Capitolo IX

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Daniel

Dopo aver avuto la chiacchierata con Meredith me ne sono andato a Est per controllare il confine, solo per essere più sicuro che nessuna minaccia incombe su di noi. Ma Axel è strano, sembra sempre sull'attenti ma non riesco a capire perché.

Siamo qui da troppo tempo, lei dov'è?!

Credo che ci abbia dato buca sai? Sto qui, nel giardino sul retro da quasi mezz'ora ma di lei nessuna traccia.  Sospiro sedendomi sul muretto e spegnendo la prima candela, mia sorella a quanto pare non è riuscita a convincerla a venire a cena con me ma come biasimarla? L'ho spaventata a morte anzi, Axel l'ha spaventata a morte.

Il rumore di una porta che si apre mi fa alzare la testa e a pochi metri da me c'è lei: un vestito semplice color rosso le fascia il corpo come se fosse una seconda pelle; le calze nere non troppo scure lasciano spazio al gioco vedo non vedo della sua pelle delle gambe sottili e per ultimo, gli scarponi da neve che mi fanno scappare una risatina. Torno a guardarla in viso, i suoi capelli da morbide onde sono adesso pieni di boccoli e le incorniciano il volto ricoperto da un filo di trucco.

È splendida.

È molto di più Axel. E tu sta sera cerca di fare il bravo, voglio rimediare con lei.

Tutto quello che vuoi ma sta attento.

<Ciao> mi si para di fronte abbastanza imbarazzata, accenno un sorriso

<Ciao, andiamo?> lei annuisce e prendendole la mano la guido verso il tavolo che avevo fatto preparare. Il percorso è ricoperto di candele, a mio parare un po' troppe ma Meredith ha insistito a metterne così tante. Il tavolo è apparecchiato per due e in mezzo vi è una rosa rossa in un vaso bianco di ceramica.

<Mi piace> sorride guardandosi attorno e toccando una lanterna appesa all'albero di quercia, sorrido guardandola e imprimendo nella mia testa ogni suo minimo dettaglio, temo che, mi sto affezionando a questa fragile umana e che, quando andrà via mi sentirò perso.

<Sono contento che tu sia qui, mi dispiace per oggi>

<Tranquillo, sai a volte sembra che ci sia un'altra persona in te che non sembra accettare nulla di ciò che ha intorno>

Non è assolutamente vero. Non pensare questo di me...

Axel guaisce in me e scuoto la testa, lo so che ci sta male e che non voleva trattarla così ma lui è sempre così istintivo e non ragiona quando s'incazza.

<A volte è solo un po' esaurito ma Axel è buono> la faccio accomodare sulla sedia per poi andarmi a sedere di fronte a lei.

<Axel?>

<Lunga storia ragazzina> abbozzo un sorriso giocherellando con il gemello della mia camicia, odio le camicie ma Axel mi ha ordinato di metterla perché le "femmine sono attratte dalle camicie" , la becco fissarmi e le guance le si colorano di un rosso accesso quasi quanto il suo vestito.

<Abbiamo tutta la serata> le lancio un'occhiata sospirando, mi sistemo meglio sulla sedia raccogliendomi i capelli in una coda bassa. Lei mi guarda attendendo e scrutando ogni mia azione. Ha il mento appoggiato sul palmo della mano e un mezzo sorriso spunta sul suo viso sapendo che sta per ottenere ciò che vuole.

The Alpha's girl - in the forest of BanffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora