Capitolo 7

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Lo guardo ancora incredula, sobbalzando poi quando mi rendo conto che lui potrebbe essere un lupo mannaro.

«Lea» sospira, chiudendo la porta e venendo verso di me.

Indietreggio per quanto mi è possibile su questo letto, ma so che non posso scappare, a maggior ragione se non è umano.

«Non avere paura di me, non ti farò del male» promette.

Allunga una mano verso il mio viso e mi sfiora una guancia, facendomi sentire come al settimo cielo. I suoi occhi viola sono talmente profondi che sembra quasi mi vogliano ipnotizzare per portarmi in una dimensione tutta loro.

Il suo tocco è così delicato che strofino la guancia contro le sue nocche, beandomi del suo calore.

«Sei un lupo mannaro?» domando, anche se non voglio sapere la risposta.

Annuisce ed io trasalisco ma mi blocca con le mani sulle spalle, concatenando i nostri sguardi.

«Ti ho detto che non ti farò del male, Lea. Hai paura di me in questo momento?» ripete.

Dovrei essere terrorizzata a morte perché davanti a me si trova una creatura sovrannaturale ancora non scoperta dall'uomo, dovrei. La cosa bizzarra è che sono affascinata da lui e non voglio affatto allontanarmi da Ares.

«No che non ho paura e non so nemmeno io il perché! Ma è-» mi interrompe la sua risatina.

«So io perché non hai paura di me, e questa è la conferma che tu sei la mia compagna» rivela, ma non capisco cosa sta dicendo.

Che vuol dire 'la mia compagna'?!

Faccio per parlare ma vengo fermata dalla sua voce e sbuffo pesantemente.

Ghigna per il mio comportamento. «So che hai milioni di domande che vuoi farmi ma andremo a piccoli gradi, non voglio forzarti in alcun modo o spaventarti» mette in chiaro.

Senza dargli il tempo di capire qualcosa, gli salto in braccio, intrecciando le mie braccia dietro il suo collo.

Mi guarda sorpreso ma mi tiene lo stesso ferma per la vita, in modo che non possa cadere.

«Grazie per avermi salvata» sussurro, sniffando il suo profumo come una drogata.

Sa che mi riferisco sia al lupo dagli occhi gialli e sia a tutte quelle persone che affollavano la stanza.

Scoppia a ridere, facendo vibrare anche me oltre al suo petto. «Non devi ringraziarmi, è il mio compito proteggerti sempre, anche in situazioni alquanto sgradevoli», e fa una smorfia.

Restiamo in quella posizione per un po' e sono così calda che quasi con il caminetto sento un caldo terribile. Accarezza i miei capelli lentamente e sembra quasi un massaggio per la delicatezza che usa. Non credevo che un ragazzo, ma soprattutto un lupo mannaro, potesse essere così delicato.

«Vuoi spiegarmi un po' di cose?» rompo il silenzio poi.

«Come vuoi, prima però voglio qualcosa di fresco da bere. Tu vuoi qualcosa?», e si alza, posandomi sul letto.

«Mm....una pila di pancakes con nutella» esclamo e mi lecco i baffi immaginando quella bontà davanti ai miei occhi.

Ridacchia mentre esce e sospiro, riflettendo sulla mia vita che sta cambiando ancora una volta. A quest'ora dovrei stare a casa dei miei zii e invece mi trovo in un branco di lupi mannari, con uno di loro nel letto, e la voglia di restare qui nonostante tutto.

Pensare ai miei zii mi mette di malumore mentre qui mi sento stranamente felice, anche se sono rimasta nel letto. La presenza di Ares è rassicurante, come se fosse lui la mia vera medicina ed io ne stessi diventando dipendente.

Non mi era mai successo di avere questo tipo di incontro e queste sensazioni con una persona in così poco tempo. Sento che di lui mi posso fidare, o almeno così suggerisce il cuore, mentre la testa non da altro che ripetermi di tornare a casa perché mi sto cacciando nei guai.

Fino ad ora non mi hanno proprio fatto niente questi lupi mannari, tranne quello dagli occhi gialli ovviamente, ma c'era Ares a difendermi e ha promesso che lui non mi farà mai del male, e gli credo.

Dopo poco rientra con un vassoio, occupato da un piatto con la mia amata torre e per lui un succo di frutta, con persino la panna e la frutta fresca sopra.

Consumiamo in silenzio le nostre pietanze e mi lecco le labbra per controllare se sono ancora sporca.

Il ragazzo accanto a me mi fissa le labbra prima di portare il pollice sul labbro inferiore e strisciarlo, togliendo via la nutella in eccesso per poi leccarla dal dito.

È così fottutamente eccitante.... penso, cercando di spostare i miei pensieri su altri argomenti.

Si schiarisce la gola, capendo che può incominciare a parlare. «Come ti ho già detto, io sono un lupo mannaro, non uno di quei semplici ma sono il figlio di uno dei primi lupi generati direttamente dalla dea Luna, la nostra divinità. Al momento governo queste terre, e questo fa di me un'Alpha, un capo branco, molto speciale» inizia.

«Quindi in questa scala di potere, al primo posto c'è l'Alpha?» gli chiedo.

«Si, dopo di noi ci sono i Beta, quelli secondari. Ogni Alpha ha il proprio Beta, scelti dalla dea, è come un fratello di sangue in effetti, ma anche il migliore amico, un po' di tutto» ridacchia.

«E cosa significa che sono la tua compagna?» lo interrompo, volendo subito saperlo.

«La dea Luna fa in modo che ogni lupo abbia la propria anima gemella proprio perché si completano, un po' come lo ying e lo yang. Quando ci si trova davanti alla propria compagna il battito cardiaco aumenta, si vuole costantemente stare con lei, sembra che attorno abbia una luce tutta sua, come se fosse un angelo», e mi guarda con un sorriso gigantesco, quasi stesse provando queste sensazioni in questo momento.

«È una cosa molto romantica» commento, arrossendo allo stesso tempo.

«Lo so, sono un vero poeta» si elogia e scoppio a ridere.

Si sdraia sul letto e trascina anche me, facendomi strillare per la sorpresa. È davvero molto forte e il pensiero che mi potrebbe strangolare in pochissimi secondi rimane sempre nella mia testa.

Nonostante tutto, voglio fidarmi di lui, anche perché non ho nulla da perdere.

Appoggio la testa sul suo petto, addormentandomi con il battito del suo cuore.

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Dannata isola delle nuvole (#wattys2020)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora