«Hai lasciato i fornelli accesi?», chiese Romana voltandosi verso il signor Bramanti.
«Cosa? Io non...»
Il signor Bramanti non fece in tempo a finire la frase che una testa calva piena di tatuaggi sbucò dal bancone della reception.
«Mario Bellooo!», gridò l'uomo muscoloso che, mettendosi a saltellare come Heidi quando faceva il girotondo insieme a Fiocco di Neve e a tutte le sue amiche caprette che fanno ciao!, raggiunse il pazzo e lo stritolò nei suoi bicipiti evidenziati dalla camicia sbracciata. «Vecchio lupo di mare, sea wolf della malora!», continuò a stritolarlo,«Eri here che ti nascondevi a hide and seeck, eh?, corpo di mille balene». Tutte le sue vocali avevano un forte accento americano. Anche le erre. Anche le ti. Pure le esse.
«Ma chi sei?», disse Mario da dietro gli occhiali da sole, tentando di liberarsi dalla stretta d'acciaio.
Tutti guardarono attoniti la scena. Tutti alzarono almeno un sopracciglio.Il nuovo arrivato, lo Stritolatore Americano, aveva un aspetto davvero singolare e sembrava uscito da un albo di fumetti. Un lungo pizzetto sul mento abbronzato, lobi ricoperti di orecchini a forma di teschio, e sul corpo cicatrici bianche. Ovunque. La sua pelle era disseminata di cicatrici, cicatrici che lampeggiavano fosforescenti in contrasto con la pelle scura. Una benda a coprirgli l'occhio destro, una fusciacca colorata come cintura, a cui era appesa una spada dalla lama lunga e sottile, e un pappagallo verde e giallo appoggiato sulla spalla. Il pappagallo sembrava di plastica, perché restava immobile. Ma poi mosse la testolina dal ciuffo piumato in uno spasmo come se avesse preso la scossa, berciò Quindici Uomini!, e poi se ne tornò immobile a fissare Mario.
Booth lo osservò piegando il muso di lato, ma decisamente preferiva il pesce fritto agli uccelli, specialmente i gamberetti.
«Oh là là!, ti sei smoke your cervello, Mario Bello? Per fortuna che ho find un po' di pesce frozen e mi sono messo a cooking, così ti rimetti in forze che mi sembri down.» L'uomo diede un pizzicotto sulla guancia di Mario, stritolandola tra due dita, ripetendo Mario Bello. Bramanti si fece avanti per separarli ma poi lo sconosciuto sciolse l'abbraccio stritolante da sé. Mario era rosso in volto, pareva confuso, e aveva perso il maccherone.
Il sugo della sua camicia aveva sporcato anche quella rattoppata dello sconosciuto.
«Ma si può sapere chi è lei?», intervenne il padrone della pensione: «Non si cucina nella cucina altrui senza permesso, mister: lei non può farlo.»
L'uomo che amava dire Mario Bello non parve nemmeno ascoltarlo, aveva occhi solo per Mario Bello.
«Sono Jonathan! Il brother della tua Maria. Se non fossi stato così fugitive ti avrei già ritrovato, Mario Bello. Il ranch ci aspetta non ti remember?»
Mario spalancò le labbra. «Ma tu eri frutto della mia fantasia...»
L'uomo scosse la testa come a scacciare la confusione dell'amico. «Il nostro fly parte tra poco. Dai! com'on!». Posò le mani sulle spalle di Mario per scuoterlo, «Per mia luck hai suonato la song dei Pirati dei Carribean, il nostro motto di quando eravamo young: è stato così che ti ho find. Ho portato anche il tuo cappello con la piuma, quello che ti like tanto. Com'on, ready per salpare!».
Mario ricordò di aver eseguito, in un momento di massimo sconforto, la melodia dei Pirati dei Caraibi soffiando nel suo fido maccherone rinsecchito. La realizzazione di quel pensiero spazzò via ogni dubbio sull'esistenza di Jonathan, tutti i dolori, tutte le preoccupazioni e le negatività della sua pazza vita. Il maccherone rinsecchito, colmo di gioia, sbucò fuori da chissà dove e gli saltò dritto dritto tra le labbra. Mario aveva le lacrime agli occhi quando abbracciò di nuovo Jonathan, e sospirando, tra una lacrima e l'altra, disse: «Finalmente! Non vedo l'ora di mostrarti le evoluzioni del mio Maccherone Volante!».
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LA MANO MISTERIOSA
HumorQuella che doveva essere una normale vacanza si rivela un intricato mistero da risolvere. Ma ci sono troppe cose che non quadrano, per l'affarmata antropologa forense Romana Brennàn. Troppe.