𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝟐

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Joe non voleva assolutamente girare quella scena. Non voleva! No! E invece avrebbe dovuto per forza farlo!
"Andiamo, Joe! È solo un piccolo bacio, Devi stare calmo!" Disse Ben con un sorriso cordiale. Che aveva da sorridere!?
"Ben, ma io non voglio baciarti!" Disse lui.
"Mi travesto da quello strano e ti bacio io" Si propose una ragazza, cercando di essere simpatica. «Ma davvero crede di far ridere la gente!?» Pensó Joe. Lui era nel panico e una tizia faceva battutine volte palesemente a flirtare con Ben! Non era possibile!
"Non puoi" Disse Ben. "Sei una ragazza e... Si vede molto bene, direi" Disse ancora il biondo.
La ragazza arrossì, come se quello di Ben fosse stato un complimento e poi sparì, allontanandosi dicendo che andava dalle altre.
"Ti dicevo, il bacio è corto. È solo un contatto tra le labbra. Di neanche tre secondi. E la telecamera non ci prenderà in pieno, non deve essere per forza un vero bacio. Posso fare così" Disse il biondo e si avvicinó, dandogli un bacio accanto alle labbra. "Oppure così" Disse e lo bació sul mento.
"Visto?" Rise il più piccolo dei due. "Nessuno si accorgerà che non ci stiamo baciando davvero, Joey" Sorrise.
"O-ok. Beh, spero che tu non ti sia offeso. È solo che... Beh, che non sono gay. E neanche tu. Quindi... Sai..." Gesticolava. Quando era nervoso e non sapeva che cosa dire, Joe gesticolava in modo strano, confuso.
Ben rise di nuovo. "Certo. Capisco benissimo" E imitó i suoi gesti. "Comprensibile e chiaro, Joe, non avresti potuto esprimerti meglio" Risero insieme.
"Dai, vieni, dobbiamo iniziare a girare tra pochissimo. Sei pronto, vero?"
"Certo. Sono prontissimo" Disse un po' incerto il castano. Non era pronto affatto! Anche solo fingere di baciare Ben lo spaventava a morte e non sapeva il perché.
"Ok. Ma comunque, sappi che ti perdi tanto. Poche fortunate baciano queste labbra e tutte dopo svengono" Scherzó il biondo.
"Ma io non sono una ragazza" Contestó il più grande dei due, corrugando la fronte.
"Bacio comunque benissimo" Disse l'amico con un'aria furba e poi squilló il suo cellulare.
"Vado un attimo a rispondere" Disse e Joe lo vide tirare fuori il telefono dalla tasca e scorrerie il dito verso la cornetta alzata verde che indicava l'accettare la chiamata.
"Hey" Disse in tono allegro e fuggì all'esterno.
Dal tono, Joe intuì che poteva trattarsi di qualcuno a cui voleva bene. Dalla suoneria, intuì che era l'amore della sua vita. Insomma, se non era alla sua fidanzata che metteva «I was born to love you» dei Queen, Joe non sapeva proprio a chi poteva metterla come suoneria personalizzata. Scrolló le spalle e poi cominció a ripassare le battute della puntata mentalmente. Non gli andava di sbagliare per esempio dopo il bacio. Così da non doverlo rifare più volte. Non voleva proprio farlo la prima volta, figuriamoci poi tante volte!
Ben tornó giusto in tempo per iniziare a girare.

"Ok, Ben e Joe. La scena finale della puntata dipende da voi" Disse il regista. Era un tipo simpatico, alla fin fine. Era l'unico sul set che non lo chiamasse «Quello strano». A parte Ben, ovvio. Si. Joe era un mago a fare belle prime impressioni. Si era guadagnato già un soprannome ed avevano girato solo cinque puntate su trenta. Quella era la scena finale della quinta puntata. Accidenti, che schifo era la sua vita! Ma perché capitava sempre a lui di essere quello strano, quello asociale, quello che si integra con difficoltà? Perché sempre proprio a lui e non a qualcun altro!?
Joe fece un enorme respiro profondo. Era pronto? No! No! Aveva scoperto che le telecamere sarebbero state messe di fronte a loro invece di inquadrare Ben da dietro. C'era stato un cambio.Quindi adesso doveva sul serio baciare Ben! Voleva uccidere il regista per il cambio improvviso. Ma la scena sarebbe venuta meglio, vista di profilo. Era ovvio.
"Silenzio sul set" Sentirono dire e quindi, poi la scena inizió pochi istanti dopo:
Ben si avvicinó a lui.
"Michael, io..." Disse in tono dolce, un po' stentato. Joe in quel momento doveva essere un po' spaventato. David era il bullo e poche scene prima, Michael, il suo personaggio era stato picchiato da David, cioè da quello di Ben.
Peccato che rimase bloccato sul serio e la causa fu Ben, quando lo guardó negli occhi. Lui sostenne lo sguardo, anche se voleva tanto girarsi. Gli occhi verdi del più piccolo, lo mettevano in soggezione. Strano. Ben era più piccolo di circa sei anni eppure, era Joe quello che si sentiva in soggezione tra i due. Era timido, un po' impacciato e non aveva neanche un decimo della bellezza del collega.
"Michael, mi spiace, ok? Mi dispiace" Disse Ben. Interpretando il bullo, doveva sembrare riluttante a scusarsi. E così era stato. Ben era un ottimo attore. Era perfetto! Qualsiasi cosa avesse fatto, gli sarebbe sempre riuscita bene.
"C-che vuoi da me. Pe-perché mi segui anche in bagno, ora? V-vuoi pestarmi ancora?" Chiese, balbettando. In realtà, non lo faceva balbettare la sua bravura come attore, bensì gli intensissimi occhi verdi del suo collega, puntati addosso a lui. Joe avrebbe voluto scappare di lì e correre, correre il più lontano possibile.
"Ti ho seguito fino a qui per fare questo" Rispose «David» e fece un passo avanti, per poi prendergli il volto tra le mani e baciarlo, premendo forte le sue labbra contro quelle del castano. Gli tremavano le gambe, ma l'inquadratura era dalla vita in su. Speró che non si vedesse. Speró che nessuno se ne accorgesse. Accidenti! Ma che gli stava succedendo!? Mise una mano sul braccio dell'altro, quello esposto alla telecamera. Aveva delle labbra davvero morbidissime! Era un gran baciatore. Anche se il bacio era stato solo un contatto tra le labbra, Joe si sentiva svenire.
Finirono di girare, tra gli applausi del regista e solo allora, Ben si staccó.
Joe prese un respiro profondo.
"Ok. È stata perfetta! Joe, sembravi seriamente spaventatissimo. Wow, sei un ottimo attore!" Il regista stava facendo dei complimenti a lui!? Non si complimentava con Ben. Si compimentava con lui!
"Ehm... Grazie" Disse il castano e Ben gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
"Non fare il modesto" Disse sottovoce. Poi il telefono squilló, un'altra volta «I was born to love you», e il biondo si allontanó per rispondere, scusandosi. Anche il regista si allontanó.
Meno di un'ora dopo, Joe era di nuovo a casa.

𝖰𝗎𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗆𝖺𝗅𝖾𝖽𝖾𝗍𝗍𝖺 𝗌𝖾𝗋𝗂𝖾 «𝗛𝗮𝗿𝗱𝘇𝘇𝗲𝗹𝗹𝗼» Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora