non è tanto per la condanna di doverlo portare sulle spalle ogni giorno (che già di per se è piuttosto stancante), quanto per l'impegno che serve per chiuderlo.

E per il tempo che impiego, soprattutto.

Mio Dio, posso ancora percepire la disperazione mista allo sclero della scorsa settimana, che urto.

Bad  | Shawn Mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora