Ex: rapporto malato

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Scendo di casa frettolosamente, mi trovavo a casa di mia madre in un paesino nella provincia di Monza e Brianza. Metto una giacca e quando scendo trovo i suoi occhi azzurri a cercarmi inteneriti. Ci abbracciamo, come sempre. Sentire il suo contatto mi fa quasi commuovere e mi viene da piangere. Sono felice per un momento che lo sto abbracciando.

"non credevo saresti mai venuto tu da me in motorino" dico schernendolo e guardando il suo felpone pesante e la tuta.

"volevo stare con te" dice sorridendo col suo fare solito. Era così complicato, così pieno di problemi...

Parliamo del più e del meno, mi allunga la canna che nel frattempo aveva fatto e acceso. Era una situazione strana, brutta e dolorosa...

Io lo avevo lasciato e lui aveva dato di matto, era stato malissimo. Stava finendo in depressione e stava crollando a momenti alterni, per via della sua fragilità che mascherava con durezza e cattiveria.

Ma non era cattivo, certo che no. Mi aveva alzato le mani, una volta. Mi aveva dato un calcio e una forte sberla che mi ha buttato giù. Perché? Perché la sua testa gli diceva così. Perché così si comportava nel suo fare altalenante. Prima mi amava, ero l'unica che gli fosse stata vicino, l'unica importante e l'unica che contava, poi ero una nullità, una troia, una che non aveva fatto niente per lui, una da niente. Quale era la verità? Chi può dirlo!

Lui aveva questo disturbo, che lui manco riconosce. Lui non capisce la gravità del suo problema. Ovvero essere prima sulla luna e poi sotto terra. Soffriva di un disturbo dell'umore, o forse della personalità oserei dire, Perché quando cambiava nel suo io depresso e cattivo sembrava veramente un'altra persona rispetto a quella che conoscevo.

Era così, era instabile e distruggeva chi provava a stargli vicino... chi lo amava.

Nicolas era così fin dalla prima adolescenza, non so da cosa tutto questo fosse dovuto... So che questo stava trascinando sul fondo anche me. Stava mandando me in depressione, per stare dietro ai suoi sbalzi umorali e ai suoi sfasi.

E per sfasi intendo sfasi veri e propri. Spaccava le cose dentro casa, insultava chiunque. Ma è soprattutto con me che si sfogava. No, mi ha picchiata solo quella volta, non lo faceva di continuo.. Però, tutto quello che passava lo scaricava su di me usandomi come capro espiatorio.

Tutte le sue frustrazioni, i suoi dolori, tutto quello che aveva passato nella vita, l'ansia, i problemi, le difficoltà economiche e a lavoro, o anche banalmente lo stress e la stanchezza da lavoro le scaricava su di me.

Mi trattava veramente in modi che non vorrei ricordare. Ad esempio a volte non voleva vedermi e diceva di non venire da lui, quando era in quello stato mentale. Ma il peggio era se io ero la e assistevo alla sua follia.

Ha provato a sclerare a casa mia, a farsi portare a casa sfasando come non mai. Mentre se ero da lui me ne diceva di ogni colore e faceva il matto anche con me. Il bello era che questi comportamenti erano senza un vero motivo. Di continuo, diciamo usualmente, provava a bloccarmi sui social, a incazzarsi, a dirmi che non voleva più vedermi, cancellava magari qualcosa relativa a noi, banalmente toglieva l'amicizia su Facebook e toglieva il fidanzamento.

Tutto questo era solo una parte del supplizio a cui ero condannata.

Lui mi abbraccia e noto nei suoi occhi il suo dolore. Siamo seduti nella mia macchina

"mi manchi, sto malissimo, sono giorni che sto rendendo una merda anche a lavoro"

"anche io sto male, sono scombussolata, dormo veramente malissimo!"

"odio averti persa per lei, potevo perderti per qualsiasi cosa ma non per lei! Mi pento veramente sempre di quello che ho fatto e vorrei poter tornare indietro..."

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