La pioggia

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Chapter 13

Mi guardò serio a quell'affermazione.
Nei suoi occhi brillò per una fazione di  secondo una luce, che poi si spense e lasciò il posto ad una tristezza così pesante, così angosciosa, che ebbi paura e mi sentii improvvisamente soffocare.
-Che c'è che non va?- lo guardai seria.
-No, è che...- scuoteva la testa, incredulo.
-Cosa?- chiesi io.
-Flo, è che sembra strano. Perché vuoi farlo?- mi chiese togliendo il braccio dalla mia gamba. Mi mancava già quel contatto.
-Nic, per me ha un valore importante-.
-Sarebbe?- mi guardò.
C'era questa sorta di assurdità e al contempo straordinaria bellezza, nel constatare che persino mentre m'infuriavo con lui, perfino mentre mi guardava con quell'espressione severa e adirata, ecco... anche in quei momenti, pieni d'ira, io non potevo fare a meno di desiderarlo in una maniera indicibile.
Non dissi niente, mi alzai e guardai che il sole era già quasi in alto, la sveglia sarebbe suonata di lì a poco, la scuola mi aspettava.
-Dai, Flo- sussurrò lui.
-Niente, Nic. Fa niente. Stavo scherzando, non farci caso a ciò che ti ho detto-.
Mi prese dai fianchi e mi mise sulle sue gambe.
I suoi occhi che si riflettevano nei miei.
Le sue mani che mi stringevano.
Il suo respiro che si mescolava col mio.
Sentivo il mio cuore accelerare, sembrava quasi, che non si volesse più fermare. Eravamo davvero a pochi centimetri di distanza e mi accorsi che entrambi stavamo fissando le nostre labbra.
Poi suonò la sveglia e contemporaneamente mi arrivò un messaggio. Mi rialzai e mi legai i capelli per nascondere l'imbarazzo dandogli le spalle.
-E comunque mi devi delle spiegazioni. Ti lascio il mio numero qui, per qualsiasi cosa chiama- disse lui con tono freddo e distaccato alle mie spalle. Sentii che scriveva su un post it e poi abbandonò la stanza. Mi sedetti sul letto, ripensando al momento in cui eravamo davvero vicini, quasi da toccarci. Toccai le mie labbra, e poi mi rimisi sotto le coperte. Ero incasinata. Lessi poi il messaggio.
Messaggio: da Ricky😊📚
"Buongiorno! Non ti sei fatta più sentire! Oggi vieni a scuola?"
Continuai a fissare lo schermo del telefono e non avevo la forza e la voglia di scrivere. Mi alzai e lessi il post it:
"I discorsi lasciamoli alle stelle, chiamami"
Mi venne un tuffo al cuore. Leggevo e rileggevo la frase e il numero sotto. Sorrisi e mi buttai sul letto portandomi il post it al petto, quasi come se volesse volare via ed io dovevo tenerlo gelosamente.
-Flooo, forza svegliati. Hai scuola!- urlò mia madre da sotto in cucina.
Mi buttai un cuscino sulla faccia. Non avevo dormito e mi era venuta una stanchezza indicibile. Trovai la forza di alzarmi mezz'ora dopo, facendo tardi a scuola. Mi sedetti vicino a Roberta quando la lezione era già iniziata.
-Come mai così tardi?- mi domandò sussurrando.
-Lunga storia, non ho preso sonno stanotte- la guardai stropicciandomi gli occhi.
-Comunque, potevi anche dirmelo-. Mi disse seria dopo la lezione.
-Che cosa Robi?- la guardai.
-Di te e Riccardo. Che ti credi che le voci non circolano?- mi guardò acidamente.
-Robi, tra me e Riccardo non c'è proprio niente-.
-Vi siete baciati, Flo! Non mi hai detto nulla!- disse lei alzandosi dalla sedia.
Sapevo di essere in torto. Ma in realtà per Riccardo, non provavo nulla. Avevo fatto la mia esperienza, ed era più per fare un torto a Niccolò.
-Rob, ti posso spiegare. Non è come credi- dissi toccandole il braccio.
-Lasciami Flo- tolse il braccio e andò via.
Il resto delle lezioni le passammo sedute separate.
Vedevo Riccardo che a volte mi guardava con la coda dell'occhio. Io invece, ero sprofondata nella tristezza più totale. Roberta era mia amica, mi faceva male tutto questo.
Erano le 13:30 e finalmente uscì da scuola. Ad aspettarmi non c'era Niccolò, avevo litigato anche con lui. Mio padre era andato da Denny ed io ero sola, lì. Mi arrivò una goccia di pioggia proprio sulla mano, quando poi improvvisamente iniziò a piovere. Ci sono giorni dove muori, e oggi è uno di questi. Quando dici "va bene così" ma con gli occhi spenti. Fuori è grigio, e dentro anche. Ed ogni cosa a cui penso non è un granché. Vidi Riccardo in lontananza ridere e scherzare con gli amici, non mi aveva nemmeno salutata qualche minuto prima. E so anche che è stato lui a dirglielo a Roberta. Passai circa mezz'ora sotto la pioggia. Avevo i capelli completamente bagnati. Poi Riccardo si avvicinò.
-Flo, vattene a casa, sta piovendo fortissimo- mi guardò con gli occhi semichiusi a causa della pioggia.
-Perchè hai detto di noi a Roberta?- lo guardai con il magone in gola.
-Flo non sono stato io. O meglio, stavamo parlando con i miei amici, poi beh..una cosa tira l'altra- iniziò a gesticolare.
-Ric non dovevi, cazzo. Avevamo detto che era una cosa solo nostra-. Mi alzai per guardarlo meglio. I suoi occhi erano grigio ghiaccio e quasi mi stavano uccidendo. Cercò di togliermi una ciocca di capelli dal viso ma mi spostai.
-Non mi parlare più, vaffanculo!- gli feci il dito medio e me ne andai. Iniziai a camminare verso casa, la strada era lunga. Ho pensato a Rob, a Riccardo e a Niccolò. Niccolò...
A volte mi sembrava uno di cui avrei potuto innamorarmi, ma innamorarmi veramente. Altre volte mi sembrava un estraneo del cazzo.
Avevo i capelli completamente fradici, quando vidi il cancelletto di casa. Cercai di guardarmi con la fotocamera del telefono, vidi soltanto una ragazza con il trucco sbavato e i capelli messi davvero male. I miei occhi erano neri, lucidi. Cercai di prendere le chiavi del cancelletto, quando sentii una presenza alle mie spalle.

Cosa significa per me: l'eleganza delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora