𝓺𝓾𝓪𝓽𝓽𝓸𝓻𝓭𝓲𝓬𝓲

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capitolo quattordici

"Minhee, posso chiederti una cosa?" Alzo lo sguardo verso la mia compagna di classe, Minju, sicuramente non una delle persone che mi fanno più simpatia. Non che lei sia una di quelle Mean Girls o robe del genere, quel posto appartiene a me, ma è il completo opposto. Gentile, si fa mettere i piedi in testa, brava in tutte le materie specialmente in matematica, educata e fastidiosamente perfetta. Annuisco e lei sorride, prendendo la sedia vuota di Dongpyo e sedendosi accanto a me. "Conosci quel ragazzo dell'ultimo anno, giusto?" aggrotto le sopracciglia, pensando a chi si possa riferire. "Conosco tanti ragazzi dell'ultimo anno, Minju."

La ragazza fa un gesto con la mano, quasi colpendomi in piena faccia, "Sì, giusto, mh, quello alto? È carino e-" "Minju sii più specifica," ridacchio quando anche le sue orecchie diventano completamente rosse, il suo tono di voce diventa più basso tanto che non riesco a sentirla. "..non state insieme, vero?" "Non ho capito, di chi parli?" Prende un respiro profondo "Koo Jungmo," E qui non so come rispondere, io e Jungmo non stiamo insieme, ma non siamo nemmeno solo amici, ma non stiamo insieme quindi a questo è facile dare una risposta, o sbaglio?

"Io..io e Jungmo siamo.. stretti? credo," Minju annuisce guardando a terra. "Come mai me lo chiedi?" la castana scuote la testa e si alza. "Ho una piccola cotta per lui," fa un segno per dire 'piccola' con la mano destra, e dalle mie labbra esce solo un "Oh" sorpreso. "Ma a lui piaci evidentemente tu quindi fa nulla, dimentica quel che ho detto." Sospiro pesantemente, sentendomi in un certo senso in colpa. Certo, non è colpa mia se piaccio a Jungmo ma lo è ora che mi sento così attaccata a lui, non so se sia una cotta o solo una ricerca di attenzioni da parte del più grande, ma sto bene con Jungmo, e non voglio sottovalutare questa cosa. Ma non voglio nemmeno spezzare il cuore di Minju quando non sono nemmeno sicura dei miei sentimenti.

La campanella suona e, prima che Minju possa tornare immediatamente a posto, come la brava e diligente studentessa che è, le parlo. "Gli parlerò di te." Il suo sorriso si illumina e mi ringrazia al minimo venti volte prima di tornare a posto. Avrei dovuto tenere la bocca chiusa, ma che mi è preso per la testa?
Dongpyo entra in classe con il fiatone, accertandosi prima che non ci sia la professoressa già in cattedra. Si butta bruscamente nel suo banco, poggia lo zaino e, senza esitazione, sprofonda la testa su quello. "Ti vedo bene oggi, Pyo." "Tks, non mi sono nemmeno truccato, non ho fatto colazione e ho una fame da morire, non aggiungerti pure tu."

Apro la tasca più piccola del mio zaino, facendo uscire una brioche, Wonjun me le mette sempre nello zaino, nonostante io le odi. Dongpyo la prende e si passa una mano tra i capelli. "Ti sei svegliato di nuovo tardi?" il ragazzo prende un morso e poi inizia a raccontare. "Eunsang è entrato in camera mia nel bel mezzo della notte, dalla finestra, mi ha fatto prendere un infarto e quando mi sono calmato siamo stati insieme fino a praticamente un'ora e mezza fa, avrò dormito sì e no quindici minuti." Prendo, sempre dalla stessa tasca, un tè alla pesca. "E perché sei venuto, allora?" Alza una mano, mettendola come se fosse una diva, e fa una faccia da 'non è ovvio?' "Se mia madre scoprisse che ho passato tutta la notte con il mio ragazzo mi manderebbe a fare il prete."

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