Il suono dell'infelicità

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Capitolo 14: Il suono dell'infelicità 

Sabato 24 maggio 2014, un giorno come tutti gli altri; mi alzai, andai a lavarmi e a vestirmi, anche se non avevo la benché minima voglia di fare nessuna di queste cose, ormai non avevo voglia di far più nulla.

Non sapendo che fare ritornai in camera mia e iniziai a messaggiare con Jessy.

Da Chloe:

“Ciao Jessy.”

A Chloe:

“Chloe!! Tesoro è da tempo che non ti sento.”

Da Chloe:

“ Già, da un mese credo.”

A Chloe:

“ Lo so mi dispiace, ma vedrai che quando ritornerò staremo tutto il tempo insieme, ho così voglia di vederti.”

È vero, mi ero dimenticata di dirvi che Jessy era partita con i suoi genitori per il Marocco, suo padre aveva un importante offerta di lavoro e prima di una settimana non sarebbe tornata.

Da Chloe:

“ Anche tu mi manchi, ma non credo che ci rivedremo presto.”

A Chloe:

“Chloe che significa?”

Da Chloe:

“Devo partire per un lungo viaggio…”

A Chloe:

“Quindi partirai per una vacanza? Scusa ma non capisco.”

Da Chloe:

“Tipo, un viaggio un po’ lontano però.”

A Chloe:

“E dove? In Giappone? In Italia? In che posto? Magari posso venire con te.”

Da Chloe:

“Non credo che tu possa venire, è un po’ difficile da spiegare.”

A Chloe:

“D’accordo, ma almeno dimmi per quanto tempo starai via.”

Da Chloe:

“Non lo so.”

A Chloe:

“Come non lo sai? Beh, allora promettimi che ci vedremo su Skype.”

Da Chloe:

“Va bene, scusami ma ora devo andare.”

A Chloe:

“ Ok, ci sentiamo poi…Ti voglio bene.”

Da Chloe:

“Te ne voglio anch’io.”

E così finì la nostra conversazione.

Non volevo dirle la verità su quello che avevo in mente…Su ciò che molto presto avrei fatto, e se è per questo non le avevo neanche detto della rottura di me e Niall.

Andai in camera di Claire e posai sulla sua scrivania la lettera che avevo scritto la sera prima, dopodiché mi diressi verso il bagno a fare la cosa che mi avrebbe liberato da questo male.

Appoggiai le mani sul lavandino e fissai il mio riflesso nello specchio pensando e ripensando se la scelta che stavo per prendere fosse quella giusta.

Una lacrima rigò il mio viso e un’infinità di domande incominciarono a frullarmi nella testa…Sarà giusto farlo? Non starò sbagliando? Potrei chiedere aiuto? E dopo? Queste erano alcune delle domande che continuavo a ripetermi, ma senza mai darmi una risposta.

Il ragazzo della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora