era la pioggia.
Leggera e delicata, si posava per ogni dove. Sulle macchine, per strada, sugli alberi e sulla grande torre. Lei amava la grande torre; era posizionata davanti a una ampia serie di case e ognuna di esse sembrava proprio affacciarsi su quella meraviglia, come se volessero sbirciare un pochino anche loro e ne fossero incantate. Delicatamente, si posava sui tetti rosso sangue che in quel giorno di novembre sembravano più tristi del solito, la città vista dall'alto sembrava sanguinare sotto il cielo scuro.In una di quelle case, una principessa di nome Elysa, si sporgeva alla finestra, tenendo con entrambe le mani le candide tende mentre guardava verso l'alto. Ballava con la finestra aperta e si sentiva stranamente libera, come se quel giorno d'inizio inverno le portasse una strana malinconia. Una malinconia positiva, come quei giorni in cui ti svegli la mattina, vai a lavoro, fai le stesse cose di sempre, porti i bambini a scuola, prepari la cena, poi ti metti a letto e ti vengono in mente vecchi ricordi che nemmeno tu pensavi esistessero. Sono quelli che ti fanno pensare che in questa routine, in tutti questi giorni tutti uguali, qualcosa di buono l'hai combinato pure tu. E lei, Elysa, quel pomeriggio d'inverno, mentre ballava davanti alla finestra non si era mai sentita così felice. Avrebbe potuto volare fino in cielo se avesse saputo farlo, in quell'istante. Nessuno gliel'avrebbe impedito. Poteva farlo e sarebbe stato come quando un'uccellino impara a volare: pensa di saper vivere fin quando impara a volteggiare in aria e si rende conto che tutto quello che è avvenuto prima è solo storia. Lei voleva che succedesse anche a lei. Danzava a ritmo di pioggia e stava in punta di piedi salendo sul cornicione. In quel momento per lei non c'era niente. Non pensava più ai sui problemi ma solo agli alti palazzi separati da una piccola strada. Perché limitarsi a questo? Non si sentiva affatto come un uccello. Le catene sotto i piedi la trattenevano ancora a terra e le ali ancora non si erano spiegate. Così tenendo le mani ben salde sulla parte soprastante del cornicione si tirò su e dandosi una spinta con le gambe, salì sul tetto.
Quello che si trovava dall'altra parte la scosse per sempre. Era una grande torre di metallo che si presentava in mezzo a tutte quella case ammassate tra cui la sua. La pioggia martellava forte sulla sua testa ma non badò affatto ai capelli bagnati e al vestito candido appesantito dall'acqua, per lei ora non c'era niente di meglio. La tristezza prese spazio cancellando quei brevi attimi di felicità, l'avvolse in un telo scuro e per un momento pure Elysa sembrava mescolarsi tra quelle case. L'aria era carica d'inverno e la sera stava arrivando. Qualche luce si stava accendendo in lontananza , illuminando le strade desolate e buie. Pensò che tutta la sua vita era stata una bugia. Non aveva mai creduto alla felicità quando in realtà per coglierla avrebbe dovuto solo cambiare prospettiva. Davanti a quella torre si sentiva speciale anche lei anche se era solo un piccolo puntino davanti a quella costruzione. Gli uccelli è così che imparano a volare. Seguono la madre e per lei quella torre era come una guida e sapeva che poteva fidarsi."Solo chi è schiavo della felicità è veramente libero"
queste parole le aleggiavano nella mente. Cambia prospettiva. Puoi essere libera ma per esserlo ci vuole coraggio. Elysa, voleva essere felice e ora che l'aveva scoperto si sentiva forte davanti alla sua nuova guida. Le dava coraggio. Da terra si alzava verso il vuoto, verso il cielo, come un uccello. Camminava sull'orlo del tetto. una parte del suo corpo era verso la salvezza, l'altra verso il vuoto. Essere schiava o essere libera? Essere costretta a vivere una vita prestabilita oppure rischiare per i propri sogni? Cosa valeva la pena fare? Lei voleva librarsi in aria e volare via e sapeva che se l'avesse fatto la paura avrebbe fatto altrettanto e le catene che la tenevano con i piedi per terra sarebbero svanite.
RIUSCIRÀ ELYSA A BUTTARSI E RISCHIARE PER I PROPRI SOGNI? NON PENSATE CHE PER QUANTO RIDICOLI E INSULSI I VOSTRI SOGNI SI MOSTRINO AGLI OCCHI DEGLI ALTRI POSSANO ESSERE REALIZZABILI? VOI COSA FARESTE NEI PANNI DI ELYSA? VI BUTTERESTE NEL VUOTO O RESTERESTE CON I PIEDI PER TERRA PER PAURA DI PERDERE TUTTO?
Ciao a tutti ragazzi. Sono tornata dopo molti mesi d'assenza. Ho riflettuto molto e anche io ero nella stessa situazione di Elysa. Io ho deciso di buttarmi a capo fitto. So che può essere impegnativo ma io credo in questa storia e so che potrei far appassionare molti di voi. Scrivere è un mio sogno quindi, ho deciso che lo porterò a termine per far sognare un po' anche voi. Buona lettura!
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Paura della propria ombra
Kurgu OlmayanTutti sappiamo cosa ci rende felici ma aspettiamo sempre per raggiungere i nostri obbiettivi per fatica presumo, forse per paura; invecchiando e rimanendo a mani vuote e talvolta prendiamo la strada più facile per raggiungere la felicità. Ma è un m...