𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝟏𝟑

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Ben arrivò nella stanza e lo trovó a dormire.
"Joey" Sussurró. Vederlo così…
Sentì che il medico del castano lo lasciava solo, con lui e si chiudeva la porta della stanza alle spalle.
Il biondo si lasció crollare su una sedia che avvicinó al letto del suo ragazzo e gli sfioró dolcemente una guancia.
Lo guardó per minuti che gli sembrarono infiniti.
Dormiva. Stava bene, era anche sereno.
Il più piccolo sussurró nuovamente il suo nome, quando il castano si sveglió, guardó il suo ragazzo e si giró, stampando un bacio sul palmo della mano che Ben non aveva ancora tolto dalla sua guancia, bisognoso più che mai di un contatto fisico con lui.
"Joe" Disse, muovendo il pollice sulla pelle morbida dell'altro, per accarezzarlo.
"Ciao" Disse Joe, con uno sbadiglio e sorrise.
"Che è successo? D-dove siamo" Chiese poi.
"S-siamo all'ospedale, Joey. Ricordi che è successo, prima?" Rispose il biondo.
"Si. Quel tizio…" Fece il più grande.
"Il mio ex. Si. Lui. Quello stronzo… Oddio, non mi immaginavo che lui potesse davvero fare una cosa del genere" Disse Ben, disperato.
"Ti giuro, quando io lo ho incontrato, quando ho visto quello sguardo… Non era lui. Lui era sempre sorridente ed allegro e… Beh, pacifista" Aggiunse. "Non mi sarei mai aspettato questo, da lui. Mai. Non era mai stato violento. Tranne quando mi ha lasciato" Disse.
"Io sto bene. E tu anche. Questa è la cosa importante, piccolo, no?" Disse Joe in tono dolce, accarezzando la mano che il biondo teneva ancora sulla sua guancia.
"Si. È questo, l'importante" Rispose il biondo, abbassando lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi.
Tolse la mano dalla guancia dell'altro e non riuscì più a trattenersi dal piangere tutte le lacrime represse. Tutte le lacrime che non aveva pianto mentre guidava, mentre stava in quella dannata sala d'aspetto. La paura che aveva avuto, quando aveva visto Joe con quella ferita in testa, svenuto a terra nel bagno. Era quella che lo faceva piangere. La paura.
Coprì il proprio volto con entrambe
"Ben, no. Piccolino, non fare così" Mormoró il più grande, triste perché un po' era colpa sua, se il suo piccolo, dolce Ben stava così.
Il biondo non riusciva a calmarsi.
"Ok. Benny, mi ascolti? Si?" Chiese il castano.
Il più piccolo si limitó ad annuire.
"Adesso alzati, piccolo" Ordinó, l'attore in tono calmo e dolce. Ben si alzó.
"Ed avvicinati" Continuó a mormorare Joe.
Il biondo fece anche quello.
"Dammi un bacio" Fece Joe, mettendosi lentamente a sedere sul letto.
Il minore accostó delicatamente le labbra su quelle del suo ragazzo, che fece in modo di farsi spazio con la lingua tra quelle morbide e calde del suo adorabile piccolino.
"Vieni qui" Mormoró stesso nel bacio, appoggiando la mano non ingessata sulla schiena del biondo, che fremette e rabbrividì.
Gli accarezzó delicatamente la schiena ed il più piccolo si lasció finalmente andare. Ogni tanto rabbrividiva anche.
Lui non era tranquillo. Era innamorato perso del castano e non aveva intenzione di calmarsi, perché il più grande era pieno di lividi e con un braccio ingessato e una benda sulla testa per proteggere i punti.
Non aveva intenzione di calmarsi, perché qualcuno aveva osato toccare il suo Joe. E lui allo stesso tempo si diceva che avrebbe potuto aiutarlo, se fosse rimasto dentro e che non avrebbe potuto fare proprio nulla, per lui. Si sentiva impotente ed in colpa.
"Ben, cucciolo, va tutto bene, ok?" Mormoró Joe al suo orecchio.
Il biondo si costrinse a smettere di piangere e si asciugó le lacrime. Joe premette le labbra su entrambe le sue guance.
Poi gli disse: "Adesso, piccolo, prometti che stai calmo. Vai a prendere qualcosa da mangiare, se hai fame, sciacquati la faccia…"
"Non voglio lasciarti, Joey" Fece il più piccolo.
"Ok. Va bene. Ma fammi un sorriso e fammi vedere che stai bene, piccolino. Così sto bene anche io" Disse il più grande. Ben trasse un profondo respiro, volto a calmarsi. Poi guardó Joe e sfoderó il sorriso migliore che potesse fare. Lo fece per lui.
"Ah, Ben, senti, io… Vorrei che tu mi facessi un ultimo favore, piccolo. Vuoi?" Chiese il castano, guardando il minore e gli sorrise un'ultima volta, per poi toccare le sue labbra con le proprie.
"S-si. Dimmi, Joey" Sorrise il più piccolo, un po' confuso. Che favore voleva che gli facesse?
Così il maggiore lo guardó teneramente, gli sorrise e disse: "Prendi la mia giacca, fammela e stenditi accanto a me. Non fare domande, peró, ok?" Lo disse in tono dolce, sorridendogli sempre in modo tenero. Ben eseguì, confuso e si stese accanto al più grande, sulle coperte, dal lato del braccio sano. Il maggiore lo strinse a sé e gli premette le labbra sulla tempia.
"Perché mi hai chiesto la giacca? Hai freddo?" Chiese il biondo.
"No, piccolo" Sorrise Joe. "Mi piacerebbe che tu guardassi cosa c'è nella tasca destra"
Ben non capiva che stesse facendo il più grande. Ma infiló la mano lì dentro e senti… Del… Velluto!?
Tastó un po' e comprese che era una scatoletta.
Poi la tiró fuori ed i suoi sospetti furono confermati.
"Forza, piccolo, aprila" Mormoró il castano.
"Oddio, Joey" Il minore si giró a fissarlo. Poi la aprì. Si fece tutto rosso in faccia e l'altro lo guardó.
"Piccino, ti amo tantissimo. Io con te ci sto una favola. Io… Beh, non avrei mai pensato di chiedere a qualcuno di sposarmi, a dir la verità. Ma ho trovato l'amore della mia vita. Sei tu e vorrei poter stare con te per il resto della vita, Ben. V-vuoi? V-vuoi sposarmi, piccolino mio?"
Il biondo rimase in silenzio. Fissava l'anello.
Piangeva di nuovo, ma stavolta era per la commozione. Posó la scatolina sulle gambe del castano e gli gettó le braccia al collo.
Il castano, in realtà, non seppe che cosa fare. Doveva iniziare a piangere per un rifiuto? Doveva essere felice perché Ben aveva accettato? Non sapeva proprio.
"Si che voglio" Sentì mormorare ed allora temette che gli sarebbe esplosa la testa dalla gioia.
"Si?" Chiese, sorridendo.
"Si!" Urló Ben e poi abbassó la testa, imbarazzato per aver urlato.
Poi si scambiarono un bacio lunghissimo. Il più lungo della loro vita.
Beh, il più lungo fino a quel momento. Ce ne sarebbero stati altri, molto presto, ancora molto più lunghi. Ed i due non vedevano l'ora.

𝖰𝗎𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗆𝖺𝗅𝖾𝖽𝖾𝗍𝗍𝖺 𝗌𝖾𝗋𝗂𝖾 «𝗛𝗮𝗿𝗱𝘇𝘇𝗲𝗹𝗹𝗼» Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora