Capitolo 21

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Capitolo 21
***XXI***

Mi risvegliai confusa. Avevo la testa annebbiata, affollata di sogni e incubi. Impiegai più del dovuto per rendermi conto di dove fossi. Era adagiata su una specie di tavolo argenteo ed ero rinchiusa in una strana teca lucida e trasparente. Mi soffermai a guardare il soffitto, anch'esso color argento, con due lampade che illuminavano l'intera stanza. Diedi un veloce sguardo intorno, ero circondata da tanti tavoli. Sembrava una specie di laboratorio. Cercai di muovere una mano per spostare un ciuffo ribelle che mi era caduto davanti agli occhi, ma la mia mano era bloccata. Poi ebbi come un resoconto mentale di ciò che era successo prima, e ormai con il respiro soffocato cercai con gli occhi Goshin...e se avevamo preso anche lui? Era troppo piccolo per difendersi! Feci un altro sforzo per muovere qualsiasi parte del mio corpo, ma ero come se mi avessero completamente paralizzata. Provai a vedere se almeno la voce mi funzionava, e con grande sollievo almeno quella si faceva sentire. Feci un respiro profondo per riempire al massimo i miei polmoni e la mia voce ruppe quel silenzio infernale.
Pan:"Goshin!"
Presi un altro respiro, questa volta più debole.
Pan:"Trunks!"
Improvvisamente la grande porta nella parete si aprì senza fare troppo rumore. Entrò.
Un tipo alto e robusto, con la pelle bianca come la neve e uno strano completo che sembrava una corazza. Ne ero corta, era quello che mi aveva rinchiusa qui dentro. Alla sua destra e alla sua sinistra,c'erano altri due tipi, di sicuro i suoi scagnozzi. Erano poco più bassi di lui, ed evevano anche loro la pelle bianca.
I due, rimasero sulla porta, mentre il capo si avvicinò studiandomi con lo sguardo. I suoi occhi color cremisi si incrociarono con i miei e un brivido mi percorse tutto il corpo. Con le braccia incrociate al petto continuava a scrutarmi e incenerirmi con lo sguardo.
Belial:"Tu, dovresti essere Pan."
Lo guardai un attimo in cagnesco e dopo un minuto buono mi decisi a rispondere.
Pan:"Cosa vuoi? Lasciarmi immediatamente andare!"
Belial:"Smettila, o farai peggiorare solo le cose. Non ti verrà fatto nulla...mi servi solamente da...mmmm..qual'é il termine giusto? Ah, si....ostaggio!"
A quella parola il mio corpo si irrigidì, ancora più rigido di quando era paralizzato.
Pan:"Ostaggio per chi?!"
Scandiii parola per parola.
Belial:"Per i tuoi amichetti."
Pan:"Come fai a sapere che li conosco?"
Belial:"Quale altro esemplare di debole umano come te, Pan, verrebbe su questo pianeta? Devi conoscerlo di sicuro, tu è il marmocchio mi sarete d'aiuto."
Pan:"Lascia stare Goshin! E come sai il mio nome?"
Dissi con voce acida, che quasi spuntavo veleno.
Belial:"Non tocca a te fare domande!"
Non sentivo nulla dalla testa ai piedi, non sentivo nemmeno la piccola agitarsi...forse avevano paralizzato anche lei...un senso di disagio mi riempì lo stomaco.
Pan:"Io non sono, una semplice umana!"
Belial:"Lo so cosa sei. Sei una sayan."
Incrociò di nuovo i suoi occhi con i miei, aveva uno sguardo malizioso. Poi si diresse verso i due.
Belial:"Andiamo a controllare l'altro."
Pan:"Nooooo!Goshin!"
Uno di loro corse verso un macchinario, spingendo tasti così velocemente da far venire il mal di testa. Uscì un gas, da un buco dietro la mia testa, che in poco tempo riempi tutta la teca. La vista si incominciò ad annebbiare e le ultime parole che riuscii a cogliere da quella discussione furono "Andiamo ad avvisare quegli stupidi sayan dell'arrivo dei loro amici". La frase mi rimbombò nella testa quasi come una ninnananna e caddi di nuovo nel nulla più totale.
Stranamente feci un sogno, ero di nuovo sul suolo rossiccio di quel pianeta, e finalmente vidi arrivare Trunks con Goshin tra le braccia che ridevano e si scambiavano sguardi gioiosi. Poi dalla polvere si intravidero i profili di Goku e Vegeta, quest'ultimo aveva un braccio attorno al collo dell'altro, come per tenersi in piedi. Avevano delle ferite e un paio di graffi, forse avevano appena combattuto. Io mi alzo e corro verso di loro. Da dietro però esce un'altra sagoma. Gli occhi cremisi luccicano e riconosco quello sguardo malefico.
È Beliar. Il mio cuore si ferma per un attimo, e non faccio in tempo a urlare che con una mano lancia un onda di energia che distrugge la mia famiglia. Rimango a guardare quella scena che mi fa gelare il sangue, con le mani strette al ventre. Almeno la mia piccolina é ancora al suo posto. Belial si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa in una lingua strana, facendomi venire i brividi.
I miei occhi si spalancarono, e risentii nella mia testa il sussurro di quel mostro. Diceva "Oretsop etut"non so cosa vuol dire, ma un'altro brivido percorse il mio corpo. Mi guardai in torno, la stanza era vuota. Sospirai, lieta che era solo uno sogno, quindi un brivido di speranza mi rimaneva. Riprovai a muovere la mano, che questa volta rispondeva a comando. Poi  provai a muovere l'altra anche quella rispondeva. Bene, una cosa in vantaggio per me. Strinsi i pugni, chiusi gli occhi e presi fiato. Concentrai tutta l'energia che avevo in corpo, per poi farla scoppiare fuori di me. I pezzi di vetro della teca e altre parti d'acciaio si sparsero per la stanza deserta, e un allarme risuonò per la stanza. Intuiii che qualcuno mi stava per fare una visita. Mi avvicinai alla porta, che con calcio si ridusse in brandelli sul suolo lucido.
Corsi per il lungo corridoio dando un'occhiata stanza per stanza, fino a trovare un'altra specie di teca in cui era rinchiuso Goshin. Mi bloccai un attimo a fissarlo, per poi precipitarmi verso di lui. Dormiva beatamente, non ci voleva il gas per lui. Sa essere indiscreto in certe situazioni. Appoggiai la mano sul vetro, l'alzai e con un po' di forza diedi un pugno su quel ripiano lucido, che si ridusse in piccolissime schegge luminose. Un secondo allarme risuonò nella stanza. Presi Goshin tra le braccia, lo cullai per un attimo osservando i piccoli piegamenti sui suoi occhi. Poi lo poggiai sulla mia schiena, tenendo lo come una specie di zaino. Mi affrettai per uscire nella stanza, e mi ritrovai in quel corridoi intricati. Dopo qualche minuto buono mi bloccai, stavo facendo lo stesso percorso da un po'...dov'era la via d'uscita?E sopratutto, perché non erano ancora arrivati i "soccorsi" a riacciuffarci?
Goshin:"Mamma...dove...siamo...?"
La sua voce era rauca e debole, come un sussurro. Mi voltai per leggere la sua espressione, aveva gli occhi socchiusi e mi guardava un po' perplesso.
Pan:"Cerchiamo una via di uscita, piccolo!"
Goshin:"Io so come uscire...me lo ha detto il signore buono!"
Strinse i pugni e si dimenò per liberarsi dalla mia presa, che lo teneva fermo sulle mie spalle. Con un abile balzo, si appoggiò a terra e disse con voce convinta.
Goshin:"Seguimi!"
Pan:"No, aspetta!Goshin!"
Lo richiamai, inutilmente.Allora cercai di seguirlo tra quei corridoi infernali. Sembrava di essere in un purgatorio!Improvvisamente si bloccò davanti a una porta più grande del solito.
Goshin:"È questa la porta per uscire!"
