Capitolo 7

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Mi sento in obbligo di dirvi che non sono più motivato a scrivere questa storia,non ho ricevuto stelle e commenti e questo mi demotiva, sono molto importanti per me, perché mi fa capire che la storia vi sta piacendo. Cercherò di pubblicare comunque, anche se non frequentemente.

"Esci fuori da casa mia, subito!"

"No ascoltami Thomas, è tutto ok, non fa niente." Rispose di conseguenza Newt.

"Ti ho detto di uscire da casa!" Stava urlando più del dovuto. Newt non gli diede ascolto, si avvicinò a Thomas e i accarezzò il viso.

"Anche tu mi piaci Tommy."

Il moro rimase immobile, tutto si aspettava, tranne che pronunciasse quelle parole, fece un piccolo sorriso, spostò la testa e la adeguò alla mano di Newt, in modo da accoglierla tutta.

Rimasero in silenzio, forse per l'imbarazzo o forse perché stavano bene così. Newt dopo un po' si avvicinò, guardò negli occhi Thomas e si spinse in avanti. Appoggiò la mano sulla gamba di Thomas. Era pronto a baciarlo.

Erano vicinissime, il moro aveva le guance arrossate, i loro sguardi non si mossero di un millimetro, il biondo riusciva a sentire il suo respiro. Era pronto...

"N-no Newt, meglio di no."

"Perché? Non ti piaccio più?" Era deluso e non capiva, lo guardava con aria interrogativa, amareggiata e sconfitto.

"Non ho detto questo, ma non voglio."

Newt si alzò senza dire una parola, era diretto verso l'uscita, Thomas si alzò di scatto e corse verso di lui.

"Fermati, non arrabbiarti, capiscimi."

"Era una prova." Fece un sorriso.

"Prova?" Aumentò il respiro, aveva capito, ma non voleva che fosse vero.

"Si, volevo solo un po' giocare. Io e te amici? Io e te cosa? Io e te niente. Hahaha, sei un illuso."

Scese una lacrima dagli di Thomas, imbronciò le labbra, arricciò il naso, il nervosismo era alle stelle, la tensione era insostenibile. Chiuse la mano destra e la scagliò contro Newt.
Il biondo cadde a terra, guardò Thomas con gli occhi pieni di paura e delusione.

Si rese subito conto che aveva fatto un grande sbaglio, sgranò gli occhi e balbettò delle parole.

"S-scusa, non volevo, m-mi dispiace, adesso ti aiuto."

"Non mi toccare. Che cazzo ti viene in mente? Non ti picchio solo perché mi fai pena." Si alzò e uscì da quella casa.

Uscì dalla sua casa. Guardo Newt allontanarsi e tutto parve rimpicciolirsi. Aveva combinato un disastro e lo sapeva.

*

Erano passati due giorni e Thomas riuscì a capire che il suo gesto anche se esagerato era più che giusto. Si era preso in gioco di lui, dei suoi sentimenti, dei suoi sogni e quello schiaffo era un modo per ribellarsi, perché lui con le parole non ne era capace.

"Non devi vederlo più! Non funzionerebbe, che stronzo." Disse Teresa. Erano a casa di lei, ci andava molto spesso e non sapeva se per l'aria di quella casa o per Teresa, che quella casa lo faceva stare sempre di buon umore.

"Lo so, ma quando guardavo i suoi occhi mentre mi diceva quelle cose, sembrava così sincero." Rispose convinto.

"Convinto o meno, non fa per te! Nessuno può prendersi gioco di te, non lo meriti. Ti avevo avvertito, ti avevo detto a cosa andavi incontro e ti invec-." Il suo discorso fu interrotto da Thomas.

"Non ho bisogno delle tue ramanzine adesso, ho solo bisogno di metabolizzare la cosa, penso che gli scriverò, solo per dirgli davvero cosa penso. Con le parole non sono bravo e lo sai."

"NO! Non devi fare niente tu, basta, non devi più vederlo o sentirlo."

Thomas si alzò dal tavolino del bar dove erano seduti. Prese il suo zaino e fece un piccolo sorriso a Teresa.

"Tu non comandi la mia vita, grazie del pensiero." Lasciò la sua migliore amica lì. Il moro stava incominciando ad appropriarsi della propria vita, dei propri interessi, di tutto e questo nessuno poteva toglierglielo.

Thomas 16:34
"Ehi Newt, non sai quante persone in questo momento mi direbbero di fare il contrario, di non scriverti, di non pensarti, ma sono un maledetto sognatore e come tale sogno ancora di vederti."

Newt 17:03
Posizione.

Thomas non impiegò molto a leggere il messaggio, non riuscì nemmeno ad elaborare la cosa che dopo 15 minuti era già davanti casa del biondo. Si avvicinò alla porta e non poté notare che la casa dove abitava era molto vecchia e malridotta, bussò alla porta e quando si aprì, Newt era alla porta con solo le mutande, uno di quei boxer stretti che provocarono un fuoco nel petto di Thomas e nei suoi pantaloni.

"Non potevi avvisarmi? Mi sarei vestito, mi tocca sopportare la tua eccitazione verso di me."

Il moro sentiva le guance bollire, riuscì a scacciare quei pensieri poco casti e ad avere una conversazione normale.

"Smettila Newt, mi fai entrare? Ho bisogno di parlare con te."
L'unica risposta fu un cenno da parte di Newt che gli fece segno di entrare. Era una casa piuttosto piccola ma molto ordinata, dal silenzio che produceva poteva capire che in quel momento non c'era nessuno. Anche se in realtà non notava nessun oggetto che appartenesse alla sorella, alla madre o al padre.

"La smetti di scrutare la mia casa? Dovevi parlarmi se non sbaglio..."

Newt lo fece accomodare sul divano del salotto, incrociò le braccia e si rilasso sui cuscini morbidi.

"Hai sbagliato Newt e non posso non negarlo, mi hai illuso ma ormai non è più un segreto, tu mi piaci e forse proprio per questo sono qui."

"Non ti illudere, stavo solo giocando e niente di più." Thomas strinse i denti, se Newt voleva giocare, allora avrebbero giocato. Il moro appoggiò la mano sulla gamba nuda di Newt, riuscì a sentire i suoi peli irrigidirsi.

"È un gioco vero? A me piace molto giocare..." La mano di Thomas salì fino al cavallo del biondo, che lo stava guardando con occhi increduli. Ma gli piaceva, visto che da quel tocco qualcosa si mosse nelle mutande di Newt.

"Come vuoi giocare?" Riuscì a dire infine.

"Newt, io avrei qualcosa in mente."
Thomas riuscì a sentire l'erezione da sotto le mutande di Newt diventare dura e pulsante. Il moro così fece uno sguardo cupo e guardò negli occhi il biondo, a quel punto incominciò a stringere sempre di più, causandone una faccia dolorante. Dopodiché strinse ancora più forte. A Newt scese una lacrima. Così Thomas parlò.

"Ho avuto la conferma che non era solo un gioco, non ti permettere mai più di trattarmi così, non giocare più con i miei sentimenti, non giocare più con quello che provo con te."

A quel punto lasciò la presa. Si alzò ma vide Newt piangere più del dovuto. Forse aveva esagerato.

"Tommy t-ti prego non andare via, sono uno stronzo." Lo sguardo accusatorio di Thomas scomparve, lasciando spazio alla parte umana. Si risedette.

"Sono qui, ma adesso dimmi perché mi hai detto quelle cose."

"Perché mi avevi detto che non volevi baciarmi e mi hai ricordato il mio ex ragazzo e di tutto il male che mi ha fatto e non voglio che me ne facessi anche tu, così ho preferito danneggiare te invece che me."

"Io voglio le tue labbra."

Thomas si buttò sopra Newt, facendo combaciare alla perfezione le loro bocche.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2019 ⏰

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