Sentivo il peso di un grimorio sotto le dita, camminando nell'erba alta della radura. Tra gli steli piccole creature alate continuavano a danzare senza curarsi della mia presenza.
Sembrava un sogno.
Navi solcavano il cielo, spuntando e nascondendosi tra le nuvole spumose. Le loro vele brillavano alla luce del crepuscolo rosso e verde acqua. In lontananza si scorgeva un piccolo villaggio. Il fumo dei camini si innalzava fino a toccare gli scafi di legno.
Il vento s'increspava tra le chiome degli alberi, producendo canzoni proibite. Elfi sedevano sui rami, parlando fra di loro in una lingua sconosciuta, e godendosi i raggi caldi del sole. Le gonne delle ampie vesti femminili toccavano quasi terra con i loro strascichi impalpabili. Fauni suonavano strumenti a corde in legno e si divertivano a fare i giocolieri.
Mi sedetti sotto un albero e aprii il libro, con l'intenzione di usufruire delle ultime luci per leggere quelle pagine antiche e carpirne qualche segreto.
Sembrava un sogno, eppure non lo era.
Il terreno era così solido sotto i miei piedi. Il vento mi spostava i capelli sul volto e ogni suono giungeva fino alle mie orecchie. Risate, musica, corse sul prato.
L'erba era così fresca.
Un ruscello scorreva da qualche parte nel bosco.
La luce era così reale.
Sembrava un sogno. Come avevo fatto a finire in un posto simile?
Ero sicura che certe cose esistessero soltanto nelle storie e il mio cuore non riusciva a godersi quello spettacolo. Avevo paura che tutto potesse svanire in un lampo come era comparso.
Il suono di una tromba mi costrinse ad alzare gli occhi dalla pagina. Un castello si ergeva lontano, sulle montagne. Ne scorgevo la sagoma delle alte torri.
Mi alzai, spaventata che si trattasse di un qualche segnale d'allarme, ma tutto rimase immutato.
Respirai profondamente. Nessuno sembrò preoccuparsene.
Tornai a sedermi e riaprii il grimorio da dove mi ero fermata.
«Vuoi restare?» domandò una voce.
Ci misi un po' a capire che proveniva dal libro. Rimasi a bocca aperta, ma dentro di me sapevo già cosa dirgli. Certo che volevo restare, volevo esplorare ogni angolo di quel mondo fantastico.
Il mio sguardo si posò sul sentiero che correva fino al villaggio.
«Non sto sognando, vero?» dissi, invece di rispondere.
«No, questo non è un sogno».
Mi alzai e mi diressi verso il sentiero, ma percorrendolo il paesaggio cominciò a cambiare. Nubi più dense coprirono il cielo, una finestra di una rovina si materializzò di fronte a me. Un bifora di un qualche castello ormai defunto, forse a causa di una guerra o semplicemente abbandonato dal tempo.
Ci misi un po' a capire che il libro mentiva.
La bifora divenne ben presto la finestra della mia stanza e mi ritrovai a guardare il giardino di casa. Il mio cane stava abbaiando ad un gatto ingobbito su un ramo.
Avevo immaginato tutto quanto, come sempre.
Era troppo bello per essere vero. Ma forse è proprio questo che rende affascinante la magia, che sia nascosta nelle nostre menti.
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Viaggio nel Regno Fantastico
FantasyQuattordici prove (più tre facoltative) e prove per altri concorsi, per allietare le vostre serate e lasciarvi incantare da un mondo raro e stregato dalla magia; scritte secondo le regole del festoso gioco "Un mese nel Regno Fantastico" indetto da F...