Capitolo 7

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Tornando a casa, Christopher si rese conto che la casa del ragazzo defunto di Hyunjin, era la sua.

Christopher era andato ad abitare nella casa di Chan e il che gli parve molto inquietante e a tratti macabro, dal momento che probabilmente avrebbe potuto essere infestata dal suo fantasma che avrebbe potuto terrorizzarlo fino a ucciderlo o farlo scappare via.

Non ci credeva granché ma tutto questo gli metteva comunque un certo senso di inquietudine.

Bang Chan. Aveva già sentito quel nome, ma non ricordava minimamente dove lo avesse sentito.

Aveva il suo stesso cognome, ma poco ci dette importanza: in Corea era pieno di omonimi.

Bang Chan. Chan. Il nome Chan, secondo lui era particolare, ma lo trovava molto bello.

Quando rincasò, il giovane andò a salutare sua madre che trovò seduta sul divano mentre stava lavorando a maglia, seria. Probabilmente stava creando un maglioncino o un cappello. Sua madre era solita a lavorare ai ferri e all'uncinetto, per passare il tempo quando non lavorava, poiché faceva la commessa in un negozio che si trovava in centro città e quindi faceva turni alternati mattina e pomeriggio.

"Chi era quel ragazzo? Che ci facevi con lui?" chiese la donna, posando i ferri sul divano e guardandolo, accavallando le gambe e aspettando una risposta.

Chris fece spallucce, chiedendosi come mai avesse posto quella domanda così freddamente "Un amico che ho conosciuto a scuola. Si chiama Hyunjin ed è nella mia classe. Abita qui vicino con sua madre e abbiamo preso lo stesso pullman. E' cieco." disse, restando sul vago.

La mamma di Chris non sembrò sorpresa, anzi, annuì in silenzio quasi a trattenere qualcosa. Qualcosa di apparentemente importante "Capito." si limitò a dire "Fa attenzione, sua madre è una pazza." aggiunse restando seria e Chris poté vedere nei suoi occhi che c'era qualcosa che non andava.

"Tutto bene, mamma? Perché dici così? È successo qualcosa?" chiese, confuso.

La mamma sbatté le palpebre, per poi scuotere la testa "Niente tesoro, tranquillo" dopodiché annuì, per poi tornare a lavorare la sua lana "Va' pure a riposarti, ti chiamo io per la cena" disse e Chris fece come detto, salendo in camera sua.

Hyunjin abitava proprio di fronte a lui, quindi dalla finestra della sua stanza poté vederlo seduto sul proprio letto con gli auricolari nelle orecchie mentre accarezzava un libro. Stava studiando, probabilmente. Chris rimase a fissarlo per infiniti istanti, probabilmente mezz'ora, un'ora. Non seppe dirlo, era passato molto tempo. Finché non vide il ragazzo avvicinarsi alla finestra e poggiarsi allo stipite della porta che dava sul terrazzo, togliendosi gli auricolari e dicendo un qualcosa che a Chris parve incomprensibile da capire.

Christopher non lo sapeva ma Hyunjin amava il suono del vento e la sensazione che dava quando passava sul suo viso e gli scostava i capelli, per questo si avvicinava spesso alla finestra, con magari qualche canzone in sottofondo, che puntualmente sceglieva tramite comando vocale.

Chris, a quel punto, si alzò e aprì la porta-finestra che dava sul proprio, di terrazzo, e uscì lasciandosi cullare dalle lontane note di "So am I" di Ava Max che Hyunjin aveva messo pochi secondi prima -ecco ciò che di incomprensibile aveva detto poco prima-, per poi chiamarlo a gran voce, poggiandosi al marmo del balcone "Hey Hyunjin!".

Faceva un po' freddo, ma poco gli importava.

Hyunjin sobbalzò spaventato e volse il viso attorno a sé per capire chi lo avesse chiamato e da dove venisse il suono "Chi va la?" chiese, ritraendosi leggermente verso l'interno, stando ben attento a non cadere. Chris si mise a ridere.

Soulmate {HyunChan}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora