Capitolo 2

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Mi pentii della mia scelta prima ancora di terminare la frase. Fare coppia con Michael era stata una grandissima idiozia. Avrebbe fatto andare su tutte le furie mio fratello e avrebbe dato a Michael la possibilità di infastidire sia me che Luke in tutti i modi possibili. Per quanto affascinante potesse essere la sua capacità di spiccare in mezzo agli altri in un modo tutto suo, non avevo alcuna intenzione di buttare benzina sul fuoco. Eppure era ciò che avevo appena fatto. Quando mi alzai per andare a sedermi vicino a Michael ricevetti un'occhiata omicida da Luke, mentre Corinne sembrava più che lieta di potersi accomodare accanto al mio bene amato fratello.

-Sarà molto divertente-

-La matematica non è mai divertente- Sbuffai mordicchiando il retro della mia biro.

-Ti facevo una secchiona, Fiorellino-

-Sono una ragazza piena di sorprese- Blaterai cercando la pagina assegnataci da quella che chiamavamo professoressa, perché spietato carnefice di povere giovani menti non era un lavoro legalmente riconosciuto.

-Non vedo l'ora di scoprirle tutte- Fermò lo scorrere delle pagine guardandomi dritto in faccia e il caso volle che fosse proprio quella giusta. Lo fissai con entrambe le sopracciglia sollevate.

-Non sei l'unica con delle capacità nascoste- Mi fece l'occhiolino e si morse il labbro, probabilmente cercando di non ridere della mia espressione inebetita. Che ragazzo educato.

-Perché non le usi per risolvere gli ottantadue esercizi che abbiamo da fare?- Repressi a fatica l'impulso di pizzicargli il naso solo per dispetto. Si passò una mano tra i capelli rosa acceso e fece roteare una matita tra le dita dell'altra. Fissò per qualche secondo il primo di una serie infinita di esercizi da risolvere per poi scrivere con aria soddisfatta il numero cinquantaquattro accanto al testo.

-Il primo è fatto-

-Non è possibile, non hai usato neanche un pezzo di carta-

-Solo perché ripeto l'anno non significa che sia una capra analfabeta. Controlla tu stessa, Fiorellino- Controllai quattro volte il risultato della disequazione e il fato volle che fossero tutti e quattro d'accordo con Michael. Mi cadde la penna di mano e rotolò fino ai suoi piedi. Mi sorrise con aria soddisfatta mentre si stravaccava sulla sedia con le braccia dietro la testa.

-Chiudi la bocca Fiorellino, ci entrano i moscerini- Richiusi le labbra e mi chinai a raccogliere la penna, evitando una pallina di carta. Mi guardai alle spalle e vidi lo sguardo assassino di Luke puntato su me e Michael.

-Luke, smettila di fissarla così o la consumi. E sarebbe un gran peccato- La tentazione di tirargli la penna in un occhio fu più forte di me, ma decisi di limitarmi a pestargli il piede. Mi pizzicò il fianco intutta risposta.

-La guardo quanto voglio- Luke non era intenzionato a mollare la presa. Glielo leggevo negli occhi.

-Finiamo gli esercizi, per favore- Mormorai cercando di ignorare il fastidio che provavo riguardo a quella situazione. Avrei voluto avere più coraggio di quello di cui disponevo. Avrei voluto essere capace di gridare in faccia a Luke che doveva smetterla di comportarsi così, perché non era il padrone di nessuno e tanto meno il mio. Tutto quello di cui ero capace, però, era abbassare la testa sperando che decidesse di darmi tregua. Era un boccone amaro da mandar giù e potevo anche mentire a me stessa per un po', ma la sincera verità era che sotto sotto non avevo la stoffa della ribelle.

Luke

Puntai di nuovo lo sguardo su Corinne. Quella ragazza mi confondeva. Al contrario delle altre non si era lasciata abbindolare e la cosa non mi piaceva affatto. Se mia sorella avesse visto in lei qualcuno capace di tenermi testa, avrebbe seguito il suo esempio e allora le cose sarebbero solo potute degenerare. Da quello che avevo potuto notare c'era qualcosa in Michael capace di attrarla e qualsiasi cosa fosse non andava bene per niente. Se sommato alla personalità fuori dalle righe di Corinne, mia sorella avrebbe preso una strada che non poteva neanche vedere in cartolina. Era fuori discussione. Non ero possessivo. Okay, forse unpochino. Ma c'era in gioco molto più della mia stupida, sensata, gelosia. Qualcosa che non potevo permettermi di giocare e purtroppo non avevo deciso quanto puntare. Sperai soltanto di avere una mano di carte fortunata.

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