Capitolo 1- non si scappa dal passato

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Ehi ciao a tutti! Mi chiamo Marinette, ho 19 anni compiuti e vivo a Parigi ormai da sola. Eh già perché appena compiuti i 18 anni ho deciso di trovarmi un lavoro come cameriera e di andare a vivere da sola; lontana dalla presenza asfissiante dei miei genitori sempre col fiato sul collo.
Ora non fraintendetemi, non dico di non volergli bene, non so come farei senza di loro, però a volte erano davvero esagerati e fin troppo premurosi nei miei confronti.
Comunque, lo sapevo che mi sarei distratta, torniamo a me.
A settembre di quest'anno comincerò il primo anno di università e, finalmente, riuscirò a coronare i miei sogni.
Ora vi starete chiedendo:
"Sì wow Marinette, fantantisco. Ma ehm...quali sarebbero i tuoi sogni?"
Beh, semplice. Fare la stilista.
Migliori amici?
Ne ho d-una... Alya.
Oh al diavolo, due, ne ho due. Purtroppo. Alya e...Alya e Adrien.
"Grazie cara" direte voi ora "ovvero?"
Ovvero la prima soltanto la persona più pazza, meravigliosa, unica, insostituibile e megasuperextrastrafantastica che esista. E il secondo...beh la mia cotta.. Ma che dico "cotta"! Il mio primo amore. Inizialmente non ricambiato questo sì, ma dettagli...
Ora andiamo avanti con la storia però... Vi sto per raccontare di lui. L'uomo che scombussolò completamente e definitivamente la  mia intera esistenza. Adrien.
"Oi, oi, oi, piano carina." direte "Mica era la cotta non ricambiata. Ah no ci scusi, l'amore non ricambiato."
Sì, ma ho detto inizialmente non ricambiato.
Okay, basta. Ho già detto troppo. Vi lascio alla storia.

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MARINETTE POV

<<"OH MIO DIOOOOO!!!!!!>> esclamai appena mi resi conto dell'ora.
Le sette e mezza. Cazzo. Cazzo. Cazzo.
"Okay Marinette, calma. Puoi farcela."
Perché tanta ansia? Oh beh, nulla. Era solo il primo giorno di scuola ed ero già in ritardo. Yeeee.
Ah scusate forse mi sono scordata di dirvelo prima. Sorry. Oltre ad esser quello che ho detto prima eccetera, sono anche una dormigliona, una pigra senza eguali e soprattutto...
<<Aaaaaaaaaahhhh!!!!!!!>> urlai cadendo dalle scale. Mi rialzai subito dopo con un gran livido sulla gamba ma con nulla di rotto.
Stavo dicendo: e soprattutto una sbadatona... Prova tangibile il mio bel voletto per le scale.
Nonostante fossi leggermente indolenzita mi rialzai e andai in cucina a fare colazione.
La cucina era abbastanza spaziosa e comunicava con il salotto.
Mi posso già immaginare voi che vi chiedete come faccio ad avere una casa a due piani, una cucina grandina facendo solo la cameriera.
Poi immagino anche che vi si illumini il volto, distinguendovi in due gruppi: i pervertiti e gli altri. I pervertiti penserebbero che io abbia un secondo lavoro e che con questo centri la profanazione del mio corpo (vi lascio immaginare lettori cari XD)
Mentre quegli altri potrebbero pensare che ho scroccato dei soldi a mammina e a papino. E invece non ha ragione nessuno.
La realtà è che essendo la moda la mia grande passione, ero riuscita a vendere alcuni miei bozzetti ad uno stilista. Ma non uno stilista qualunque, no. A Gabriel Agreste. Già vado proprio fiera di ciò, e quando ci penso mi viene ancora un impeto di orgoglio. In realtà dovevo ringraziare solo una persona per quello. Adrien.
Già lui aveva visto i miei progetti e, da bravo amico gli aveva fatti vedere al padre, che ne rimasse estasiato. Li comprò tutti e io ne uscii con una bella sommetta.
Guardai l'ora. Le sette quaranta.
"Ahaha, le sette e quaranta okay è presto." mi dissi ancora insonnolita.
Non ci volle molto: <<Oh cristo! Sono le sette e quaranta!!! È tardissimo!!!>>
Senza neanche finire di fare colazione mi precipitai in camera. Mi lavai in fretta e poi indossai gli indumenti, che fortunatamente avevo già preparato la sera prima.
Questi indumenti consistevano in una camicia aderente bianca con il collo impreziosito da gioielli e pietre, un paio di jeans attillati lunghi fin sopra la caviglia e un paio di sandali col tacco di velluto nero.
Mi sciolsi i capelli corvini e li pettinai, quanto al trucco un po' di eyeliner, mascara e ombretto blu potevano bastare. Ah e chiaramente un pizzico di lucidalabbra roseo.
Mi guardai allo specchio: ero perfetta.
Scesi le scale e mi accorsi scoraggiata che avevo perso il pullman che mi avrebbe portata a scuola. Come avrei fatto???
Ero super imbestialita con me stessa per essere sempre così pigra, quando una moto mi sgommò davanti ed un ragazzo con il casco scese da essa.
Si tolse il casco venendo verso di me.
<<Ehi dolcezza, un passaggio?>>
Ero pronta a rifiutare, non avrei mai accetta un passaggio da uno sconosciuto. Ma lui non era uno sconosciuto.

Angolo d'autrice

Cari lettori e care lettrici spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se è cosi commentate plisss!!
Aggiorno presto giuro, anche domani se riesco.
Sciauuuu😘😘

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