Alone together

8.1K 271 125
                                    

Pov Wendy

Una volta alzata mi diressi in cucina per fare colazione dove trovai un biglietto di mia zia che diceva:

" Wendy nel frigo trovi un po' di latte e c'è ancora un pezzo di torta avanzata da ieri. Ti spiace fare la spesa tesoro? Stasera rientro tardi, con amore zia Ella xoxo"

Vicino ad esso c'era una banconota da 30 £ e le chiavi di casa. Zia Ella era una donna intelligente ma spesso svampita tanto da dimenticarsi che io non conoscevo per niente quest'enorme città. Armata del mio ipod e del GPS del telefono, cominciai la mia ricerca ma ben presto scoprii che il più vicino supermercato distava circa 2 km da casa così trovata la fermata degli autobus, mi misi ad aspettare il suo arrivo. Dopo neanche dieci minuti il malmesso mezzo giunse davanti a me e io mi sedetti nel primo posto libero. Impacciata alzai il capo verso la pianta delle fermate cercando di capire dove dovessi scendere esattamente. Mancavano cinque fermate così mi misi ancora ancor più comoda sul sedile ad ascoltare i Fall Out Boy guardandomi intorno.

Fin da piccola ero stata una bambina curiosa e crescendo avevo sviluppato molto la mia osservazione verso il Mondo, mi piaceva guardare le persone e cercare di scoprire quale felicità o amarezza raccontasse il loro o viso. I miei occhi vagarono lentamente da una parte all'altra scorgendo visi allegri, falsi sorrisi e occhi cupi. Mi voltai alla mia destra accorgendomi solo in quel momento di avere accanto uno slanciato ragazzo, probabilmente sui 18 anni che mi scrutava quasi con avidità con i suoi abissali occhi color caramello.

Volsi immediatamente il capo dalla parte opposta, non abituata ad essere studiata dalle persone con tale accuratezza. Buttai una fugace occhiata allo specchietto retrovisore per vedere se l'ambiguo moro mi stesse ancora guardando e sì era ancora con gli occhi puntati verso di me. Ma non c'era una sottospecie di regola fra le persone che stabiliva la durata di uno sguardo, evitando sgradevoli situazioni? A quanto pare non ero l'unica che amava far vagare lo sguardo perché ben presto il giovane puntò la sua attenzione verso lo stesso specchietto, incontrando i miei occhi e lanciandomi un'occhiata indecifrabile. Forza Wendy solo tre fermate e sarai libera da questa presenza opprimente, mi ripetevo mentalmente, quando il mezzo si fermò facendo entrare nuovi passeggeri. E fu in quel momento che notai una vecchietta che con una pesante borsa della spesa e un espressione stanca cercava un posto da sedere così prontamente mi alzai e le dissi: - Signora se vuole si può sedere qui tanto io sono quasi arrivata.

- Oh ma sei proprio un tesoro, sai non se ne trovano tanti di giovani come te in circolazione. Vuoi una caramella cara? - disse dandomi un forte pizzicotto alla guancia e mi parse di sentire il moro ridacchiare della scenetta.

- No, si figuri -le risposi cortese. Giunta alla mia destinazione uscii dall'autobus con la voce dell'anziana donna che mi urlava se fossi sicura di non volere almeno un cioccolatino.

- Finalmente un po' d'aria - sospirai. Facilmente trovai il grande market ed entrando e prendendo solo qualche articolo mi diressi alla cassa, quando notai dietro le spalle della cassiera una barretta di cioccolato fondente, il mio preferito e involontariamente mi feci sfuggire un: Uh cioccolato!

- Hahah si lo vuoi? -mi chiese la ragazza.

- Sì grazie - arrossii per la mia stupida reazione.

- Non ti preoccupare io sono peggio di te quando vedo il cioccolato - mi informò lei notando il mio purpureo colorito.

- Io sono Nina comunque.

- Wendy - mi presentai.

- La Wendy nipote della dottoressa Ella? - mi chiese lei.

- Sì esatto.

-Mi ha parlato di te, benvenuta a Bradford piccoletta! Come ti trovi per ora? -esclamò euforica.

Black knight [ Z.M ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora