Il Signore dei Compleanni

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Ogni singolo abitante del villaggio di Sbire sapeva che quel giorno ci sarebbe stato un bacchetto che si sarebbe ricordato nei secoli avvenire.

Ma a Gains Ghilob non piacevano così tanto le feste sontuose, a lui sarebbe bastato restarsene a letto con un buon libro e una fetta di torta ai mirtilli.

Ma dopotutto era il suo centoundicesimo compleanno e questo faceva di lui l'anziano più longevo del villaggio. I Thibbo erano una popolazione molto egocentrica e avrebbero fatto sapere a tutte le altre creature che stavano diventando sempre più longevi.

La notizia correva e avrebbero partecipato in tanti: ninfe d'acqua dei Laghispecchio, fate-lucciole, roditori parlanti che lavoravano alla fabbrica di scarpe per i Thibbo, fauni, satiri e centauri.

Perfino il Grigio, un mago prestigioso che usciva dal suo antro solo per far visita al suo amico Gains. Non voleva far la parte del giullare, ma non era riuscito a rifiutare l'insistente richiesta di due piccoli Thibbo; alti esseri con pelose orecchie di lepri, il resto del corpo in forma umana e piedini che potevano far invidia a qualsiasi principessa. Era un mistero come facessero piedi così piccoli a reggere il loro peso.

Nella radura della piazza tra le ampie case di pietra, erano state appese strisce di stoffa decorativa ed enormi tavoli erano stati imbanditi di ogni leccornia. Fiumi di idromele venivano serviti dalle botti trasportate all'aperto, sotto la cupola notturna delle stelle. Musicisti suonavano facendo ballare i più scatenati e il Grigio su un palco, proprio accanto a un piccolo trono di vimini su cui era seduto il suo amico per assistere in prima fila, creava illusioni e fuochi artificiali.

Ma nonostante lo spettacolo, un sorriso amaro costernava le labbra di Gains.

«C'è qualcosa che non va?» gli domandò il mago, mettendogli una piccola mano sulla grande spalla. Il volto rugoso di Gains si rabbuiò e in tutta risposta indicò un bambino che giocava sotto al tavolo a infilarsi anelli di cipolla alle dita.

«Ha a che fare con tuo nipote?» gli sussurrò all'orecchio, cercando di indovinare.

Gains sospirò, sprofondando nel suo trono.

«Il tempo passa, Grigio. Ho centoundici anni e ne sento il peso».

Il mago si accigliò. «Perché non provi a goderti quello che i tuoi compaesani hanno fatto per te?».

«Non lo hanno fatto per me, ma per mettermi in mostra, come se fossi un fenomeno da baraccone e lo stanno facendo anche con te».

Il mago annuì. «Ricordi le nostre avventure di un tempo?»

«Ho paura di essere troppo vecchio per certe cose».

Il mago schioccò le dita e sparirono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno se ne curò.

Non poteva ridare la giovanezza al suo amico, ma forse poteva concedergli un'ultima avventura.

Gains mise a fuoco un vascello nero che li attendeva sulla riva del mare. Grigio gli porse un bastone da viaggio.

«Non andremo molto lontano, allora che ne pensi?».

Gains strinse il bastone e testò i suoi vecchi piedi: «Penso che tu sia il signore dei compleanni».

Gains strinse il bastone e testò i suoi vecchi piedi: «Penso che tu sia il signore dei compleanni»

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