Il perdono.2

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Scendo dal palazzo con la rabbia che mi è sopraggiunta pensando a tutto ciò che è accaduto. A come una cosa che mi faceva stare bene mi abbia distrutto. Appena scendo lo vedo nella strada di fronte a casa mia ed è inspiegabile quello che provo. Mi sento lo stomaco completamente sotto sopra a vederlo. E' vestito con una felpa larga della nike, un jeans che ricordo molto bene e mi fa venire dei brividi per il corpo. Il jeans è a vita bassa e si vede la cintura nera con una parte dorata. Alle mani ha un anello tamarro e ha una catena al collo argentata. Il suo stile che mi lascia senza fiato è contornato dalla sua carnagione leggermente scura e olivastra. Mi sorride con quel sorriso che mi ha fatta innamorare e che mi sconvolge. I suoi occhi sono scuri e profondi, intensi, vissuti, malinconici, stupendi... E la sua bocca leggermente olivastra mi incanta
"ciao" sussurra ancora sorridendo. Io non rispondo e deglutisco, abbasso lo sguardo. Fin'ora non ho smesso di guardarlo un secondo. L'ho proprio divorato con lo sguardo.
"che cosa volevi dirmi che hai tanto insistito per venire?" dico sospirando
"ehi ehi, mamma mia, che impazienza" dice sorridendo e cercando di sdrammatizzare. Ma vedo che è molto a disagio e intristito.
"Christian, non sto scherzando, se devi soltanto fare il coglione io non ho niente da dirti"
Lui rimane in silenzio a guardarmi "io... io ho tante cose da dirti.."
"ah sì?" dico quasi ironica ridendo "proprio adesso hai tante cose da dirmi?"
"Sì, Sara, proprio adesso!" dice guardandomi fisso negli occhi e mi sento cedere
"partendo dal fatto che... non ti... non ti ho tradito. E so che sembra assurdo dirlo adesso ma...
"no, no!" dico sentendomi morire in corpo "non puoi dirmi che non è vero, non puoi arrivare dopo un anno e dirmi che tutto quello che ho passato per te non è vero"
"io... Sara non sto sminuendo quello che hai passato ma... lo sento effettivamente sofferente e dannato mentre mi parla 
"bene" dico facendo un sospiro forte. Non so se reggo tutto questo, non posso credere di avere questa conversazione e di essere qua per davvero.
"Non ti ho tradito Sara, non me ne sono andato con un'altra. Non sono venuto qua per farmi perdonare, non sono venuto per avere il perdono e tornare insieme a te. Ma avevo bisogno di dirti queste cose, di spiegarti"
"Vuoi davvero raccontarmi le cazzate?" dico guardando i suoi occhi sofferenti e apparentemente sinceri, irrompendo nella sua frase
"Sara io non lo avrei mai fatto, mai!"
"e invece l'hai fatto"
"porca puttana, ti ho detto che non l'ho fatto! Se mi lasci parlare... Posso dirti. Quella la era mia cugina di secondo grado, le ho chiesto di fare la parte e di aiutarmi a farti credere che ti stessi tradendo" il suo viso è avvilito e sconvolto dal dolore
"ma che cosa stai dicendo? Christian vaffanculo" dico dandogli quasi le spalle per andarmene, e lui si avvicina a me stringendomi e scontrando i miei occhi. Mi  trattiene avvicinandomi a lui
"ti prego" dice quasi piangendo e non so bene per cosa sia la sua supplica "Sara, è stato difficile anche per me. Io te lo giuro che è andata così, puoi chiedere a mia madre, a tutta la mia famiglia, a chi vuoi" dice quasi piangendo e stando vicino al mio viso. Si avvicina sofferente al mio collo e poi alle labbra e mi respira fremente. Io sono inebriata e mi sento quasi soffocare, impazzire, mi sento ribollire il sangue ad averlo così vicino a me
"lasciami" sussurro con la voce spezzata, con un filo di voce, senza quasi forze. Ma dimostrando il contrario con tutto il mio corpo "lasciami"
"sembrava più uno -scopami-" dice lui accanto alla mia bocca
"lasciami, coglione" dico facendo una mezza risata e allontanandolo
"perché lo avresti fatto? Perché hai finto una cosa del genere?" dico amareggiata
"perché tu non mi avresti mai lasciato. Non mi mollavi in nessun modo, ho provato e lo sai. Ci tentavo a lasciarti."
"perché?" dico avvilita e sconcertata senza quasi riuscire a parlare e guardandolo negli occhi
"perché dovevo andare in galera, Sara, lo sapevi. Dovevo fare un anno in pratica là dentro. Dovevo fare quel percorso per me."
"e quindi hai deciso di lasciarmi?" dico avvilita
"dovevo. Lo dovevo fare. Tu non mi avresti lasciato e avresti fatto una vita di merda appresso a me. Saresti stata a soffrire e ad aspettare...
"ho sofferto come un cane, lo stesso" dico iniziando a piangere leggermente.
Lui rimane zitto a guardarmi e passa una mano sulle mie lacrime. Tiene la mia testa e passa un dito sulla mia bocca
"non piangere piccola"
"mi hai fatta dannare, sono stata settimane a cercare di darmi una spiegazione. Ad aspettare" dico piangendo "settimane a cercare di capire, a immaginarmi di tutto. Era straziante..."
"lo so, lo so... Sara, mi dispiace tantissimo" dice poggiando la testa su di me, facendo diramare i brividi "ma dovevi odiarmi, per staccarti. Dovevi odiarmi perché tu andassi avanti e..." dice mentre si spezza la sua voce "e stessi bene. E non stessi dietro a me rinchiuso la..."
"non avevi il diritto di decidere per me!" dico quasi urlando e piangendo. Lui si passa una mano sugli occhi

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