Capitolo VIII

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Karol

Tiro Daniel sul laghetto ghiacciato e devo dire che è una scena abbastanza comica, perde tutta la sicurezza che perennemente ha e sembra terrorizzato!
Io invece, al suo contrario sono una bravissima pattinatrice, quando vivevo a New York andavo sempre a pattinare durante il periodo invernale

<Dai su Alpha! Sii sciolto!> pattino tranquillamente anche senza pattini, Daniel è immobile all'inizio del lago avendo paura di cadere e spaccarsi la testa. Scoppio a ridere e mi avvicino piano a lui prendendogli le mani. Lo tiro lentamente e mi stringe le mani un po' troppo forte ma non fa niente.

<Ragazzina se muoio, mi avrai sulla coscienza per sempre!> piagnucola mentre si lascia tirare da me, scoppio a ridere ancora di più quando lancia un grido stridulo per poi cadere con il culo per terra.

<Oh mio Dio -mi tengo la pancia per le troppe risate- s-stai bene?> mi asciugo le lacrime e gli porgo la mano che riluttante accetta

<Spiegami perché ho accettato di pattinare.>

<Perché sei molto gentile e vuoi vedermi ridere> sorrido ma lui resta zitto guardandomi, lo sto per tirare quando lui tira me giù facendomi cadere su di lui. Alzo la testa che precedentemente ho sbattuto sul suo petto e i nasi per poco non si sfiorano, i respiri si mescolano e il suo profumo di Anice e cannella mi riempie le narici intontendomi.

<Sai ragazzina, mi piacciono le tue lentiggini> abbozza un sorriso che ricambio, cerco di alzarmi da lui il più velocemente possibile. La situazione è già abbastanza imbarazzante. Si rialza anche lui e automaticamente prende la mia mano intrecciando le dita con le sue.

<Per stare più sicuri> borbotta e io ridacchio, non ci credo più di tanto. Pattino lentamente seguita da lui che sembra aver preso l'andamento giusto.

<Sei bravo! Guarda come pattini!> lascio la sua mano per guardarlo pattinare solo e sorrido seguendo con gli occhi la sua figura, corrugo la fronte quando noto che sta andando contro un albero

<Gira Daniel!>

BOOM!

Vado da lui e una volta fuori dal lago lo porto sul prato, si tiene la fronte e borbotta parole incomprensibili, m'inginocchio accarezzandogli le guance

<Mi dispiace Daniel non volevo! Come ti senti?>

<Potrebbe andare meglio ma sta passando> scoppia a ridere e rimango un po' spiazzata ma devo ammettere che la sua risata è contagiosa tanto che inizio a ridere anche io.

Mette la mano sulla mia e da un bacio sul palmo, sorrido accarezzandogli la barba ispida

<Credo che dovremmo andare, è quasi ora di pranzo>

<Sul serio? Cazzo vola il tempo quando ti diverti> ridacchia e si alza, lo stesso faccio io pulendomi le ginocchia dalla neve. Daniel si trasforma di nuovo in lupo e mi fa segno di salire in groppa, ordine che accetto più che volentieri. Salgo su e mi aggrappo bene a lui che, subito inizia a correre. Il pelo è corto ma morbido; le zampe sono possenti e agili; il corpo è muscoloso e massiccio; gli occhi di un rosso brillante lo rendono temibile agli occhi di tutti. É alto cinque volte me, e come mi ha detto Gabriel, è normale che lo sia ma non mi ha spiegato il perché.

The Alpha's girl - in the forest of BanffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora