Capitolo 14- il sole dopo la tempesta

371 20 1
                                    

ADRIEN POV

Mi svegliai in una stanza completamente bianca, con appiccicate alla pelle numerose flebo e altri apparecchi strani. Nelle mie orecchie c'era un beep beep che proveniva dalla macchinetta adiacente al mio letto.
Realizzai di essere in ospedale, ma all'inizio non ne rammentai il motivo.
Poi tutti gli avvenimenti delle ultime ore mi travolsero come in onda anomala: <<M-marinette...?>> pigolai debolmente.
<<No, figliuolo. Non sono Marinette. Però tranquillo, il ragazzo... Mmhh Jacob Duval se non mi sbaglio, ci ha raccontato tutto. La polizia sta cercando la tua dolce metà. Non ti preoccupare.>> disse il dottore.
<<Per-perché sono in ospedale?>> chiesi nuovamente.
<<Ti hanno sparato ragazzo mio. Non ricordi? Comunque abbiamo già effettuato l'operazione per la rimozione del proiettile, ed ora sei fuori pericolo nonostante la pallottola abbia reciso una vena e quindi tu abbia perso molto sangue. Verrai dimesso tra un paio di giorni, ma ora è meglio se ti risposi.>> concluse l'uomo uscendo dalla porta.
"Resisti amore mio. Ti vengo a prendere presto." pensai addormentandomi.

MARINETTE POV

Seguii le indicazioni del tizio e raggiunsi così in poco tempo la caserma più vicina.
Mi diressi dal primo poliziotto disponibile e raccontai tutto.
L'uomo mi ascoltò in silenzio facendo brevi ricerche sul suo computer annotandosi le informazioni utili.
Ero stata attenta alla via e al civico in cui si trovava il monolocale in cui Joel mi aveva stuprata, quindi riferii queste informazioni all'agente che annuì chiedendomi: <<Scusi signorina mi dica il suo nome e -sempre che ne sia a conoscenza- quello del suo aggressore>>
Risposi senza esitare a quelle due domande e poi mi domandò: <<Ho ricevuto una denuncia da un altro uomo oggi. Disse che questo tizio, che risponderebbe alla descrizione fatta da lei, sparò sulla spalla ad un uomo in compagnia di una donna e che poi se ne andò in compagnia di quest'ultima. Lei quindi dichiara che ieri circa nell'orario delle 22.30 un uomo sparò al suo accompagnatore, identificato come Adrien Agreste, e poi se ne andò insieme a lei?>>
<<Sì. È esatto. Ieri sera quell'uomo che espose denuncia capitò casualmente nel vicolo in cui il mio stupratore sparò al mio compagno e "rapì" me.
Quando vidi quest'uomo quindi sperai chiamasse l'ambulanza e la polizia, e come posso felicemente notare, l'ha fatto. Ma ora mi dica, come sta Adrien Agreste??>>
<<È attualmente in ospedale, ma è fuori pericolo. Ora credo che siccome le informazioni in nostro possesso siano sufficienti credo che possa andare a trovare il ragazzo. Verrà scortata da un poliziotto fino all'ospedale. Arrivederci e i miei più sinceri auguri di buona fortuna. Vedrà, lo prenderemo.>> rispose l'uomo in divisa.
<<Ne sono sicura.>> dissi per poi accomodarmi su una poltroncina aspettando l'uomo che mi avrebbe scortata fino all'ospedale.
Dopo circa cinque minuti un signore sulla cinquanta, quasi più largo che alto, chiese: <<Madamoiselle Dupain-Cheng?>>
<<Sono io.>>
<<Mi segua, la scorterò fino all'ospedale.>>
<<Molte grazie.>>
L'uomo mi condusse sopra una macchina della polizia e, una volta messo in moto, partimmo a sirene spente verso l'ospedale.
Appena arrivai all'interno dell'edificio un odore di disinfettante e pulito maniacale mi avvolse.
Senza perdere tempo mi diressi verso la 'reception' (non so se si dice reception però vabbeh) e chiesi di poter vedere Adrien Agreste.
<<Certo, signorina...?>>
<<Marinette Dupain-Cheng, sono la fidanzata.>>
<<Oh, certo! Stanza n. 321, prego mi segua.>>
La signora mi condusse nella stanza e io finalmente lo vidi. La felicità mi morì in gola. Aveva attaccate al corpo un sacco di aghi e altri apparecchi strani, la spalla colpita era fasciata da uno spesso strato di bende, e anche se l'elettrocardiogramma segnasse dei battiti regolari, mi sentivo comunque in colpa.
Mi accasciai vicino al suo letto e cominciai a piangere silenziosamente.
<<Scusa, amore mio. È tutta colpa mia.>> dissi tra in singhiozzo e l'altro accarezzandogli i capelli biondi.
Quando scostai la mano qualcosa di caldo mi fermò ed io, che avevo tenuto gli occhi chiusi a causa del pianto, gli aprii immediatamente scontrandomi con uno sguardo penetrante e con un paio di occhi verde smeraldo.
<<Ciao M'lady.>>
<<A-adrien?>>
<<In persona. Allora insettina, appena mi alzo da questo letto vado a fare il culo a strisce a quel bastardo pezzente che ha osato toccarti.>>
Lo abbracciai e piansi le ultime lacrime. Lui mi prese il volto e mi baciò con passione, ci staccavamo solo per prendere fiato e poi ricominciavamo.
<<Ti amo. Da sempre e per sempre.>>
<<Ti amo anch'io. E non credo che riuscirò mai a smettere di baciarti. Le tue labbra creano dipendenza, sai?>> mi rispose lui.
<<Bene. Perché neanche io avevo intenzione di smettere.>> ribattei per poi baciarlo nuovamente.

I giorni passarono, Adrien fu dimesso dall'ospedale, però di Joel nessuna traccia. Io ero spaventata perché avevo paura che potesse tornare da un giorno all'altro, per rovinare di nuovo la mia vita.
Settimane dopo però ci arrivò una comunicazione da parte del commissariato.
'Cara signorina Dupain-Cheng, in virtù delle accuse fatte a Joel Bernard, ci sentiamo in dovere di avvertirla del fatto che il soggetto incriminato è stato trovato ed arrestato vicino a Marsiglia. Dal punto che lo stesso soggetto ha confessato tutto ciò di cui è stato accusato, non bisognerà svolgere nessun tipo di inchiesta o processo.
Bernard verrà inoltre trasportato nella prigione di Lione ed è stato condannato a sette anni di carcere per molteplice stupro aggravato.
La ringraziamo per la sua collaborazione. Arrivederci.

                                  Distinti saluti,
               il commissario Joseph Legrand

Non persi tempo e la feci leggere subito ad Adrien che, felice della notizia, mi propose di andare a cena fuori, dicendomi di aver una sorpresa...

                          EPILOGO
|------|------|------|------|------|------|------|

6 anni dopo

Ora la mia vita è perfetta.
Quella sera, dopo l'arrivo della lettera, Adrien mi chiese di convivere ed io accettai senza pensarci due volte.
Un anno dopo, in crociera sulla Senna, mi chiese di sposarlo.
La sera del matrimonio facemmo l'amore ed io rimasi incinta di Louis,  ha appena compiuto cinque anni.
Due anni dopo la nascita di Louis, nacquero anche i due gemellini Emma e Hugo, che adesso hanno tre anni.
Io sono la stilista di punta alla Agreste Mode e Adrien è sia un modello che capo economico della casa di moda.
Ora siamo felici.
"E Joel?" chiederete voi.
Joel non credo ci darà più fastidio. Si è impiccato in prigione un anno dopo il suo arrivo.
Direi che se lo merita.
Beh, questa è la vita che ho sempre desiderato.
Sposata con Adrien, tre figli e un lavoro meraviglioso. Manca solo il criceto però io e i bambini non riusciamo a convincere Adrien a prenderlo...
Ho degli amici fantastici, un marito fantastico, dei figli fantastici, un lavoro fantastico ed una vita fantastica. Cosa posso chiedere di più?

Angolo d'autrice
Eccoci arrivati alla fine di questa storia. Ringrazio chi è arrivato fino alla fine ed ora non mi dilungo troppo.
Grazie.
Grazie di cuore.






Una Vita per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora