Ultimo capitolo- Porgere il guanto:

233 9 19
                                    

A Samantha venne un colpo al cuore.

Il signor Baker sfrecciò verso lospedale dato che vide sua figlia in ansia e laccompagnò lì.

In effetti era così, Samantha era molto preoccupata e dentro di se si chiedeva il perché lavesse fatto.

Corse fuori dallauto e poi dentro in ospedale, alla segreteria.

-Mi scusi, sto cercando la stanza di Alex Standall.- balbettò tremante.

-Secondo piano, quarta stanza.-

Per la fretta Samantha non volle nemmeno prendere lascensore, salì le scale in fretta e in furia e poi entrò nella sua stanza.

Cera suo padre, seduto a testa bassa, lo sceriffo della città.

-Ciao Samantha.- le disse, fingendo un sorriso.

-Salve signor Stendall.- rispose lei, col fiatone. Vide Alex al letto, con un sacco di aghi nelle vene, ma era addormentato.- Come sta?-

-Ancora non sappiamo gran che, ma è stabile. Aspettano solo che si risvegli.- spiegò egli.- Vi lascio soli.-

Samantha si sedette sulla sedia accanto al letto e lo guardò.

Avete presente quando guardate una persona e pensate a quanto sia bella?

A quanto vorreste non staccarvi mai da lei?

A quanto vorreste che il tempo non passasse?

-Sei un idiota, Alex Stendall.- commentò, prendendogli la mano.- Ti prego, svegliati. Non posso perdere anche te.- sussurrò, intrecciando la mano alla sua e portandosela alla guancia.

Sentiva il rumore delle macchine intorno a lei, quindi voleva dire che il suo cuore batteva.

Sentì perfino la mano di Alex fare pressione sulla propria.

E fu in quellistante probabilmente, che Samantha capì di essere ancora presa da lui.

***

Restò lì per unora, poi quando uscì dallospedale trovò Tony in auto.

-Ehi, tua mamma mi ha chiesto di venire a riprenderti.- le disse, mentre Sammy entrò in auto.- Ti va di fare un giro?-

Samantha aveva proprio bisogno di un po' di vento sul viso.- Assolutamente sì.-

Quindi Tony accese il moto e partì.- Posso mettere una cassetta?- le domandò poi.

-Certo, perché no?-

Allora il ragazzo prese una cassetta dalla sua collezione e la inserì.

Ciao Sammy, sono io, Hannah.

Non appena risentì la voce di sua sorella, il cuore le si fermò.

E poi le ripartì quando la sentì pronunciare il proprio nome.

-A-Aspetta, che cosè?- balbettò Sammy, sorpresa.

-Ascolta e basta.- rispose Tony, sorridendole appena.

Samantha rimase in ascolto, anche se aveva paura a sentire cosa le avrebbe detto Hannah.

Credimi, ci ho provato. A vivere, intendo. Ci ho provato con tutte le mie forze. Volevo che fossi fiera di me. Non volevo essere la tipica sorellina che sta sempre tra i piedi.

-Non lo eri Hannah- singhiozzò Sammy, come se potesse ancora parlarle.

Ci sono talmente tante cose che vorrei dirti. Non sprecare la tua vita, Sammy. Non permettere a nessuno di schiacciarti. Non fare come me. Tu sei più forte ed entrambi sappiamo che è vero. Volevo che sapessi che non è stata colpa tua. Tu eri forse la mia unica ragione di vita. Ti voglio bene Sammy.

-Anche io te ne voglio, Hannah.- piagnucolò lei.

Poi prese un bel respiro e smise di piangere, Hannah non avrebbe voluto.

-Scusa se te lho nascosta, ma Hannah mi aveva scritto di dartela quando saresti stata pronta.- spiegò Tony, fermandosi di nuovo alla collinetta.

-Grazie Tony.- continuò Samantha.

Decise di scendere dallauto e prendere un po' daria.

Chiuse gli occhi e ripensando alle parole di Hannah sorrise, non pianse più.

Non avrebbe mai smesso di combattere per lei.

Quando tornò a casa quel giorno, sul proprio letto trovò un biglietto di Justin cui la ringraziava di avergli dato un posto in cui dormire, ma per il resto era sparito.

Diede alla sua famiglia la pennetta con le cassette e decise di lasciarli da soli, ad ascoltare, così forse avrebbero trovato un po' di pace nelle parole della figlia.

Successivamente, indossò una tuta e decise di farsi una corsetta in giro per la città.

Passò i bassi fondi, il parco e la collina dei ricchi.

Fu proprio lì che qualcuno, mentre si riposava un po', le prese il braccio e la attirò ò in un vicolo.

Samantha riconobbe Bryce dal suo volto arrabbiato.- Lasciami! Che cazzo vuoi?!- esclamò, spingendolo via.

-Perché cazzo mi è arrivata una notifica dalla polizia? Che cazzo hai fatto?- le chiese, rabbioso.

Sammy gli sorrise soddisfatta.- Non lo so Bryce, tu sai cosa hai fatto?-

-Mi vuoi fottere la vita, per caso?-

-Tu lhai fottuta ad un sacco di gente.- ribatté lei. -E non è finita qui.- continuò, vedendo che la sua espressione era cambiata in nervosa e quasi impaurita.- Io ti sto dietro. Non ti libererai facilmente di me. Guardati le spalle, perché io ci sarò attaccata. Non perderò nessuna tua mossa, non ti permetterò di fare nessun altro crimine.- gli disse, a denti stretti, mentre lui iniziò a tremare.

-No.-balbettò lui, senza sapere cosa dire.

-Scacco matto, Bryce Walker.-

Mi piacerebbe dirvi che finisce tutto così.

Ma cè ancora tantissimo altro da raccontare.

Storie ancora da esplorare.

Ma adesso arriva una delle storie che preferisco.

Preparate le cuffiette e mettetevi seduti, perché adesso ne sentirete delle belle.

Sto per raccontarvi di un campo di battaglia.

E di una guerra che si è svolta su di essa.

La guerra tra Samantha Baker e Bryce Walker.

CONTINUA

Angolo autrice!

Grazie a tutti per aver letto questa storia e spero vi sia piaciuta! Troverete presto il continuo sul mio profilo, quindi state attenti ;)

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Tredici più uno. (Tredici FanFiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora