Capitolo 17-Il colpevole:

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Passiamo alla terza storia riguardante quella orrenda sera. Ho fatto delle scelte sbagliane e no, una di queste non è essere andata alla festa. Questa storia, parla di te.Clay.

Improvvisamente, Clay fermò la cassetta.- No, io non ci riesco.- balbettò, togliendosi le cuffiette. -Non posso credere che anche gli altri abbiano ascoltato e che sappiano cosa è successo.-

Samantha notò che era in evidente difficoltà.- Perché non me lo racconti tu, allora?- gli chiese, mettendo via il walkman.

Clay fece un sospiro prima di iniziare a raccontare.- Io non ci so fare, okay? Non so come ci si relaziona, come si parla con le ragazze. Abbiamo parlato e bevuto un po': ammetto che mi stavo cagando addosso.-

Samantha ridacchiò e stette ad ascoltarlo.

-E successo tutto così in fretta, avrei voluto che succedesse in maniera diversa.-

Da come ne parlava Clay, sembrava che lui ed Hannah lavessero fatto.

-Aspetta, aspetta, avete fatto sesso?- gli domandò quasi sorpresa.

-Credevo che fosse quello che voleva lei, ma a quanto pare non era così. Mi ha brutalmente scansato e mi ha detto di andare via.- spiegò lui. -E io non ho mai capito il perché.-

-Dalle cassette potremmo scoprirlo.- commentò Sammy.

-Non ce la faccio.- sussurrò laltro.

Samantha gli prese la mano.- Va bene, datti del tempo. Ci vediamo domani, qui, a questora.-

Clay le fece un mezzo sorriso.- Va bene, grazie.-

Samantha gli diede un veloce bacio sulla guancia e poi tornò a casa con la bici.

Quando entrò sentì i suoi genitori discutere del caso di Hannah.

-Che succede, mamma?- domandò.

-Ciao, tesoro.- disse la signora Baker, cercando di sorriderle.- Lavvocato della scuola ci ha proposto 200 mila dollari per chiudere il caso.-

-200 mila dollari non valgono la vita di Hannah.- commentò Samantha.

-E la stessa cosa che abbiamo detto noi, piccola.- rispose il signor Baker.- Perciò, ci sarà un processo e alcuni ragazzi della tua scuola verranno chiamati a testimoniare.-

-Ma, visto che Hannah non può difendersi-

-Lo farò io.- continuò Sammy. -La difenderò io.-

-Grazie, tesoro.- disse Olivia, abbracciando la figlia.- Va al letto adesso, è tardi.-

-Certo mamma, ti voglio bene.-

Prima che si addormentasse veramente quella sera, sentì dei strani rumori alla finestra.

Un sassolino le entrò in camera, così andò a vedere cosa succedesse: cera Justin al piano di sotto, che cercava di ottenere la sua attenzione.

-Che ci fai qui?!- gli sussurrò per non farsi sentire dai genitori.

-Ti prego, non so dove andare!- rispose lui, con gli occhi da cerbiatto.

Samantha sapeva che si sarebbe messa nei guai, ma lo fece salire lo stesso.

-Che è successo?- gli chiese lei.

-Mia madre ha un fidanzato del cazzo e io e Jessica abbiamo litigato.- spiegò Justin, con gli occhi rossi. -Non sapevo dove andare.Posso restare qui per un po'?-

Samantha sapeva che Justin stava passando un momento difficile e riusciva a capirlo.

Così accettò e chiuse silenziosamente la porta a chiave, dandogli poi un cuscino e una coperta per farlo dormire sulla moquette.

Tredici più uno. (Tredici FanFiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora