"Allora? Di cosa avete parlato?" Disse Teresa eccitata dall'accaduto.
"M-mi ha chiesto scusa..." Rispose Thomas
"Siamo sicuri che sia lo stesso Newt di cui ci hai parlato?" Minho interruppe Thomas.
No, non era lo stesso Newt, e Thomas lo sapeva. Quello del supermercato era un Newt arrabbiato, che non era calmo, lucido, chissà cosa gli era successo. Invece il Newt di quella sera era un ragazzo tranquillo, socievole e gentile. Però non è tutto oro ciò che luccica e Thomas lo sapeva. Si erano incontrati, ma quando si sarebbero visti un'altra volta? Forse tra una settimana, un mese o mai...
"Si, era lo stesso Newt, ma adesso andiamo, vi racconterò tutto domani"
"Thomas è successo qualcosa?" Disse Teresa preoccupata.
Il moro si allontanò senza dire una parola, gli amici dietro continuavano a chiamarlo, ma ormai lui si era chiuso in una bolla inespugnabile, indissolubile. Aveva paura, si sentiva un pazzo e si creava mille domande. Come poteva avere una cotta del genere per un ragazzo che aveva incontrato due volte? E se fosse stato il loro ultimo incontro? Cosa sarebbe stato della sua cotta? Sarebbe mai potuta nascere un'amicizia?
Non poteva permetterselo, doveva tornare da lui, doveva chiedergli di rivederlo, di provare a legare, doveva farlo, altrimenti i giorni seguenti sarebbero stati piena di rimpianti.
Si accorse troppo tardi che era davvero lontano dal posto in cui aveva incontrato Newt, era impossibile che fosse ancora lì. Ma una piccola speranza era ancora accesa dentro Thomas, incominciò a correre, sempre di più, andava veloce, davvero veloce. Se fosse passato qualcuno avrebbe sicuramente pensato che stesse scappando da qualcuno, e in effetti stava scappando dalle sue paure. Arrivò lì e si bloccò, il cuore che fino a quel momento stava battendo molto velocemente rallentò, gli occhi impassibili guardavano avanti, chiuse gli occhi, fece un respiro e li aprì e Newt non era lì, la panchina era vuota.Si guardò intorno, inibito e disorientato. Incominciò a camminare, tra stradine desolate, piazzette troppo illuminate e parchi troppo silenziosi. Arrivò sera, Thomas stava ormai camminando da più di un'ora e non aveva assolutamente voglia di tornare a casa, prese il suo telefono, rispose a Teresa per poi spegnere il cellulare, non voleva essere disturbato, voleva pensare e voleva restare solo. Si fermò in bar e ordinò due birre. Thomas non reggeva bene l'alcol e lui lo sapeva, forse cercava una via d'uscita o stava usando quelle birre solo per dimenticare tutto.
Continuava a camminare per la strada, ad un certo punto si fermò e si sedette su marciapiede. Gli girava leggermente la testa, ma era abbastanza sobrio per riuscire a mantenere una conversazione decente. Aveva sonno e il buon senso decise di dormire sul marciapiede.
Thomas si svegliò nel suo letto, un po' disorientato, la testa gli faceva male, ma era sopportabile. Aprii gli occhi lentamente, si guardò intorno e prima di mettere a fuoco, sobbalzò dal letto. Come si trovava li? Cosa era successo la notte prima? Mentre non riusciva a rispondere a quelle domande prese il telefono e trovò un messaggio.
+77641385992 22:45
Ciao Thomas, ero diretto verso il supermercato, ho visto una persona per strada, pensavo fosse un barbone, invece eri tu. Ti avrei lasciato molto volentieri lì a terra, ma poi se ti fosse capitato qualcosa e i tuoi amici avrebbero fatto il mio nome, sarei anche dovuto andare in prigione per mancato soccorso.
Sono Newt, chiamami appena puoi che ti dico come ho fatto a portarti a casa.Era confuso, non capiva. In realtà non capiva molte cose dalla sera prima, in principio il cambiamento del biondo nei suoi confronti, poi il numero di telefono e ragionandoci sopra era entrato anche in casa sua.
Non aspettò un momento e chiamò il presunto numero di Newt.Uno squillo...
Due squilli...
Tre squilli...
"Pronto?" Disse la voce dall'altro lato del telefono.
"Ehi Ciao Newt, sono Thomas, mi hai lasciato un messaggi..."
"Buongiorno, non sono Newt, sono la sorella,ha lasciato il telefono sul divano, aspetta che lo chiamo"
Come aveva potuto scambiare la voce di Newt con una voce così dolce come quella di Sonya. Voleva sotterrarsi, ma prima che potesse metaforicamente farlo, la conversazione continuò.
"Newt c'è un ragazzo a telefono, penso che sia una tua nuova conquista"
Passarono 15 secondi e intanto Thomas dall'altro lato della cornetta era rosso come un peperone.
"Pronto mia nuova conquista?"
"Sono Thomas." Disse semplicemente.
"Ah Thomas, ciao, hai letto il mio messaggio? Stasera alle 7 fatti trovare nel parco di ieri."
Staccò, senza salutare o aspettare una risposta. Cercò di scaricare la tensione, stava succedendo tutto troppo velocemente per lui e non riusciva a mantenere tutto quello stress. Aveva ancora i vestiti del giorno prima, si alzò e andò a farsi una doccia.
Squillò il telefono, guardò lo schermo ed era sua madre.
"Mamma? Come stai?"
"Amore tutto bene, a te? Quando verrai a trovarci? Abbiamo bisogno di dirti delle cose." La voce della mamma sembrava amareggiata.
"Mamma sicuro vada tutto bene? In questi giorni ho avuto da fare, ma ti prometto che entro 2 settimane sarò lì."
"Lo so bene Thomas, viviamo a 619 chilometri di distanza, solo che mi manchi."
La voce della mamma sembrava rotta, stava per piangere, ma riuscì a trattenere la voce tremante.
"Dimmi che succede Mamma, devo venire lì adesso?"
"Tuo padre sta male Thomas, non volevo farti preoccupare da lì, ma due settimane sono troppe, devi venire qui il prima possibile, prima che sia troppo tardi."
Thomas si dimenticò di tutto:Newt, Teresa, Minho. Si dimenticò di ogni persona, di qualsiasi momento, oggetto, tutto si fermò. Le labbra erano fredde, gli occhi lucidi, il sole si nascose dietro mille nuvole. Cadde il telefono, i colori caldi diventarono spenti. Faceva freddo, Thomas sentiva freddo. Una lacrima scese dal suo viso, poi un'altra e poi un'altra ancora. Ne furono presto centinaia, migliaia. Si sentì immerso, vuoto, chiuso. Impotente. Il futuro parve lontano, i ricordi si stavano consumando, insieme alle sue guance.
Riprese il telefono, si fece coraggio e pronunciò solo una parola.
"Adesso arrivo."
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Loving adjustment {Newtmas}
Fanfiction"Se vuoi davvero questo dimmelo, perché non ci sarà una seconda occasione." "Lo voglio."