Lo fermai trattenendo gli un polso.
Pan:"Aspetta, Goshin! Chi te lo ha detto?"
Goshin:"Beh...un signore...dagli occhi...uhm...rossi!"
Pan:"D-dagli occhi...rossi?!"
Goshin:"Si, ha detto che se mi riuscivi a liberare dovevamo andare per questa strada, così saremo stati liberi di andare da papà."
Si avviò verso la porta e strinse tra le mani la maniglia. Ripensai in mezzo sfondo a quelle parole, c'era qualcosa che non mi convinceva...
Pan:"No!Goshin! È un'imboscata!"
Apri la porta e si girò per guardarmi, confuso. Un rombo tuonò da dietro la parete di metallo, e in poco tempo fece saltare in aria la porta. Fui scaraventata violentemente contro una parete, poi scivolai per terra. Con la vista di nuovo annebbiata, vidi una sagoma definirsi tra i nubi di fumo, dovute all'esplosione. I suoi occhi vinaccio brillarono incrociando il mio sguardo. Ero arrivata alla soluzione in ritardo. Risentii quelle parole risuonare come un sussurro nella mia testa "Oretsop etut" cosa potevano significare...forse un anagramma? Forse delle parole al contrario? Incominciai a farmi idee di cosa potesse significare". Oretsop etut"..."Tute postero"....se non sbaglio, è latino. Non conosco bene quella lingua, ma potevo intuire il significato di quelle parole. Sei la prossima. La prossima. Prossima.
Improvvisamente sentii un'altro tuono, voltai il mio sguardo verso la direzione da dove proveniva il rumore. M'irrigidii, rimanendo di sasso. Il bagliore giallo, mi illuminava leggermente il viso. Goshin, il mio bambino, si era trasformato in super sayan. Com'era possibile? Io non ci sono mai riuscita. I suoi capelli erano a punte all'insù e i suoi occhi erano più azzurri di prima. Era da mozzare il fiato, un bambino stupendo. Speravo che anche la futura bambina fosse così bella. Che assomigliasse al fratellino.
Si alzò in volo e si scagliò verso Belial, che con una sola mano lo scagliò verso il muro, alzando una nuvola di polvere e macerie.
Dalle mie labbra uscì un sussulto seguito dal nome "Goshin" . Incominciai a temere il peggio per il mio piccolino. Altro che purgatorio, era l'inferno vero e proprio! Ma il bagliore non si spense, il bagliore intorno a lui era più forte di prima. Illuminava l'intero corridoio.
In tanto, la mia vista era tornata regolare, il dolore si era attonito e avevo recuperato quasi tutte le forze. Mi alzai in piedi, con i gambe che tremavano a malapena e i pugni stretti. Mi concentrai sullo scontro davanti i miei occhi. Goshin evitava quasi tutti i suoi colpi. Accumulò una sfera di energia più grande di lui, e la sferrò verso il nemico, che cadde a terra privo di sensi. Come ci era riuscito?Era completamente irrazionale!Rimasi a bocca aperta con gli occhi spalancati a fissare quella scena. Goshin ha dovuto darmi qualche strattone per farmi riprendere. Poi mi prese dolcemente per mano e mi trascinò fuori nel deserto, spiccò il volo verso est, senza esitare, m'invitò a seguirlo.
Goshin:"Ho rintracciato l'aura di papà. È debole, ma c'è!"
Annuiii cercando di tradurre il suo sguardo indecifrabile, notai solamente un luccichio nei suoi occhi, che gli scivolò sulla guancia e si illuminò come un diamante.
Goshin:"Ho trovato anche quello del nonno Goku e quello di zio Goten."
Pan:"Vegeta?"
Non rispose, un'altro diamante gli rigò la guancia.
Pan:"Ah"
La mia voce era rotta, Vegeta non ce l'aveva fatta. E la vita di Trunks era appeso a un filo.
Il tempo sembrava trascorrere incondizionatamente. In poco tempo vidi indicare una piccola raduna verdeggiante a forma perfetta di cerchio. Che cavolo ci faceva una raduna in mezzo a un deserto?! È il pianeta più strambo che abbia mai visitato. Il mezzo a quella raduna, c'era una specie di casa con il logo della CC. La riconobbi all'istante, era la capsula di Trunks. Mi precipitai alla porta e bussai con vigore. Mentre attendevo, Goshin si nascose dietro di me, lasciando intravedere i suoi capelli ribelli. Udii dei passi avvicinarsi sempre di più, poi una debole voce risuonò tra le pareti.
Goten:"C-chi è?"
Pan:"Goten..."
Goten:"Pan?!"
Da dentro sentii un sussurro, che richiamava il mio nome, ma ne sono certa.
La porta si apri e la scena davanti a me mi rincuorò. Era ridotto a uno straccio, le occhiaie violacee mancavano il suo viso pallido. Mi avvinghiai al suo busto muscoloso e duro come il marmo.
Pan:"Oh, Goten! Mi sei mancato! E...Goku? Trunks?"
Goten:"Papà è dentro, ma...Trunks come dire...non sta...bene."
Pan:"C-cosa?"
Mi osservò scrutandomi dalla testa ai piedi, soffermandosi sul ventre.
Goten:"Beh...vedo che non ti sei fatta tanti problemi a darti da fare in assenza di suo marito."
Inclinai la testa di lato, come per pretendere spiegazioni. Cercai di leggere la sua espressione, e infatti capii all'istante.
Pan:"Credi che il bambino non è di Trunks."
Non era una domanda.
Pan:"Come puoi solamente pensare, dopo quello che, ho passato quando se ne é andato, che io abbia fatto un bambino con un altro uomo!"
La mia voce era fredda e acida, ma mi calmai un po', dopo che sentii Goshin tremare dietro di me.
Goten:"Lascia stare...entra."
Mi diede un'altra occhiata, poi entrai a testa alta nella casetta bianca. Mi guardavo in tornò in cerca dei suoi occhi, in cerca del suo volto, in cerca del suo respiro. Entravo e uscivo da una stanza all'altra finché non lo vidi. Era disteso sul divano e probabilmente dormiva. Lo guardavo addolorata, il suo volto era paonazzo, e tremava violentemente. Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, mi voltai d'istinto, ma sapevo già chi era.
Goku:"Si rimetterà, vedrai."
I nostri sguardi si incrocciarono per un attimo.
Pan:"V-Vegeta..."
Sospirò e rispose con voce dolce e melodiosa.
Goku:"In un modo, o nell'altro riusciremo a farlo tornare."
Sul suo volto comparve un sorriso sghembo, poi indicò con il pollice un angolo della stanza, in cui c'era un tavolino. Mi avvicinai curiosa, scoprendo il telo che lo ricopriva. Le 7 sfera emanarono un bagliore che illuminò il mio viso. Ne presi una, quella a quattro stelle. La avvicinai ai miei occhi, riusciva a rispecchiarmi debolmente.
Trunks:"P-Pan..."
Mi girai di scatto, la sua voce si sentiva appena, ma dato il silenzio in quella stanza, sembrava che avesse urlato! Mi avvicinai di scatto, e con le mani presi il suo volto. Lo avvicinai lentamente al mio fino a sfiorare le sue labbra. Ci congiungemmo in un bacio, poi lo guardai con un aria di rimprovero.
Pan:"Dammi una buona ragione per cui non dovrei darti fuoco!"
Gli diedi un altro bacio, poi arrossii leggermente.
Trunks:"Mi dispiace..."
Pan:"E la peggiore sensazione è quando qualcuno ti fa sentire speciale.
Poi improvvisamente ti lascia in sospeso, e devi comportarti come se non te ne importasse affatto..."
Annuii abbassando lo sguardo, e incominciò a accarezzare il mio pancione ben visibile.
Pan:"Sai...di solito ci sono nove mesi per abituarsi a questa idea...ma...ehm...ecco..."
Mi azzitti mettendo la mano sulla mia bocca, poi scivolò sulla pancia. Era una sensazione piacevole: la piccola che si agitavà, la sua carezza sul mio ventre, e i suoi occhi che presero vita tutto in un attimo. Poi sfiorò l'evidente graffio rossicco sul mio braccio.
Trunks:"Cosa è successo al tuo braccio?"
Pan:"Ho incontrato Belial."
Il suo sguardo si fece cupo e vuoto. Nei suoi occhi vedevo la morte. Si alzò dal divano scattando in piedi.
Trunks:"Continua!"
Pan:"Mi ha rinchiuso in un palazzo pieno di corridoi, ma io è Goshin siamo riusciti a scappare."
Trunks:"Sfortunatamente, siamo riusciti a distruggere solo i suoi sguci, anche se ne rimangono due. É troppo forte per noi. Troppo forte."
Pan:"Sapeva il mio nome..."
Trunks:"Sa leggere nel pensiero, non ci sei ancora arrivata?Non capisci com'è forte?!"
Era arrabbiato, i suoi occhi stavano per prendere fuoco.
Pan:"Scusami..."
Trunks:"Cosa?"
Pan:"Scusa per averti fatto arrabbiare..."
Trunks:"Io non sono arrabbiato con te!"
Pan:"Sembravi arrabbiato..."
Trunks:"Lo sono!"
Rimasi un attimo a riflettere, quella risposta mi aveva lasciata perplessa.
Pan:"Ma se hai appena detto..."
Trunks:"Non sono arrabbiato con te!"
Sussurrò. Ci fu un attimo di pausa, sentivo le risate di Goshin venire dall'altra stanza. Probabilmente stava giocando con Goten.
Trunks:"Sono arrabbiato con me stesso. Perché non sono riuscito a proteggerti!"
Pan:"Non potevo proteggermi..."
Mi trafisse con lo sguardo.
Trunks:"In che situazione siamo finiti..."
Pan:"Io direi impasse..."
Trunks:"Impasse."
Mi fece eco. Sorrise di nuovo e guardò il pancione.
Trunks:"Come lo vuoi chiamare?"
Pan:"Veramente è femmina..."
Trunks:"Come la vuoi chiamare?"
Lo guardai negli occhi, poi il sangue si accumulò sulle mie guance, facendole arrossire.
Pan:"Bhe...ecco..."
Trunks:"Perfavore, dimmelo..."
Pan:"No. Rideresti..."
I nostri sguardi s'incrociarono per l'ennesima volta. Mi presi nei suoi occhi color mare, mi erano mancati più del solito in quei mesi. Si senti un tuono provenire dall'esterno. Ci precipitammo subito sul bordo della porta a osservare l'esterno. Non c'era nulla. Nulla oltre alla sabbia rossiccia che volteggiava nell'aria ricoprendo l'erba verde della raduna. Un'altro tuono, proveniva da est. Così ci girammo verso quella direzione senza abbassare la guandia. Si alzò una nube di fumo mischiato a sabbia e terra. Da quella nube luccicarono degli occhi, ma non i soliti occhi. Erano più scuri del solito, non erano color cremisi. Ma di un rosso carminio opaco. Un brivido trasalí lungo il mio corpo, che improvvisamente si irrigidì come una tavola di legno.
Goten:"Oh, no...di nuovo...io...io...non..."
I suoi occhi puntarono il cielo, poi svenne sul suolo pieno di erbaccie. Mi precipitai verso il suo corpo intorpidito, e lo trascinai all'interno della casa adagiando sul divano. Mi precipitai di nuovo all'interno. Belial era vicino a Goku, e si scambiavano occhiata minacciose.
Goku:"Cosa vuoi.
Belial:"Lo sai."
La sua voce mi fece trasalire. Mi lasciai scappare un sussulto.
Goku:"No!"
Belial:"Le sfere. Voglio le sfere. Ora."
Goku:"No."
Disse con tono vellutato. Vidi il mostro allungare una mano verso di lui. Goku balzò un passo all'indietro e si mise in posizione da combattimento. Un accumulo d'aria colpi Goku, che, come un proiettile, colpi una parete della casetta bianca causando una nube di polvere mischiata a mattoni rotti.
Trunks:"Non posso farcela...sono troppo debole!"
Sussurrò al mio orecchio.Purtroppo quella voce non sfuggì all'udito di Goshin, che senza pensarci due volte si trasformò in super sayan. Il mio volto si fece livido. Ero bloccata, come Trunks,a fissare quel bambino di soli sei anni diventare così in meno di un secondo. Ora gli occhi di Belial sono rivolti a me, un lato delle sue labbra si alza in mezzo sorriso. Punta una mano verso di me e lancia una sfera di energia che mi colpisce in pieno, facendo perdermi del tutto i sensi. Inizialmente vidi immagini sfocate del combattimento, Trunks al mio fianco cerca di farmi svegliare. Chiudo gli occhi e mi lascio andare nel sonno profondo.
Quando riaprii gli occhi, la luce del neon mi abbagliò, e fui costretta a chiuderli di nuovo. Dopo un po' i miei occhi si abituarono, così incominciai a osservare la stanza. L'avrei riconosciuta fra mille, era la stanza dove ho dormito nell'ultimo mese. Mi guardai a torno e vidi che su un divanetto era seduto Trunks, non mi toglieva gli occhi di dosso.
Trunks:"Buongiorno!"
Si avvicinò al mio letto e mi diede un bacio a fior di labbra.
Pan:"Cosa...cosa è successo?"
Esitò un attimo per pensare.
Trunks:"Uhm...il nostro piccolo campione, ha battuto il nemico più forte dell'universo!"
Non potevo crederci! L'incubo era finito del tutto! Non avrei mai più incontrato quei occhi cremisi. Scoppiai di felicità!
Pan:"Cosa?!"
Mi strinse tra le sue braccia, e io ricambiai con piacere l'abbraccio. Non so cosa darei pee rimanere tra quelle braccia forti e calde, per tutta la vita.
Trunks:"Mi dici una cosa?"
Chiese sbirciando col suo solito mezzo sorriso sulle labbra.
Pan:"Non ti dico sempre tutto?"
Trunks:"Promettilo."
Insistette. Sapevo che me ne sarei pentita all'istante.
Pan:"D'accordo."
Trunks:"Che nome avevi pensato per la nostra bambina?"
Ecco, pentimento istantaneo. Increspai le labbra, esitante.
Pan:"Non te lo dico!"
Trunks:"Hai promesso!"
Pan:"Lo so..."
Trunks:"Che problema c'è?"
Pan:"Va bene...ma prometti di non ridere!"
Trunks:"Okay..."
Incrociai per un attimo il suo sguardo.
Pan:"Io...la chiamerò Hope."
Trunks:"È un nome fantastico...perché tutte queste storie?"
Pan:"Beh...l'ho chiamata cosí perché non ho mai perso la speranza, che un giorno o l'altro saresti tornato...spero che abbia i tuoi occhi..."
Si fece scappare una risata, poi mi diede un'altro bacio, questa volta più intenso.
Pan:"Avevi promesso che non avresti riso!"
Lo guardo un po divertita e mi lanciò un'occhiata. Mi strinse fra le sue braccia, cullandomi e cantando una ninnananna. La piccola si agitava nella pancia facendola lievitare. Aveva i piedini contro le mie costole. Passai più di un ora tra le sue braccia, mi stava ancora cullando mentre accarezzava il pancione, quando una fitta intensa alla schiena mi fece sobbalzare. Ci ero già
passata, conoscevo quel dolore intenso. Ero entrata in travaglio. Incominciai a urlare e a raggomitolarmi su me stessa. Aveva negli occhi il panico. Riuscivo solamente a urlare, fino a quando il dolore straziante scompare. Con il sudore in fronte mi butto sul letto, mentre Trunks rimase pietrificato in quella posizione.
Pan:"Cosa aspetti?!Fa qualcosa!"
Con lo sguardo assente mi guarda per un attimo.
Trunks:"Respira profondamente!"
Chiude gli occhi e incomincia a riempire d'ossigeno i polmoni, respirando goffamente. Faccio la stessa cosa.
Pan:"E-e ora? Cosa dovrei fare?"
Trunks:"Ah...giá...vale anche per te."
Pan:"Cosa?"
Inclino leggermente la testa, e faccio un'espressione confusa. Cosa voleva dire con quella frase...non stava dicendo a me di respirare profondamente. Incrocia di nuovo il suo sguardo con il mio, è più terrorizzato di me.
Pan:"Smettila!Facciamo qualcosa...chiama Goten e dirgli di stare con Goshin...poi prendi un'asciugamano e acqua calda. Oh...manca un mese preciso per tornare sulla terra...come faremo?!"
Trunks:"Veramente è già passata una settimana..."
Pan:"Muoviti prima che arriva un'altra contrazione!"
Trunks:"S-s-sissignora!"
Il letto sembrava essere un pezzo di granito. Mi sdraiai completamente con una mano sulla fronte, mentre vedevo Trunks sgattaiolare da una parte all'altra. Feci un'ultimo lungo respiro, e quando finalmente mi sentivo meglio, ecco ricominciare il dolore pungente. Mi scappa qualche urlo e vedo la porta aprirsi.
Trunk:"Non preoccuparti, ecco qui tutto quello che mi hai chiesto!"
Appoggia gli asciugamani sull'angolo del letto, la pentola con l'acqua su tavolino e poi si avvicina, tenendomi stretta una mano e baciandomi la fronte.
Trunks:"Non vedo l'ora che la nostra piccola Hope nasca!"
Era palesemente più calmo. Sfoderò uno di quei suoi sorrisi carismatici chd mettono subito di buon umore. Ma il dolore non era ancora terminato. Mi slaccia la tuta dei pantaloni e mi fa mettere nella tipica posizione da parto. La sua stretta d'acciaio tiene ancora la mia mano.
Trunks:"Pan, ascolta, appena senti il dolore spingi più che puoi!Okay?!"
Faccio cenno di si con la testa e chiudo gli occhi per prepararmi. Riecco il dolore, prendo fiato e spingo contando fino a dieci. Poi mi rilasso. Faccio così per quattro o cinque volte, finché non vedo urlare Trunks dalla gioia. Riapro gli occhi che ho tenuto chiusi per tutto il tempo.
Trunks:"Hei...benvenuta Hope!"
Mi bacia la fronta e mi porge un piccolo batuffolo tra le braccia. lo apro come un regalo e ci ritrovo dentro una bellissima bambina con le labbra rosso sangue e le ciglia nere e lunghe. Ha qualchd ciuffo di capelli neri qua a la. Poi lentamente apre i suoi occhi grandi e sfodera le pupille color mare come il padre e il fratello. Anche lei è identica a Goku. Penso fra me e me sorridendo. La porta si apre e sento i passi incerti del mio bambino.
Goshin:"Posso entrare?"
Chiese con un po' di vergogna.
Pan:"Certo piccolo..."
Mi accorgo di non avere la voce...ci credo...con tutte le urla!
Ci soffermiamo tutti a guardare quella piccola meraviglia tra le mie braccia...così fragile e dolce.
Trunks:"Ti prometto, anzi! Ti giuro, che non mi separerò mai più da te, Pan!Dai voi!"
Gli diedi un semplice bacio sulle labbra, per poi continuare a guardare quella piccola meraviglia.
Pan:"E così sia..."
È davvero devi amare qualcuno così tanto da sentirsi male, non so come si possa sopravvivere, e infatti non so se sopravviverò. Spero solo che questa storia continui fino alla fine dei miei giorni, e forse anche dopo.

<<E poi c'è questo uccello canoro chd pensa di morire ogni volta che cala il sole. E la mattina quando si sveglia è così sconvolto di essere vivo che si mette a cantare la sua melodiosa canzone. Io canto ogni mattina da quando ti conosci...>>
-L'amore che resta.

Fine

Trunks e Pan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora