Era l'ora di pranzo quando i quattro ragazzi avevano varcato la soglia dell'ospedale e Chan sentiva uno strano senso di ansia che si faceva strada nel suo ventre e nel suo petto, quasi sentiva il bisogno di vomitare.
Plausibile, pensò. Dopotutto, il tuo ragazzo ha un cinquanta percento di possibilità di rivederti e ancora ti crede morto, parlava il suo inconscio.
Chan aveva sempre odiato gli ospedali, quei colori così spenti e tutte quelle persone vestite con il camice bianco lo mettevano in soggezione, per non parlare del fatto che quel posto fosse pieno di bambini.
"Posso aiutarvi, ragazzi?" domandò un infermiere che si era avvicinato a loro.
Chan non lo aveva mai visto prima. I capelli castani, leggermente scomposti e un cordiale sorriso sul volto, l'uniforme bianca col taschino verde e il tutto accompagnato da un tesserino. Mark Tuan. Ecco come si chiamava quell'infermiere che si era posto a loro così pacatamente.
"Buongiorno, è possibile vedere Hyunjin?" chiese Seungmin, anticipando Chan che stava per parlare e che, prontamente, lo guardò male.
Il giovane annuì, indicando con la mano le scale che si trovavano pochi metri più avanti "Secondo piano, stanza quarantaquattro" disse semplicemente prima di tornare al lavoro.
I quattro annuirono e fecero un inchino di rigraziamento, dopodiché andarono a passo spedito verso la meta prefissata e, una volta giunti davanti alla stanza -la porta era aperta-, entrarono.
Trovarono un bambino seduto a gambe incrociate sulla poltrona che stava mangiando un pacchetto di patatine, erano quelle palline al formaggio che appena se ne apriva un pacchetto si poteva percepire l'odore a metri e metri di distanza.
Chan lo riconobbe e gli rivolse un dolce sorriso. Lo vide meglio dall'ultima volta: il colorito sul suo volto sembrava più vivo e il sorriso non aveva lasciato le sue labbra neanche per un secondo.
Probabilmente la presenza di Hyunjin gli faceva proprio bene.
"Hey, ciao Shuyang. Come stai?"
"Heyy!" li salutò il piccolo, alzandosi dalla poltrona e facendo un inchino "Sto bene, grazie" disse.
Hyunjin non era in stanza e Chan si chiese dove fosse, forse in visita o forse era uscito in giardino per fare una passeggiata.
Il piccolo Shuyang guardò Seungmin per un momento, avvicinandosi e scrutandolo attentamente.
"Xinlong ha fatto un patto col diavolo per diventare ventenne e non mi ha detto niente?" chiese, per poi scoppiare a ridere e guardare Chan, notando che il ragazzo più grande si stava guardando intorno alla ricerca del motivo per cui era lì. "Chan-barra-Chris hyung, Hyunjin è uscito circa un'ora fa, credo fosse in visita." disse al ragazzo, per poi sorridere a tutti gli altri e sedersi nuovamente sul proprio letto.
"Xinlong?" chiese Seungmin confuso.
Shuyang annuì. "Il mio migliore amico. È proprio uguale a te" rispose.
Jeongin si sedette sulla sedia che era al fianco del letto di Hyunjin e Chan poggiò la schiena all'anta dell'armadio lì di fronte, Felix andò di fianco a Jeongin e Seungmin guardava il bambino con curiosità. Adesso era curioso di conoscere questo Xinlong.
"Shuyang sai dirmi tra quanto tornerà?" chiese Chan, passandosi una mano tra i capelli e guardandosi intorno. Quella stanza era davvero priva di colori e luce, metteva tristezza.
Shuyang scosse la testa ma poco dopo indicò la porta "Eccolo" disse.
Chan si girò, vedendolo entrare: era sempre bellissimo, i capelli neri oramai lunghi che toccavano quasi le spalle e la benda attorno agli occhi che aveva da giorni oramai.
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Soulmate {HyunChan}
Fanfiction"Christopher Bang, tu credi davvero che io non sia normale?" [...] "Beh, sì! Dall'inizio dell'ora guardi sempre verso quel muro di mattoni e poi ti comporti proprio come se intorno a te non ci fosse niente!" [...] Dove Hyunjin è un ragazzo un po' sp...