𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝟏𝟒

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Joe aspettava che Ben ritornasse a casa. Era andato a buttare la spazzatura. I due avevano scelto di comprare una villa con un grande giardino e avevano adottato un altro cucciolo, oltre al cane di Ben. Solo che era un cucciolo d'uomo. Si chiamava  John . Era un bel nome, John. Aveva cinque anni, quasi sei. Era piccolo, ma aveva una storia brutta. Sua madre e suo padre avevano a stento sedici anni, al momento della sua nascita ed ovviamente lui non ne aveva voluto sapere, di aiutare lei. Nessuno aveva mai adottato il piccolo, peró. Quando loro lo avevano conosciuto per la prima volta, il loro cuore era esploso di gioia. Se ne erano innamorati a prima vista.
Sentì passi furtivi e pensó che fosse suo marito che non voleva svegliare la piccola peste. Poi vide una figura familiare di fronte a lui, o meglio, dietro. C'era l'ex di Ben. Quello che cinque anni prima lo aveva pestato, facendolo finire in ospedale. Lui avrebbe voluto tanto chiedere a Ben di sposarlo nella casa di montagna, magari dopo aver fatto l'amore, o davanti al camino. Ed invece, aveva sentito che il momento adatto era proprio quello. Aveva sentito dentro di sé che doveva chiedere quella cosa al suo ragazzo proprio lì. Era stato… Come una scintilla che era scattata nel petto del più grande dei due.
Il tizio sorrideva e lo guardava piuttosto malignamente.
"Ma ciao" Disse lui. Quel tono che aveva… Spaventó Joe.
Gli tappó la bocca con una mano e con l'altra reggeva il coltello, puntato al suo ventre.
"Se non lo ho io, non lo avrai neanche tu, brutto bastardo" Disse al suo orecchio.
Joe provava ad urlare, provava a muoversi, ma lui glielo impediva.
"B…" Voleva urlare il nome del biondo, ma non riuscì.
Poi, all'improvviso, una fitta che partiva da un punto imprecisato dell'addome, si diramó per tutto il suo corpo. L'altro sorrise, giró appositamente il coltello, mentre lo toglieva, per fare più male al castano e poi lo lasció cadere a terra, dolorante.
Dopo di che, lasció il coltello accanto a lui. Aveva i guanti, quindi, lì o da qualsiasi altra parte, non sarebbe cambiato nulla. Sparì ridendo dalla porta del bagno.
Se avesse fatto del male a John!?
Passarono circa cinque minuti e Ben fu lì, ignaro della situazione.
"Dio, Joey!" Urló, finendo accanto al marito.
Si mise la testa del castano sulle gambe e tamponó la ferita.
Il sangue, peró, usciva copioso dal taglio.
Joe tossì.
"Ben" Lo fermó. "Così fa solo più male. Guarda. Hai usato tre asciugamani grandi, Ben. Sono zuppi tutti e tre del mio sangue"
"Che stai cercando di dire, Joey?" Disse il biondo, terrorizzato.
"Lo sai. È inutile"
"Ma posso portarti in ospedale. Sveglio John e chiamo l'ambulanza"
"Piccolo mio, ci metterebbero troppo comunque" Disse, rassegnato.
"Non dire cazzate"
"Col traffico, col fatto che viviamo lontano da Londra, col fatto che dovremmo arrivare lì in meno di mezz'ora, Ben, non so se converrebbe svegliare nostro figlio per andare in un posto dove con una grande probabilità arriveró morto" Disse il più grande.
"Ma Joe! Non posso stare qui a guardare mentre muori. Non posso e non voglio" Protestó Ben.
"E allora non farlo" Rispose il castano.
"Non ti lascio. Io sono tuo marito" Disse lui, determinato. Non avrebbe lasciato Joe. Questo era più che certo.
"Da cinque anni" Sorrise Joe.
"E diventeranno dieci, venti, venticinque, trenta, cinquanta, Joe. Se ti lasci aiutare" Disse Ben, accarezzandogli la guancia.
"Puoi provarci, Ben. Ma… Ma non credo che arriverebbero in tempo" Fece il castano.
Ben aveva già chiamato, mentre lui parlava.
Comunicó ció che doveva dire e poi chiuse la telefonata.
"Piccolo mio, io voglio che tu, qualsiasi cosa accada, mi prometta che andrai avanti. Voglio che tu mi prometta che crescerai nostro figlio, che vivrai, che non ti incollerai ad una bottiglia di alcolici, che questo non ti cambierà"
"Come puó non cambiarmi!? Io ti amo! Come posso stare senza di te?" Chiese il biondo, sull'orlo del pianto.
"Piccolo, ti prego, non piangere. E smetti di premere asciugamani sulla ferita. Mi fai male ed è inutile" Lo pregó Joe.
"No. Tu non morirai. Io non voglio stare senza di te" Rispose il biondo, tirando fuori  dal mobile il quarto asciugamano per sostituire quello che, come i primi due, era zuppo di sangue rosso
"Devi resistere" Disse il più piccolo, in tono supplicante.
"Ben, baciami" Supplicó il il castano.
"No! Non fare cazzate, Joey! Non fare stupide cazzate" Lo supplicó Ben.
"Ben, ti prego, baciami" Disse il maggiore.
"Joey…" Lo Imploró.
"Ben" Imploró il più grande.
Il biondo si chinó su di lui e, passando una mano tra i suoi morbidi capelli, lo bació appassionatamente quanto delicatamente. Con l'altra mano, continuava a sperare di bloccare il flusso. Ma quanto sangue poteva mai perdere!?
"Ti amo, Joey" Mormoró Ben al suo orecchio.
"Anche io, piccolo mio. Anche io" Disse, con voce debole e stanca.
"Abbracciami" Lo supplicó Ben.
"Vieni qui" Rispose l'altro. Il biondo si stese su un fianco accanto a lui, posò la testa nell'incavo del suo collo e la mano sul suo petto. Joe lo strinse forte. Ben continuó testardamente a tenere l'asciugamano, ma il sangue usciva copiosamente. Come faceva a non fermarsi!? Perché non si fermava, che cazzo! Il sangue doveva fermarsi! Doveva!
Il più Grande I accarezzó il collo.
"Ben" Chiamó. Era pallido.
"Si, Joey?" Chiese Ben, facendosi forza per non piangere. Non voleva che l'amore della sua vita morisse con lui che piangeva.
"H-ho freddo" Tremava, ora.
"No!" Si disperó il più piccolo. Quel no venne fuori dalle sue labbra come un gemito.
"Shh, shh. Ben, piccolo, promettimi che non farai cazzate, che resterai qui e vivrai la tua vita, che non piangerai, che starete bene, tu e John" Sussurró, tanto che era debole.
"Amore mio, te lo prometto" Disse Ben, stringendolo a sé.
"Ma mi mancherai, Joey" Mormoró il più piccolo.
"Piccolo, mio, andrai avanti? Me lo prometti, Ben?" Chiese il castano.
Ben annuì, tristemente e bació dolcemente, ma appassionatamente, facendo aderire il più possibile i loro corpi.
Era sempre più freddo e tremava.
Poi, ad un certo punto, Joe smise di tremare, I muscoli del suo corpo si rilassarono, così come il volto, pallidissimo.
Il più piccolo sentì il campanello ed aprì ai due paramedici che erano saliti con una barella a prendere Joe.
"È… L-lui è…" Non riuscì a dirlo. Non voleva.
"In bagno. M-ma è… M-m-morto" Completó
"Ci puó spiegare meglio che cosa è successo?" Chiese uno dei due
"I-io non so che cosa sia successo, con precisione. Ho dei sospetti. Ma non ero lì" Disse il biondo, lottando contro le lacrime.
Aveva promesso.
"Puó provare a ricostruire il fatto?" Si introdusse una poliziotta.
"I-io credo che sia stata una persona che conosciamo. Credo sia entrato dalla finestra. È a-aperta. Questa persona… Mio marito era in bagno. Lo ha accoltellato. I-il sangue non si fermava" Disse Ben, scosso.
"Signore, puó dirci di chi sospetta?" Chiese la poliziotta. I due paramedici erano andati in bagno, a prendere Joe.
"I-il mio ex ragazzo. Ce l'aveva sempre avuta con Joe. Lo ha anche fatto finire in ospedale, cinque anni fa. L-lo aveva incontratóin bagno all'autogrill e…" Disse il biondo.
"Ha accoltellato suo marito con un coltello della casa?"
"No. Era un coltello di quelli d-da  m-macellaio . Credo. Lo ha lasciato. Ma credo che non fosse così stupido da lasciarsi scoprire" Fece l'attore.
"Papà" Una vocina familiare e una manina che gli tirava la maglia da sotto.
Ben sollevó il figlio e lo strinse a sé.
"Che succede, papà? Perché ci sono le poliziotte e i dottori? E dov'è papà Joe?" Chiese John, stropicciandosi gli occhi.
"Piccolo…" Disse il biondo. Esitó.
Poi i due paramedici portarono via Joe, sotto lo sguardo sgomento del piccolo e del marito.
"Che è successo!?" Chiese il piccolino.
"Piccolo, te lo spiegherò dopo. A-adesso… Adesso io ho da fare con questa signorina. Potresti andare in camera tua?" Fece il padre.
"No. Voglio restare qui con te! Voglio papà Joe! Starà bene, vero?" Chiese il bimbo, sull'orlo del pianto. Povero piccolo. Come si poteva dire ad un'anima innocente come lui che suo padre era morto perché uno stronzo lo aveva accoltellato?
"Piccolo mio, purtroppo devo dirti di no. Non starà bene" Rispose il biondo, lugubre, accarezzando i capelli castani chiari del figlio, che si strinse a lui, gettandogli le braccia al collo.
"Possiamo riprendere?" Chiese la poliziotta, alludendo al fatto che ci fosse il bambino.
"Si" Fece il biondo.
"Signore, riassumendo, crede che sia stato il suo ex. Quindi per motivi di gelosia?"
Ben annuì.
"Ok. Potrebbe lasciarmi il nome di questa persona?" Chiese la poliziotta.
L'attore continuó a rispondere a domande della poliziotta e poi, spiegó delicatamente al suo bimbo cosa era successo, quando furono soli.
Il piccolo, ovviamente, scoppió in lacrime, stretto tra le braccia del padre.
Nessuno dei due aveva il coraggio o la voglia si separarsi dall'altro.
Il piccolo aveva bisogno di conforto, di stare tra le braccia di Ben, di capire, di realizzare. Ma, soprattutto, di sapere che suo padre non avrebbe smesso di amarlo. Lui c'era ed era lì per lui. Avrebbe dato la propria vita per il suo piccolino. E per Joe. Avrebbe tanto voluto non essersi allontanato da casa!
I bidoni erano a due minuti d'auto, perché la casa era in campagna.
Se non fosse andato lì, forse, il suo Joe avrebbe avuto qualche speranza.
Ma sapeva che non avrebbe potuto fare niente. Se quell'energumeno non fosse andato lì quel giorno, lo avrebbe fatto un'altra volta. O peggio, avrebbe fatto del male a lui per fargli guardare mentre uccideva suo marito.
Ben prese il piccolo, se lo mise sulle gambe e lo strinse a sè, forte, finché, pian piano, i singhiozzi del bambino non si calmarono del tutto. Continuava a ripetere che voleva papà Joe e Ben passava le mani tra i capelli castani del piccolo, ad accarezzargli la schiena, a dargli baci tra i capelli un po' lunghi che doveva far tagliare il giorno dopo, dal barbiere. Continuava a mormorare parole dolci volte solo a tranquillizzare il suo piccolino. A sé stesso, ci avrebbe pensato dopo. Aveva promesso anche quello, a Joe. Ed anche quando aveva firmato, diventando così il padre di John.
Il piccolo era crollato con la testa sulla sua spalla. Così Ben lo prese in braccio, lasciandolo steso e lo accompagnó delicatamente a letto.
Stampó un bacio sulla fronte del figlio.
Poi si lasció cadere a terra, fuori dalla porta della stanza dalle pareti azzure, che avevano dipinto lui e Joe, e scoppió in un pianto disperato, finalmente. Poteva concederselo, ora. Poteva piangere, perché nessuno lo vedeva, non doveva confortare il piccolo John, non doveva rispondere alle stupide domande della poliziotta, non doveva guardare i paramedici che lo portavano via.
Ma quell'immagine era fissa. Non riusciva a non vedere la successione degli eventi da quando aveva trovato suo marito per terra, dolorante.
Come poteva sopportarlo!? Come poteva sopportare di non avere più la voce calma di Joe che lo rilassava, le sue carezze, le sue labbra, la sua pelle, il suo profumo? Come?
Si chiedeva come avrebbe potuto mai fare senza l'amore della sua vita accanto a lui.

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Scusatemi scusatemi tanto per non aver pubblicato per un secolo ma ci sono 2 motivi

1 io vado in vacanza in PAULPRENTERLANDIA e quindi non avevo ne segnale ne tempo

2  come una stupida ho per sbaglio resettato WHATSAPP (dove irenewriter05 mi mandava i capitoli) mio padre è riuscito non so come a recuperare tutto

VI CHIEDO ANCORA SCUSA  E STASERA PUBBLICHERÒ L'ULTIMO CAPITOLO

𝖰𝗎𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗆𝖺𝗅𝖾𝖽𝖾𝗍𝗍𝖺 𝗌𝖾𝗋𝗂𝖾 «𝗛𝗮𝗿𝗱𝘇𝘇𝗲𝗹𝗹𝗼» Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora