Passiamo alla terza storia riguardante quella orrenda sera. Ho fatto delle scelte sbagliane e no, una di queste non è essere andata alla festa. Questa storia, parla di te.Clay.
Improvvisamente, Clay fermò la cassetta.- No, io non ci riesco.- balbettò, togliendosi le cuffiette. -Non posso credere che anche gli altri abbiano ascoltato e che sappiano cosa è successo.-
Samantha notò che era in evidente difficoltà.- Perché non me lo racconti tu, allora?- gli chiese, mettendo via il walkman.
Clay fece un sospiro prima di iniziare a raccontare.- Io non ci so fare, okay? Non so come ci si relaziona, come si parla con le ragazze. Abbiamo parlato e bevuto un po': ammetto che mi stavo cagando addosso.-
Samantha ridacchiò e stette ad ascoltarlo.
-E successo tutto così in fretta, avrei voluto che succedesse in maniera diversa.-
Da come ne parlava Clay, sembrava che lui ed Hannah lavessero fatto.
-Aspetta, aspetta, avete fatto sesso?- gli domandò quasi sorpresa.
-Credevo che fosse quello che voleva lei, ma a quanto pare non era così. Mi ha brutalmente scansato e mi ha detto di andare via.- spiegò lui. -E io non ho mai capito il perché.-
-Dalle cassette potremmo scoprirlo.- commentò Sammy.
-Non ce la faccio.- sussurrò laltro.
Samantha gli prese la mano.- Va bene, datti del tempo. Ci vediamo domani, qui, a questora.-
Clay le fece un mezzo sorriso.- Va bene, grazie.-
Samantha gli diede un veloce bacio sulla guancia e poi tornò a casa con la bici.
Quando entrò sentì i suoi genitori discutere del caso di Hannah.
-Che succede, mamma?- domandò.
-Ciao, tesoro.- disse la signora Baker, cercando di sorriderle.- Lavvocato della scuola ci ha proposto 200 mila dollari per chiudere il caso.-
-200 mila dollari non valgono la vita di Hannah.- commentò Samantha.
-E la stessa cosa che abbiamo detto noi, piccola.- rispose il signor Baker.- Perciò, ci sarà un processo e alcuni ragazzi della tua scuola verranno chiamati a testimoniare.-
-Ma, visto che Hannah non può difendersi-
-Lo farò io.- continuò Sammy. -La difenderò io.-
-Grazie, tesoro.- disse Olivia, abbracciando la figlia.- Va al letto adesso, è tardi.-
-Certo mamma, ti voglio bene.-
Prima che si addormentasse veramente quella sera, sentì dei strani rumori alla finestra.
Un sassolino le entrò in camera, così andò a vedere cosa succedesse: cera Justin al piano di sotto, che cercava di ottenere la sua attenzione.
-Che ci fai qui?!- gli sussurrò per non farsi sentire dai genitori.
-Ti prego, non so dove andare!- rispose lui, con gli occhi da cerbiatto.
Samantha sapeva che si sarebbe messa nei guai, ma lo fece salire lo stesso.
-Che è successo?- gli chiese lei.
-Mia madre ha un fidanzato del cazzo e io e Jessica abbiamo litigato.- spiegò Justin, con gli occhi rossi. -Non sapevo dove andare.Posso restare qui per un po'?-
Samantha sapeva che Justin stava passando un momento difficile e riusciva a capirlo.
Così accettò e chiuse silenziosamente la porta a chiave, dandogli poi un cuscino e una coperta per farlo dormire sulla moquette.
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Tredici più uno. (Tredici FanFiction)
FanfictionCiao, sono Samantha Baker. So cosa state pensando, una cassetta? Ma davvero? L'ho solo trovata originale come idea. Volevo che qualcun altro sapesse cosa è successo davvero. Perché qualcun altro doveva saperlo oltre a noi e io non riuscirei a soppor...