A volte non si ricorda più che le persone famose sono persone, hanno bisogni come tutti quanti e vivono come tutti quanti. Questo le fa isolare ancora di più, perché si sentono viste come divinità, come oggetti quasi e non come individui.
Era una serata tranquilla insieme a una mia amica, eravamo ad un bar e stavamo discutendo del più e del meno bevendoci una tequila. Ebbi un improvviso bisogno di andare in bagno e così mi alzai dirigendomi al gabinetto del bar. Dal retro, da un'altra finestra sul fondo del locale, vidi una figura in ombra e del fumo che fuoriusciva. Sentivo una voce piuttosto familiare, quella del mio rapper preferito, ovvero Freddy K. Era molto famoso e mi sembrava strano potesse trovarsi qui. Era tra i rapper più conosciuti, di quelli che avevano fatto la storia del rap italiano, senza alcun dubbio. In ogni caso credetti di sbagliarmi però la voce sembrava proprio appartenesse a lui. Fui parecchio incuriosita e con la scusa di una sigaretta tirata fuori al volo mi diressi la fuori. Vidi proprio Freddy k, era seduto sul gradino e parlava al telefono con una persona cara. Più in la c'era un camion costoso e ben tenuto con dentro un po' di gente che stava facendo baldoria, parlavano e bevevano. Lui mi fissò di scatto e non disse nulla vedendomi fumare. A me stava esplodendo letteralmente il cuore, probabilmente avevo una faccia da pesce lesso e penso che sarebbe potuta cadermi la sigaretta di bocca. Cercai di mantenermi indifferente e lui dopo poco salutò con il parente al cellulare e mi guardò continuando a fumare una canna
"come mai passi di qua?" disse chiedendomi tranquillamente e un po' diffidente. Era davvero bellissimo, più che nelle foto o nei video. Aveva occhi immensi, che trasmettevano un oceano di emozioni, un profondo colore nero. Capelli neri e mossi, un poco corti sui lati. Una faccia di un ragazzo vissuto e che ne ha viste e passate tante. Uno stile incredibile nel vestire, anche solo con una maglietta e un jeans che gli stava a pennello. Addosso aveva anche una giacca in pelle e un giubbino. Ai piedi delle Jordan. In più aveva delle collane d'oro e noto anche una bella cintura luccicante di cui non leggo il marchio. Scommetto però che tutto fosse molto costoso.
"perdonami, non volevo disturbare volevo... fumare una sigaretta in pace" ridacchio e sono molto imbarazzata
"nessun disturbo. Non è proprietà privata." disse osservandomi interessato dalla testa ai piedi. Io avevo soltanto una gonna corta e a vita alta con una maglietta corta, dei tacchi alti e anche delle calze nere trasparenti. Addosso avevo un giacchino e un giubbotto rosa.
"sei... sei Freddy vero?" dissi anche se era abbastanza ovvio.
"direi di sì" disse fissandomi in un modo che mi fece sprofondare e con la sua risata che seguì rischiai proprio di avere un infarto.
"ma sei qua da solo?" chiesi
"no, i miei soci sono nel camion la. Stavo telefonando" disse indicando il furgone che avevo visto
"ah ecco" dissi ridacchiando
"vuoi fare due tiri ragazzina?" disse sorridendo e passandomi la canna senza una mia risposta. La presi e fumai assaporandola, per poi darla indietro
"è davvero buona!" esclamai
"grazie" disse sorridendomi ancora "come ti chiami te invece?"
"Linda, molto piacere" dissi dandogli la mano.
"piacere mio Linda, siediti se vuoi"
Feci come diceva lui anche se ero davvero molto in imbarazzo ed ero molto agitata. Lui lo notò e fece una risata. La visuale da seduta vicino a lui era tutta un'altra cosa. Era davvero stupendo e non per la sua notorietà, ma per come questo ragazzo mi smuoveva qualcosa dentro di me. Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
"è bello, che tu non abbia chiesto foto, firme o altro... Beh, magari non ti frega un cazzo" disse ridendo. Così risi anche io e spiegai quanto invece mi interessava. Spiegai come fosse stato lui il primo a farmi affacciare nel magico mondo del rap, lo seguivo da ben dieci anni e avevo avuto un forte interessamento alla sua storia. Mi aveva sempre colpito e anche se poi esplosero centinaia di rapper, ognuno con una storia e un racconto particolare, nessuno eguagliava la sua storia. La sua rivincita si può dire, la sua rivalsa. Il suo percorso era stato davvero unico, come rapper e come persona, e non è stato semplicemente avercela fatta venendo dal nulla... Cosa che molti altri rapper sottolineavano di aver vissuto.
"sei davvero molto amante del rap, è bellissimo trovare persone che lo comprendano così a fondo. Che non vedano solo i soldi e le collane"
"beh, quello è sicuro" sospirai "sei contento di essere famoso?"
"sì, beh, come potrei dire di no. Il fatto è che al contrario di quanto si possa credere il successo allontana da te molte persone. Resti un'immagine, un personaggio. Nessuno si chiede se stai bene o meno, se stai passando un momento di merda, loro ti fermano in qualunque circostanza e ti chiedono la foto. Non ti vedono più quasi come una persona"
"mi auguro che questo non avvenga con tutti" dico intristita
"no, non con tutti" mi accorgo che lo dice in modo sensuale e mi guarda attentamente
"perché non beviamo qualcosa insieme?" non potevo credere a una richiesta simile e no agitai
"wow, non mi aspettavo una simile richiesta" sussurro ridacchiando e mi scontro coi suoi occhi scuri.
Lui mi guarda, in un attimo dai nostri sguardi intensi si sposta sulle mie labbra e ci assaporiamo. Il gusto di quelle labbra morbide e fredde dalla temperatura. Respiriamo affannati bocca dell'altro mentre muoviamo intensamente le lingue travolti da questa passione.
Sentivo la sua essenza, lo sentivo intimamente vicino a me anche se non ci conoscevamo. Lui mi stringeva accanto a lui. Ci stavamo letteralmente perdendo l'uno nell'altro.
"me lo lasci il tuo numero?" chiede a un centimetro dalla mia bocca.
"sì, certo" dico ridacchiando e anche lui osservandomi negli occhi ridacchiò.
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THE SECRET COLLECTION
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