Capitolo 6

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Si era dimenticato di lui, non l'aveva riconosciuto. Solo in quel momento poteva capire il dolore che sua madre affrontava. Solo in quel momento poteva capire quanto suo padre fosse "morto", una ferita al petto, profondissima, che trapassò il cuore e arrivò piano piano per tutto il corpo. Ecco la sensazione che stava provando, come se il mondo, l'universo, l'infinito fosse caduto su di lui. La madre era lì a guardare, incredula ma sapeva che sarebbe successo.

"Vieni qui Thomas, devo farti leggere una cosa."

Il ragazzo seguì la madre che era diretta verso lo sgabuzzino, salì sopra ad uno sgabello e prese una foglio. Un semplice foglio di carta.

"Tuo padre scrisse questa lettera per te appena incominciò a dimenticare, mi disse di dartela quando era ormai troppo tardi, ma penso che sia meglio che te la dia adesso, prima che non sia capace completamente di capire."

Thomas prese il foglio, non aveva ancora il coraggio di leggere, intanto la madre si era allontanata, per permettere al giovane di leggere la lettera con tranquillità, senza che occhi estranei guardassero.

"Perdonami per la mia memoria fallita. I ricordi che sono scappati da me e il modo in cui mi sono comportato quando sei arrivato la volta scorsa. Non sai quanto mi manchi, da quanto ho aspettato il tuo arrivo ... Ma l'età mi ha appesantito, intrappolato nel mio mondo privato e non ti ho riconosciuto. Sei cresciuto, ora sei un uomo, nei miei ricordi sei ancora quel bambino viziato, viziato che ha combattuto con sua madre a causa della distanza, che ha mangiato testardamente, che ha usato la ribellione per attirare l'attenzione dei genitori. Perdonami per non essere presente, per essermi comportato come uno sconosciuto e per non sapere come risponderti. La mia vita è stata capovolta, la mia indipendenza è andata perduta e sono nelle mani di persone che non riconosco più. Chi sono?Chi sei? Perché tutto è cambiato improvvisamente? Proprio ieri stavo andando in soggiorno da solo, conoscevo la strada per il cortile e oggi mi hanno persino scortato al bagno... Il mio mondo è capovolto e tutto ciò che ricordo è che mia madre mi ha richiamato l'attenzione per non aver raccolto i suoi vestiti dalla corda per il bucato 40 anni fa. Mi dispiace, perdonami per la memoria fallita, non sapevo che invecchiare ti avrebbe fatto del male. Mi piacerebbe guardarti, tenerti stretto e ricordare il passato tutto il tempo. Vorrei vedere ancora una volta il tuo sorriso e sorridere insieme. Ricordare il tuo odore, quel bambino viziato, viziato che ho visto crescere, ma che non ricordo più ... So che è immagazzinato da qualche parte all'interno del mio cervello, so che è qui, ma non riesco a trovarlo, non riesco a trovare dove l'ho nascosto. Questi ricordi, questi maledetti ricordi. Mi dispiace, mi dispiace per non essere presente, per aver mancato il tuo affetto e per averti costantemente affrontato con sguardi spaventosi interrogativi: chi sei?"

Scoppiò a piangere, per l'ennesima volta, non poteva sopportare tutto ciò, doveva tornare a casa. Poteva sembrare un gesto egoista, ma in realtà era un modo per proteggersi. Allontanarsi era l'unico modo per non soffrire di più,per provare meno dolore e lui ne aveva bisogno.

Scese le scale, avvisò la mamma, corse dal padre e lo abbracciò forte.

" Non hai rovinato niente Papà." Non aspettò una risposta e andò via.

Entrò in macchina, gli aspettavano 10 ore di viaggio, prese il telefono e trovò un messaggio di Newt.

"Sono stato un cretino Thomas scusa, scusami tanto, sono così mortificato in questo momento che vorrei venire lì da te e chiederti scusa di persona. Non ho pensato, è che in realtà volevo vederti, sei simpatico e mi tratti sempre bene, capisco se non vuoi più parlarmi."

Rilesse il messaggio due volte, in fondo non era uno stronzo, o meglio, non sempre. Aveva ammesso che voleva vederlo, ma non voleva in quel momento chiarire subito.

" Hai ragione, non voglio parlarti. "

Non riusciva ad essere serio nemmeno a sé stesso, sapeva benissimo che avrebbe ceduto e che stesso lui avrebbe inviato un nuovo messaggio.

-

Era finalmente arrivato a casa, era distrutto, posò la macchina in garage ed entrò nel vialetto di casa. C'era una figura sulle scale di casa, aveva la testa abbassata e impiegò due secondi per capire che quello era Newt. Si avvicinò, c'era un pacchetto di caramelle per terra e il biondo non si muoveva.

"Newt?" Non ci fu nessuna risposta, così Thomas si avvicinò, si abbassò e spinse leggermente il biondo.
Dopo tre secondi alzò di scatto la testa, si trovavano a cinque centimetri di distanza, poteva vedere gli occhi di Newt molto più vicini di qualsiasi altro momento, restarono fermi per qualche secondo interminabile, si stavano scavando a vicenda, stavano perlustrando ogni angolo del corpo, si stavano consumando, nutrendo, mangiando.

"Ehi Thomas."

"Ma che ci fai qui? Da quando tempo sei fermo sulle scale di casa mia?"

Newt controllò l'orologio, mise a fuoco fece un sorriso.

"Da circa 3 ore, ti ho aspettato per 1 ora e mezza, ma poi mi sono addormentato e poi tu mi hai svegliato. Ehm, ero venuto p-per chiederti scusa, ti ho portato lo stesso pacchetto che tu hai usato per chiedere scusa a me." Newt guardò negli occhi Thomas, fece un piccolo sorriso di rammarico.
Poi continuò...

"Come ti ho detto per messaggio ti capisco se non vuoi più avere a che fare con me, ma prima, fammi raccontare di quella sera."

Thomas disse a Newt di entrare, si sedettero sul divano e come detto incominciò a raccontare quella sera.

"Non è facile raccontare questa cosa. C'era un'aria strana quella sera, e tornavo a casa in silenzio, tra i rumori del traffico e gli alberi che con il vento producevano un rumore molto orecchiabile. Stavo tornando a casa in realtà, quando ho visto la tua figura sdraiata sul pavimento. Non ho mai pensato di lasciarti lì, pensavo di avessero fatto qualcosa, ma appena mi avvicinai e vidi quella bottiglia di birra, avevo subito compreso che stavi dormendo, cercai di svegliarti, ma tu non rispondevi e così ti diedi uno schiaffo, ovviamente in buona fede. Hai incominciato a parlare senza senso, dicendo cose sconnesse tra di loro, mi sono permesso di prendere il telefono e di sbloccarlo con il tuo dito. Ho cercato di trovare il tuo indirizzo e finalmente oltre i tanti porno gay che hai in cronologia e che potresti benissimamente cancellare, ho trovato un messaggio che hai inviato ad un tuo amico con la posizione. Ti ho portato qui e mi hai detto di spogliarti perché con i boxer dormivi meglio, ma non ti ho dato retta, ho aspettato che ti addormentassi e poi sono andato via."

Thomas rimase incredulo, era stato davvero tanto dolce e parlava con una voce davvero debole, sincera, pura e non come quella volgare del mese prima. Era rimasto positivamente impressionato, ma non capiva perché aveva cambiato così radicalmente carattere.

"E perché non era facile dirmelo?"

"Perché mi hai detto anche che ti piaccio."

Loving adjustment {Newtmas} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora